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Una domanda ai "dottori" dell'istituto G. P. II

02 febbraio 2021
Un piccolo quesito🤪
da proporre all’Istituto Giovanni Paolo II per le scienze su matrimonio e famiglia, visto che "ha sostenuto su Facebook una tesi morale circa aborto e diritto all’aborto che si contrappone al magistero del santo papa da cui l’Istituto prende il nome e che da lui è stato voluto. La frase incriminata era la seguente: “Difendere il diritto all’aborto non vuol dire difendere l’aborto”. (tratto dall' articolo di Stefano Fontana "La coscienza luterana del nuovo Istituto GPII")
Poi rimossa perché ha suscitato giuste polemiche.
Ogni volta che mi scontro con una persona favorevole al diritto all'aborto, lo faccio letteralmente imbestialire perché mi rammarico che quella santa donna di sua madre, poverina, quella volta non ha potuto usufruire di questa conquista della moderna società, ed ha partorito un si fatto imbecille!
Noto che i sudetti, si arrabbiano, non tanto per averli etichettati come imbecilli, ma per aver desiderato che la loro madre li cagasse nel cesso, quando erano ancora piccoli embrioni.
Sono sempre a favore dell'aborto degli altri questi "pro choice", mai del proprio.
Veniamo dunque all'esperimento mentale, alla questione, alla domanda che voglio sottoporre all'accademia.
Premessa.
Ritengo, a differenza delle opinioni dell'accademia, che difendere il diritto all'aborto equivalga a difendere l'aborto.
Questi sofismi non li capisco, è come essere contrari alla pena di morte, ma non al diritto di uno Stato ad applicarla. Idiozia pura.
Il cristiano dovrebbe proclamare il Vangelo e aiurare i fratelli a non cadere in questi peccati, spesso dovuti a disperazione e solitudine. Ma a volte, purtroppo, anche esercitati da persone con ideologico consenso a quella che Giovanni Paolo II definiva "cultura della morte".
Dicevo, il cristiano dovrebbe impegnarsi ad educare a vivere nella responsabilità il rapporto uomo-donna, aiutare attivamente chi si trova in difficoltà, per evitare gli aborti come già fanno molte associazioni per la vita.
Dunque, torniamo al quesito che voglio sottoporre a questi "dottori" della accademia G.P. II.
Non guardate all'assurdità della narrazione, ma concentratevi nella risposta da dare al problema filosofico, morale che pone.
Iniziamo.
C'è uno scienziato, che vuole ammazzare un suo collega, che chiameremo il signor Tizio Sempronio detto Caio, perché lo considera una minaccia per la sua carriera, perché non condivide il suo metodo scientifico, e i suoi principi morali li vede come un pericolo per l'intera società e il progresso sulla via dell' emancipazione umana dalle vecchie logiche morali.
Lo scienziato assassino, che non merita un nome, è un essere molto intelligente e ingegnioso, quanto malvagio.
Il suo odio verso il dott. Tizio è enorme, e ogni notte si scervella ad inventare metodi per ammazzarlo. Una notte preso dall'impeto dell'odio, pensa di strozzarlo con le proprie mani, ma subito esclude questa ipotesi, il Sempronio è un giovane uomo di 88 kg per 180 cm. di massa muscolare, e lui invece è un vecchio mingherlino di 60 kg per 166cm. Lo disintegrerebbe con un dito.
Potrebbe avvelenarlo, ma anche questa è un'ipotesi da scartare, quando mai ha occasione di fargli assumere il veleno? Si detestano e si evitano come la peste. Troppo complicato.
Potrebbe sparargli con un fucile di precisione... appunto, di precisione! Non ha fatto nemmeno il militare, essendo stato riformato per un fisico rachitico, e non ha mai nemmeno visto una carabina giocattolo, tutto ciò che riguarda l'uso delle armi lo vede impacciato, quindi è da considerare escluso anche questo metodo.
Idea! Potrebbe assumere un sicario per ammazzare il Caio, quello stronzo! Ogni giorno che passa aumenta l'odio e il desiderio di vederlo morto, "sarei disposto a pagare 1000 euro per eliminarlo dalla faccia della terra", pensava tra se e se, grattandosi la pelata e fissando il soffitto rischiarato dall'orario proiettato dalla sveglia... 1000 euro? Chi mai è disposto ad uccidere per una simile miseria, nemmeno un tossico delle favelas di Rio de Janeiro. Troppo tirchio il nostro scienziato, e poi pensandoci bene, troppo rischio. "No! è da stupidi, e pure troppo costoso, in oltre, mi metterei in una brutta situazione, coinvolgere un sicario, significa esporsi ad un eventuale ricatto. Poi dovrei ammazzare il killer per assicurarmi che in futuro non parli, o mi ricatti." Mica scemo vero? Criminale, ma non scemo. Questo pensava rigirandosi nel letto.
Come fare dunque? Non c'è soluzione.
Forse un falso incidente stradale? "No... non è fattibile ho la macchina nuova, tra l'altro, e poi magari si salva. Rovino l'auto e rischio di non ottenere lo scopo."
"Possibile?! Sono un genio, devo trovare un modo per ammazzare quel cane di Sempronio."
Una notte in cui il sonno era agitato, forse per una cena troppo pesante, pizza ai peperoni della pizzeria InfernoRosso, un mattone indigeribile che nemmeno tre litri di pessima cola riuscirebbero a smaltire, ha una visione del vecchio giacinto pannella detto marco, e una parola gli si imprime nel cervello: Aborto!
Aborto! Si svegliò pronunciando quella parola che gli suonava come una dolce melodia.
Perché, si chiedeva, questa mi pare la soluzione ai miei problemi? Ah, se quella cagna di sua madre avesse abortito quella scimmia, cagandolo nel cesso, ora per me non ci sarebbe più alcun problema, e la mia vita scorrerebbe più facile e serena. Il mondo sarebbe più libero se non ci fossero parassiti come lui e le sue idee retrograde!
Ma ormai non si può più abortire chi già è nato, lo devo ammazzare. Ammazzare... che brutta parola, in fondo sto praticando un aborto tardivo... sghignazzando, ripetè ad alta voce: "molto tardivo".
Oggi giorno è quasi legale abortire al nono mese, che sarà mai praticare un aborto con "qualche" mese in più?
Questi pensieri lo misero di buon umore, e fu così che rilassato dall'ilarità dell'idea di chiamare aborto tardivo quello che è un omicidio, gli si balenò nel cervello la soluzione.
Demonio di un pannella! Mi ha dato la via giusta per togliermi dalle scatole il signor Tizio.
Perché non ci ho pensato siubito? Sono uno scienziato, un gran scienziato. La mia scienza mi toglierà dagli impicci.
Si! Si-può-fare! Eureka! Inventerò la macchia del tempo.
Ora, qui, il lettore storcerà un po' il naso, e mi dirà: Cadiamo nella fantascienza, devi essere più aderente alla realtà, questa storia non sta in piedi.
Carissimo lettore, fermati un attimo e rifletti, uomo di poca fede nella scienza. Oggi, i viaggi nel tempo non sono fattibili, ma perché vuoi mettere limiti alla scienza? Un domani, potrebbero essere cosa di quotidiana routine: Noi abbiamo fiducia nella scienza, anzi mettiamoci pure la esse maiuscola: Scienza! Ma sì abbondiamo, "abbondiamo, abondantis adbondandum" facciamo capire che siamo degli uomini moderni che hanno fede nella Scienza per cui scriviamolo con una doppia "S" SS-ᛋᛋcienza! Abbi fede dunque!
Il nostro scienziato in un lampo di genio capì tutto il meccanismo e le leggi fisiche per realizzare la macchina del tempo. Si vede che era proprio assistito dall'alto... emh, volevo dire dal basso!
Si mise a lavorare come mai aveva fatto prima, la gioia di realizzare il suo progetto omicida, gli fece pure passare la gastrite che da un po' lo affligeva.
Ed ora, dopo nemmeno un mese di duro lavoro, eccola lì davanti ai suoi occhi: Bella come una donna di avanspettacolo.
No! Sbagliato! Non è una DeLorean... scommetto che avevate pensato a questo!
Era invece, in tutta onestà, un manufatto mai visto prima, molto gradevole al vedersi, dalle linee eleganti e futuriste assomigliava ad una mandorla messa in verticale, di un colore nero lucido. Non mi addentro nei dettagli tecnici perché non ci capisco un fico, ma a detta del nostro scienziato, è un gioiello di fisica quantistica, un capolavoro di ingegneria, la perfezione della tecnica, la celebrazione dell'orgoglio umano. Guardando la sua creatura, compiaciuto, quasi sbavando di piacere, si ripeteva nella mente, contemplandosi questo mantra: "Mi sono superato", "mi sono superato"... Chi è meglio di me?
Nessuno!
Nemmeno quella scimmia mezzo evoluta di Sempronio! Cosa pretende? La mia cattedra? Io sono il meglio, la meglio scienza è la mia visione di scienza. Io sono il non plus ultra!
Era in delirio! Ma subito si mise all'opera per concretizzare il suo piano omicida, anzi chiamiamolo piano disinfestazione. Tutto ciò anche per il bene dell'umanità e della scienza sia chiaro... non solo per la mia sete di potere. In fondo sono un benefattore dell'umanità, è per me, una priorità impedire che si diffonda quella mentalità castrante, retrograda e moralista.
Aveva fatto accurate ricerche sulla vita del dottor Sempronio e la sua famiglia. Andava, così, a colpo sicuro, senza complicazioni. Sapeva già tutti i dettagli, ogni luogo, data, nomi per porre in essere l'omicido, che non sarà omicidio, ma un semplice, tranquillo, legale, abortino.
Si tratta quindi, di tornare indietro nel tempo, secondo i suoi calcoli, il 22 maggio 1978, era la data giusta in cui iniziare "l'operazione disinfestazione" e contattare la madre di Tizio per convincerla con argomentazioni scientifiche ad abortire quel "grumo di cellule" che portava in grembo.
Tutto era pronto, con una certa emozione entrò nella macchina, ne accese i dispositivi, e il suo volto si illuminò di orgoglio e fierezza nel vedere la perfezione della sua creatura.
Il viaggio gli procurò un leggero capogiro, non sapeva se imputarlo alla vorticosa velocità con cui aveva attraversato lo spazio e il tempo, oppure alla consapevolezza di aver costruito una cosa così grande.
Giunse a destinazione. Luoghi ed atmosfere già vissuti, come un deja vu.
Si occupò subito di affittare un locale dove allestire il suo finto studio medico. Poi si mise alla ricerca della signora Sempronio. Fu facile trovarla, la vide passeggiare quel lunedi di maggio, percorreva la consueta strada che dalla fabbrica dove lavorava, conduceva al palazzo popolare dove viveva in affitto con il marito.
Eccola, si disse, e con piglio deciso la avvicinò, con discrezione si presentò enfatizzando il titolo di dottore. Gli chiese se fosse in dolce attesa, la donna imbarazzata disse di no. In effetti non lo sapeva ancora, era troppo presto per dirlo con certezza. Ma il dottore guardandola con occhio professionale, gli disse: cara signora lei è incinta lo vedo bene in base alla mia esperienza di dottore, e qui iniziò la sua prolusione scientifica che fece intontire la donna, il dottore parlava, e parlava con apparente competenza, e la donna sempre più imbambolata e impaurita pendeva dalle sue labbra. Non si sa come ma riuscì a convincerla che c'erano possibilità che il bambino sarebbe nato disgraziato e avrebbe fatto una vita di sofferenza, se mai fosse riuscito a nascere vivo, e a superare i primi anni di vita. Non ci si può credere, come ci sia riuscito a convincerla, sarà stata la recente scomparsa del padre, che la fece capitolare, oppure la lontananza del marito che per lavoro era in quei giorni in trasferta e ci doveva stare per alcuni mesi. Forse per queste ragioni era vulnerabile e un po' triste, fatto sta che quel serpente riuscì a convincerla, icantarla con la sua lingua biforcuta e attirarla nel suo laboratorio e praticare lo sciagurato aborto. La donna si diceva che effettivamente doveva essere un gran luminare della medicina se era riuscito a capire che aspettava un bambino prima ancora che ne avesse la certezza lei stessa. Poi la propaganda abortista in quei mesi la avevano messa in gran confusione, aveva perso la bussola dei veri valori, e poi la prospettiva di una vita sacrificata ad accudire un bimbo disgraziato... se mai fosse nato vivo, come diceva il dottore con tanta certezza scientifica... c'erano forti possibilità che nascesse già morto... tutti questi pensieri che gli turbinavano nella mente la turbarono e presa dal panico e dalla paura, senza consultarsi con nessuno si mise nelle mani di quel medico di morte.
Fu una vittoria assoluta. Mentre praticava l'aborto i suoi occhi infuocati di odio facevano impressione, la donna li vide e in quel momento capì che stava sbagliando, ma ormai tutto era compiuto.
Il volto del medico faceva fatica a trattenere un ghigno di soddisfazione, vedeva che la Signora Sempronio era turbata e pentita, e gli somministrò l'ultimo inganno: "Non si preoccupi signora, lei è giovane, avrà altri figli." Ma dentro di se completava la frase: "...ma certo non Tizio che ho smembrato qui con le mie mani, finalmente!"
Si salutarono garbatamente, il dottore evidentemente soddisfatto, la donna palesemente angosciata.
Decise che sarebbe rimasto ancora qualche giorno a rivivere l'atmosfera briosa della sua giovinezza, in quei fine anni '70, dove si respirava ancora aria di rivoluzione.
"Un ultima passeggiata, poi tornerò a godere della mia vittoria".
Nel quartiere, la gente mormorava, una donna s'era ammazzata, non si capiva il perché, una giovane sposa s'era gettata dalla finestra del palazzo in cui viveva.
"Come si chiamava?" Domandò lo scienziato, ad una anziana signora che triste e dispiaciuta commentava la disgrazia con un'altra comare.
"Carla Vida in Sempronio!" Fu la risposta, con voce strozzata, della vecchia, e non aggiunse altro.
Lo scienziato, se ne andò diretto alla sua macchina del tempo, e non riuscì a trattenere una risata soddisfatta.
Ora che è finita questa storia pongo la mia domanda ai dottori dell'istituto:
Ha commesso un omicidio il nostro scienziato?
Perché, in effetti, ha solo convinto una donna ad abortire il bimbo che da poco portava in grembo.
Non l'ha costretta, non l'ha ingannata perché c'è sempre una possibilità che un bimbo nasca disgraziato o morto. La donna liberamente ha scelto di abortire, lui ha solo eseguito l'operazione.
Possiamo dire che il nostro scienziato è un omicida?
Ora porrò una domanda a tutti quei cattolici che si sentono adulti e la pensano come il mondo, la pensano come gli atei di questo mondo.
Se per un miracolo della carità divina, il Signore vi desse la grazia di assistere all'istante della Sua divina incarnazione, e voi, con i vostri occhi vedeste il Santo arcangelo Gabriele portare l'annuncio a Santa Maria e il Verbo di Dio farsi carne, come vi comportereste?
Cadreste in ginocchio ad adorare così come fecero le creature dell'intero paradiso difronte a Maria santissima sempre vergine che portava in grembo il Verbo fatto uomo?
Oppure rimmarreste indifferenti difronte a quell'inaudito avvenimento?
Penso che se non siete bestie insensibili, cadrete in ginocchio in adorazione di Dio fatto embrione!
Allora, se non siete ipocriti, come fate ad adorare il Verbo fatto carne... fattosi embrione, ed essere allo stesso tempo favorevoli all'aborto? Considerate ciò che disse il Maestro: Quello che fate al più piccolo dei miei fratelli lo avete fatto a me!
Non si può essere cristiani e favorevoli all'aborto, una cosa esclude l'altra!