Serva di Dio Teresa Musco, la stigmatizzata di Caserta. Un'anima vittima dei nostri tempi

Teresa Musco nacque il 7 giugno 1943 in una povera casa del paese di Caiazzo, in provincia di Caserta. I Musco erano una famiglia onesta e religiosa, sebbene povera e piuttosto numerosa (dieci figli videro la luce in casa Musco, anche se quattro di questi morirono in tenera età).

Il papà si chiamava Salvatore. Era un contadino, temuto dalla famiglia per i suoi violenti accessi di collera e per la fermezza dispotica delle sue decisioni, che arriveranno all’esasperazione insensata e crudele contro la povera Teresa. La mamma, Rosa Zullo, era una donna dolce e dimessa, sempre sottomessa e docile al marito, sollecita nei suoi doveri di madre e moglie fra gli innumerevoli sacrifici che la grossa famiglia esigeva da lei per andare avanti.

Se è vero che il papà lasciava a desiderare in quanto a fede, specialmente con le sue bestemmie, la mamma, invece, era di esempio per i figli con la sua vita di pietà sincera. Fu lei l’educatrice religiosa della famiglia pur in mezzo a tante tribolazioni che levavano la pace dentro e fuori casa; a quel tempo infatti le tragedie della seconda guerra mondiale avevano significato per tutto il popolo terrore, fame, rovine materiali e morali.

L’infanzia della piccola Teresa fu segnata da tante sofferenze e paure che formarono il suo senso di responsabilità e la sua generosità nell’aiutare in casa con ogni sorta di servizi anche al di sopra della sua età. A quel tempo Teresa soffriva già di cefalee, di alte febbri, di coliche lancinanti, ma nello stesso tempo godeva di visioni ineffabili di Gesù, della Madonna, di Angeli e di Santi.

Così Teresa descriveva i suoi "incontri" con la Madonna: "Posso dire che, dall’età di sei anni, sono stata circondata da particolare predilezione della Mamma Celeste. Difatti era con me quando rassettavo, quando pregavo e anche quando giocavo mi sentivo chiamare per trattenermi con Lei. Quando ero malata me la sentivo sempre vicino, e per me era un conforto e una protezione. L’unica cosa che mi ripeteva sempre era: 'Offri la tua sofferenza per i peccatori".

Un giorno le apparve Gesù dolorante e sanguinante. Ecco la descrizione di questo episodio fatta da lei stessa: "Mi trovavo sola in casa, Gesù con una grande croce sulla spalla e lamentandosi mi mostra le sue spalle tutte flagellate e tutte le ferite aperte. Io con un fazzolettino asciugai il sangue che scendeva dal viso e dalle ferite…".

Teresa, desiderando ardentemente di unire le sue sofferenze a quelle di Gesù, voleva per sé le cose più umilianti e spregevoli, e perciò diceva "Fa’ di me uno straccio". E infatti l’umiltà, il nascondimento, le incomprensioni, le offese e i maltrattamenti avrebbero segnato costantemente la sua esistenza, e la piccola Teresa avrebbe cominciato presto a essere trattata come "uno straccio" dentro e fuori casa, dagli estranei e persino dai suoi familiari.

Prima ancora dei sei anni si infliggeva delle penitenze corporali: "per mortificare la carne ho fatto una corda con tutti nodi, e me la sono stretta intorno; e ogni dolore, ogni trafittura la offro per i peccatori, per le anime del Purgatorio...per le anime che rischiano l’inferno....quelle che peccano contro la purezza...", scriveva Teresa.

Si può dire che la Famiglia Musco fosse in dissesto pressoché continuo, le condizioni si facevano a volte così critiche che era molto difficile salvarsi dalla disperazione. Fortunatamente in casa c’era la Signora Rosa che pregava, e c’era soprattutto la piccola Teresa che si offriva vittima di espiazione per i peccatori e, anzitutto, per il suo papà bestemmiatore! Il papà spesso faceva scenate contro la piccola coprendola di percosse, di "sputi e bestemmie". Per castigo, arrivò a ordinare a Teresa di andare ogni mattina con la mamma a vendere la verdura. Era un lavoro faticosissimo, alla fine della giornata, madre e figlia tornavano a casa esauste, ma anziché pace e comprensione, trovavano l’ira e le bestemmie del papà che molte volte costringeva le due poverette ad andare a letto anche senza cena.

Il 1° maggio 1950 la Madonna disse a Teresa: "Figlia mia, tu avrai molto da soffrire: girerai ospedali, medici, e nessuno capirà la malattia che il Padre ha posto nel tuo cuore...". Queste sofferenze erano necessarie per riparare ai peccati che si commettono nel mondo.

Il 1° novembre 1950, mentre la piccola Teresa era in chiesa, un Sacerdote le disse: "Figlia, ti raccomando!... Prega per la salvezza delle anime che si trovano in Purgatorio: non c’è chi prega per loro". Teresa chiese al Sacerdote con confidenza: "Chi sei?...", e il Sacerdote rispose sorridendo "Io sono Padre Pio, cioè Francesco, Gesù mi ha detto di dirti di non dire mai a nessuno quanto ti viene riferito. Tu un giorno sarai come me. Guarda...", e le fece vedere le stimmate nelle sue mani. Poi la benedisse e scomparve.

Un’altra volta la Madonna le disse: "Figlia, offri tutto quello che ti capita di offrire per i Sacerdoti, perché... non capiscono più quale sia la volontà di Dio...".

Intanto la sua salute andava progressivamente peggiorando. Aveva lancinanti dolori alla testa, che sembravano farla impazzire. All’inizio del 1954, arrivarono dei pesanti disturbi al fegato. Ebbe anche febbri altissime, così alte che il medico non riusciva a capacitarsene: fece cambiare quattro termometri, ma era sempre la stessa altissima temperatura. Alla fine dello stesso anno le vennero anche forti dolori addominali, insopportabili. Il medico le diagnosticò un’appendicite acuta, con necessità di ricovero d’urgenza. Qualche tempo dopo Teresa avvertì dolori acuti alle ginocchia e alla schiena, tanto da non poter camminare. Il medico, non sapendo più che cosa dire, dispose che la bambina fosse ricoverata nell’Ospedale Civile di Caserta. E lì ancora sofferenze, con aghi infilati nelle ginocchia per ricerche e analisi dolorosissime, con la diagnosi finale di "turbercolosi ossea" che costrinse all’ingessatura e a cure dai risultati pressoché nulli. Due anni dopo, nel 1957, Teresa venne di nuovo ricoverata a Caserta; la situazione apparve talmente critica che il medico curante comunicò alla madre di Teresa che a sua figlia rimanevano solo pochi mesi di vita. Ma a dispetto delle previsioni Teresa riuscì a sopravvivere anche a questa prova.

Un giorno Teresa si sentì dire da Gesù: "..se nelle famiglie non ci sarà sempre la recita del Rosario e la frequenza dei Sacramenti, né la pace, né l’amore ci sarà mai in esse. Quindi, tu, quando sarai grande e ti troverai di fronte a tanti Sacerdoti, figli a me cari, mi raccomando di dir loro che insistano sempre sulla frequenza dei Sacramenti e sulla recita del Rosario...".

Dopo l’ennesimo ricovero in ospedale e dopo sei mesi di esami e di sofferenze, conclusi con un completo fallimento della scienza medica, Teresa fu costretta a tornare a casa. Ma lì trovò le porte di casa sprangate! L’atteggiamento del padre e di tutta la famiglia era sempre più ostile alla giovane.

L’8 gennaio 1968, dopo il rifiuto del padre di accettarla in casa, partì per Caserta. La preoccupazione massima di Teresa era come fare a tirare avanti a Caserta, da sola e senza mezzi di sostentamento. Ma la Provvidenza le venne presto in aiuto. Una pia signora di Caserta prese con sé Teresa, venendole incontro in tutti i suoi bisogni con premura materna.

Durante la settimana santa del 1969 Teresa ricevette le stigmate. Il 31 luglio dello stesso anno ricevette anche le piaghe della Corona di spine. In seguito, ogni tanto, la fronte di Teresa apparirà circondata di sangue. Nel gennaio 1960 Gesù le apparve dicendole: "Figlia mia, Teresa, voglio offrirti la ferita del mio costato. Tu che ne dici? Te la offro per la salvezza delle anime". Teresa rispose con trasporto: "Sì, sì, la voglio!".

A tutte queste sofferenze mistiche si aggiungevano sempre nuovi scompensi e disfunzioni, con coliche renali, tachicardie, febbri altissime, dolori addominali, che contribuivano a debilitare il suo povero organismo già pesantemente provato da anni e anni di sofferenze. E come se non bastasse c’erano pure le vessazioni diaboliche, l’emarginazione da parte dei suoi, le diffidenze, le insinuazioni, i sospetti di cui la circondavano certe voci maligne.

Nel sopportare tutte queste sofferenze le davano sostegno e conforto solo i Sacramenti e la preghiera, l’Eucaristia e il Rosario, che sono il nutrimento dei Santi. Di grande sostegno, inoltre, furono il suo Padre spirituale, Don Giuseppe Borra (rettore dei Salesiani di Caserta) e il Fratello spirituale, Padre Franco Amico, le due guide che l’assistettero negli ultimi anni della vita.

Teresa voleva essere particolarmente generosa nell’immolarsi per i Sacerdoti. E tantissimi Sacerdoti fecero a lei ricorso durante la sua permanenza a Caserta. Diverse centinaia, venuti da molte parti, andavano da lei per chiederle consigli e preghiere.

Messa, Comunione, Adorazione eucaristica, sono i tre tesori della pietà eucaristica presenti nelle giornate di Teresa, spesso con grande sforzo e sacrificio. Diverse volte il Signore provvide a nutrirla dell’Eucaristia in modo straordinario, mandandole un Angelo a comunicarla, e, per qualche tempo, Padre Pio da Pietrelcina. Tutte le prove di Teresa, tutti gli strazi spirituali e fisici si placavano facilmente ai piedi di un Tabernacolo.

Un fenomeno nuovo e sconcertante si verificò nell’ultimo anno e mezzo di vita di Teresa: molte immagini di Gesù e della Madonna iniziarono a lacrimare e a versare sangue. Il primo episodio avvenne il 26 febbraio 1975. Mentre Teresa puliva un quadretto del S. Volto di Gesù, si accorse improvvisamente che il Volto Santo stava lacrimando. Fu il primo segno straordinario. Il quadretto venne fatto esaminare dall’Arcivescovo di Caserta, che poi rilasciò il permesso di esporlo sull’altarino domestico di Teresa.

Il 5 gennaio 1976, Teresa annotava sul diario: "Questa mattina ho chiesto a Gesù Crocifisso, mentre piangeva, perché dava questi segni, Gesù Crocifisso mi ha detto: 'Teresa, figlia mia, tu vedi quanta malvagità esiste nei cuori dei miei figli, specialmente quelli che dovrebbero avere più amore e dare maggiore buon esempio, mentre sono quelli che più lasciano a desiderare. Tu prega, figlia mia, per loro, e offri senza risparmio. Vedrai che quaggiù non troverai comprensione, ma lassù sarai felice e piena di gloria...".

Dal 13 marzo 1973 Teresa sapeva che non sarebbe passato molto tempo ancora per la dipartita da questo mondo, glielo aveva rivelato Gesù stesso. Quello stesso anno venne portata alla Clinica dei Gerani, a Napoli, per una emodialisi. Nella Clinica dei Gerani trovò un ambiente sereno. Ma gli interventi a cui Teresa fu sottoposta erano lunghi e dolorosi. Eppure, la giovane li affrontò sempre con grande coraggio e senza il minimo lamento. I medici ne rimasero molto ammirati. Il giorno della Madonna del Carmine le venne applicato il rene artificiale.

Il 19 agosto 1976, quando aveva già compiuto 33 anni, Teresa lasciò questo mondo, "all’improvviso" - riferisce Padre Franco - "ecco che le sue braccia si sollevarono più in alto della testa e tutto il suo corpo, le gambe, i piedi assunsero una rigidità come se fosse diventata tutta di marmo. Teresa assunse l’atteggiamento di Gesù agonizzante con le braccia spalancate sulla croce". La salma rimase esposta per due giorni e due notti e il via vai di gente accorsa da ogni parte fu interminabile. Il traffico cittadino fu bloccato per l’imponente afflusso di persone. Le esequie furono solenni, la Messa venne celebrata da venti Sacerdoti nella Cattedrale di Caserta.

Scriveva Renzo Allegri in un suo articolo del 09.10.2000 su "Il Giorno":
"Quando morì, il 19 agosto 1976, ufficialmente Teresa Musco era soltanto una povera contadina di 33 anni, semianalfabeta, che aveva trascorso l'esistenza quasi sempre chiusa in casa, spesso a letto, tormentata da malattie strane e sofferenze atroci. Ma alcune persone, che le erano state particolarmente vicine, avevano potuto constatare come in quella povera ragazza si verificavano ogni giorno i fatti più incredibili: colloqui con entità invisibili, manifestazioni sul suo corpo, come stimmate, sudorazione di sangue, bilocazioni, estasi. Inoltre, precognizione del futuro, lettura del pensiero; diagnosi di malattie segrete, sfuggite non solo al controllo dei medici ma anche a quello delle più sofisticate macchine diagnostiche. In quel mio viaggio, potei avvicinare e interrogare medici che avevano assistito Teresa nelle sue inspiegabili malattie, amici con i quali lei si confidava, sua madre che era ancora viva, il suo padre spirituale.

E potei soprattutto consultare una poderosa documentazione, costituita da dieci volumi di testimonianze giurate, con il diario di Teresa, fatto di quasi tremila pagine. Potei vedere centinaia di fotografie dei vari fenomeni di cui la Musco era stata protagonista. Le persone che le erano vicine avevano voluto documentare tutto. Le foto, scattate in serie, a breve distanza una dall'altra, erano una specie di cronaca visiva di ciò che accadeva. C'era anche tutta una serie di bobine registrate durante le estasi, e in esse si potevano udire perfino le voci delle entità invisibili con cui Teresa parlava, e riprese filmate che mostravano i vari fenomeni durante il loro svolgimento. Ciò che vidi, mi colpì moltissimo. E la mia impressione venne fortificata dalla lettura di un grosso volume biografico su Teresa, uscito in quel periodo a firma di Padre Gabriele Roschini. Fu proprio quel volume a convincermi definitivamente che quanto avevo conosciuto meritava ampio credito perché Padre Roschini era una personalità indiscussa della materia. Filosofo e teologo di fama internazionale, autore di innumerevoli pubblicazioni scientifiche, professore della Pontificia Facoltà Teologica di Roma, esperto al Concilio Vaticano II, per 27 anni consultore della Sacra Congregazione dei Santi, mai si sarebbe messo a sostenere quella vicenda se non avesse avuto la certezza assoluta di trovarsi di fronte a una vicenda di grandissima importanza.

'Nella lunga carriera', scrisse in quel suo libro 'ho avuto occasione di leggere e vagliare innumerevoli biografie di anime sante. Nessuna però può paragonarsi alla vita e ai fenomeni straordinari di Teresa Musco. Essi rappresentano il più grande complesso di fenomeni mistici di ogni tempo e luogo'. Giudizio straordinario. Da allora sono passati tanti anni. Di Teresa si è parlato e scritto poco. Ma so che in questi anni il fenomeno Musco è stato soppesato e valutato meticolosamente, e dovrebbe, ora, riemergere in tutto il suo stupefacente splendore".


Fonte:

profezie3m.altervista.org/ptm_musco.htm

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Si legga anche:

Straordinarie profezie della mistica casertana Teresa Musco: "Grandi flagelli sono diretti sull'Italia"