Se i vizi carnali del clero sono due, perché papa Francesco ha deciso di debellarne solo uno? - von Gianni Toffali
Papa Francesco ha abolito il segreto pontificio per i reati di abuso sessuale. Ottimo!
Ma un singolo atto basta a risanare la chiesa dai peccati della carne dei suoi ministri?
All'atto della consacrazione, i "chiamati", per esempio i religiosi, promettono a Dio di vivere nella povertà, nella castità e nell'obbedienza.
Peccato che la quasi totalità delle promesse, viene sistematicamente abiurata.
Restano da appurare le percentuali di "tradimento" delle singole virtù.
Senza ombra di dubbio, le più violate sono la povertà e l'obbedienza: gli scandali di porporati proprietari di attici milionari e di preti che disobbediscono ai loro vescovi per inseguire i venti di dottrina, sono all'ordine del giorno.
Il terzo voto "abbandonato", cioè la castità, segue a ruota. Le "debolezze" carnali dei preti non sono facilmente quantificabili.
A parte rari casi di liaison con devote parrocchiane, le cronache clericali narrano unicamente di pedofilia e omosessualità.
Se i vizi carnali del clero sono due, perché papa Francesco ha deciso di debellarne solo uno?
Un' accurata indagine svolta negli anni scorsi negli Stati Uniti (ma naturalmente vale anche per il resto del mondo) ha rivelato che l'80% dei casi di abuso riguardi atti omosessuali con adolescenti e non la pedofilia vera e propria.
Una ulteriore conferma è arrivata nei mesi scorsi dal Belgio, dove un rapporto pubblicato dalla Chiesa ha attestato che nel 76% dei casi registrati, le vittime sono maschi.
Se ne arguisce che parlare di abusi sui minori da parte di sacerdoti ignorando che oltre l'80% sono atti omosessuali significa non voler risolvere la questione.
Traduzione: se la Chiesa non affronterà la piaga delle pratiche di Sodoma, certi preti potranno ancora bellamente sollazzarsi all'ombra dei campanili.
Fortunatamente per i fedeli, anche se il marcio della chiesa postconciliare pullula di pedofili e di lobby gay, sussiste ancora un piccolo resto di sacerdoti che lavora indefessamente per la vigna del Signore.
Alla faccia di chi brandisce la mazza della pedofilia per distruggere la casa di Dio.
Ma un singolo atto basta a risanare la chiesa dai peccati della carne dei suoi ministri?
All'atto della consacrazione, i "chiamati", per esempio i religiosi, promettono a Dio di vivere nella povertà, nella castità e nell'obbedienza.
Peccato che la quasi totalità delle promesse, viene sistematicamente abiurata.
Restano da appurare le percentuali di "tradimento" delle singole virtù.
Senza ombra di dubbio, le più violate sono la povertà e l'obbedienza: gli scandali di porporati proprietari di attici milionari e di preti che disobbediscono ai loro vescovi per inseguire i venti di dottrina, sono all'ordine del giorno.
Il terzo voto "abbandonato", cioè la castità, segue a ruota. Le "debolezze" carnali dei preti non sono facilmente quantificabili.
A parte rari casi di liaison con devote parrocchiane, le cronache clericali narrano unicamente di pedofilia e omosessualità.
Se i vizi carnali del clero sono due, perché papa Francesco ha deciso di debellarne solo uno?
Un' accurata indagine svolta negli anni scorsi negli Stati Uniti (ma naturalmente vale anche per il resto del mondo) ha rivelato che l'80% dei casi di abuso riguardi atti omosessuali con adolescenti e non la pedofilia vera e propria.
Una ulteriore conferma è arrivata nei mesi scorsi dal Belgio, dove un rapporto pubblicato dalla Chiesa ha attestato che nel 76% dei casi registrati, le vittime sono maschi.
Se ne arguisce che parlare di abusi sui minori da parte di sacerdoti ignorando che oltre l'80% sono atti omosessuali significa non voler risolvere la questione.
Traduzione: se la Chiesa non affronterà la piaga delle pratiche di Sodoma, certi preti potranno ancora bellamente sollazzarsi all'ombra dei campanili.
Fortunatamente per i fedeli, anche se il marcio della chiesa postconciliare pullula di pedofili e di lobby gay, sussiste ancora un piccolo resto di sacerdoti che lavora indefessamente per la vigna del Signore.
Alla faccia di chi brandisce la mazza della pedofilia per distruggere la casa di Dio.