Era davvero questo il volto di Maria Maddalena?

Gli scienziati hanno ricostruito un viso di donna partendo da oltre 500 foto di un cranio conservato nel Sud della Francia: secondo un'antica tradizione si tratterebbe dei resti della nota figura biblica, ma non ci sono prove concrete

di Sarah Gibbens


In una cittadina medievale del Sud della Francia, una cripta nascosta sotto una basilica ospita alcune famose reliquie: un cranio e delle ossa che la tradizione vuole appartengano a Maria Maddalena. Uno scienziato e un artista hanno utilizzato questi resti umani per ricostruire l'aspetto che la donna avrebbe avuto da viva.
La ricostruzione facciale si basa sulla modellazione del cranio fatta al computer e rappresenta una donna con naso a punta, zigomi alti e un viso rotondo. Per chi crede si tratti delle ossa di Maria Maddalena, è il volto di una delle donne più note della Chiesa Cattolica, nel bene e nel male.

"Non abbiamo alcuna certezza si tratti davvero dei resti di Maria Maddalena", precisa Philippe Charlier, antropologo biologico della Université de Versailles Saint-Quentin-en-Yvelines, "Ma era molto importante che non fosse più un cranio anonimo". Charlier si è occupato della ricostruzione insieme a Philippe Froesch, artista visivo specializzato in scienze forensi.

Maria Maddalena è da sempre una figura controversa all'interno della Chiesa Cattolica. A partire dal V secolo è stata rappresentata come una prostituta, e alcune teorie popolari, prive di conferme, l'hanno anche proposta come moglie di Gesù.

In un'intervista del 2004 con National Geographic, il professor Karen King della Harvard Divinity School ha sottolineato come l'unica prova conclusiva del ruolo di Maria Maddalena la identifichi come una seguace di Gesù. Al tempo, King sosteneva che potesse aver giocato un qualche ruolo cruciale nello sviluppare le basi del Cristianesimo.

Nel 1279 hanno preso piede voci secondo le quali i suoi resti sarebbero stati conservati nel Sud della Francia, come ha scritto Rebecca Lea McCarthy nel libro Origins of the Magdalene Laundries. Da allora, scrive McCarthy, i suoi resti sono stati "trovati" in almeno altre cinque regioni.

Nonostante l'assenza di prove concrete su cosa ne sia stato di Maria Maddalena, Froesch e Charlier volevano dare un volto al famoso teschio di Saint Maximin. I due esperti hanno iniziato a interessarsene tre anni fa, quando Froesch si trovava nel Sud della Francia per lavorare sulla ricostruzione facciale di un altro cranio. Ha allungato la sua visita per recarsi nel piccolo villaggio e, mentre si trovava nella basilica, ha esplorato la cripta dove viene conservato in una teca di vetro decorata.

Poiché l'ultima volta che il cranio è stato studiato risale ormai al 1974, la teca era chiusa. I ricercatori hanno aggirato il problema scattando più di 500 fotografie che mostravano il teschio da diverse angolazioni. Basandosi su queste immagini, sono riusciti a creare un modello del volto al computer, in grado di mostrare caratteristiche come dimensioni, zigomi e struttura ossea.

A partire da queste informazioni hanno capito che si trattava di una donna morta all'età di circa 50 anni, di discendenza mediterranea. La forma del naso e altri dettagli sono stati determinati sfruttando proporzioni trigonometriche, basate su caratteristiche che corrispondevano all'età del teschio, al sesso e all'etnia.

Le foto dei capelli trovati sul cranio indicano che la donna aveva una chioma color castano scuro, mentre la tonalità del volto è stata determinata in base a quelle tipiche delle donne mediterranee. Sui capelli è stato anche trovato un tipo di argilla che si usava per prevenire le infestazioni da pidocchi.

Alcune caratteristiche, come il peso e l'espressione del volto, sono il frutto dell'interpretazione di Froesch e Charlier. Come riporta Froesch, il loro processo si fonda su tecniche forensi sviluppate dall'American Federal Bureau of Investigation e si usa diffusamente nelle indagini sulle scene del crimine.

In futuro, Charlier vorrebbe condurre ulteriori ricerche sul teschio al di fuori della teca. Le tecniche come la datazione al carbonio, che permette di stabilire l'età di un reperto, si possono sfruttare solamente rimuovendo piccole porzioni del teschio, un'operazione che la Chiesa Cattolica non ha consentito.

Charlier spera anche di poter condurre dei test del DNA sui resti per determinarne l'origine geografica. Sia lui che Froesch sono irremovibili sul fatto che la ricerca è stata condotta in maniera indipendente dalla chiesa e come studio accademico, ma hanno condiviso le immagini con i leader religiosi della città, che hanno apprezzato la ricostruzione.

Video della ricostruzione del volto dal cranio in www.nationalgeographic.it/…/1

Basilica di Santa Maddalena a Saint Maximin

Basilica di Santa Maddalena a Saint Maximin

Santa Maria Maddalena, secondo la tradizione popolare, è morta nella vicina cittadina di Saint-Maximin dove, per custodire le preziose reliquie, è stata costruita la grandiosa Basilica (incompiuta), definita ‘Il terzo sepolcro della cristianità’, dopo Gerusalemme e Roma.

Cacciata da Gerusalemme causa la persecuzione dei primi cristiani, Maria di Magdala detta la Maddalena, con il fratello Lazzaro, la sorella Marta e alcuni compagni, s’insediò nel sud della Francia prendendo parte all’evangelizzazione della Provenza.
Maria Maddalena si ritirò in una grotta-eremo nel massiccio roccioso provenzale che prese il nome di Sainte-Baune.
Morì nel villaggio ai piedi del gruppo montuoso, tra le braccia di Massimino vescovo di Aix en Provence, villaggio che prese il nome di Saint-Maximin in onore del vescovo divenuto santo.
Le reliquie della Maddalena vennero gelosamente conservate in un sarcofago in un piccolo tempietto.
Per proteggerle dalle frequenti incursioni saracene nella Provenza, vennero nascoste attorno al 710 e per un lungo periodo vennero dimenticate e se ne persero le tracce.

Si narra che nel 1279 furono riscoperte da Carlo II d’Angiò, conte di Provenza e futuro re di Sicilia. Egli stesso, supportato da Papa Bonifacio VIII, volle edificare una basilica quale degno scrigno dei resti della Santa. La costruzione della basilica iniziò nel 1295, come pure l’edificazione dell’attiguo convento. Le preziose reliquie vennero affidate ai padri Domenicani che occuparono il convento fino al 1957.

Basilica di Santa Maddalena a Saint Maximin – interno

La basilica dedicata a Maria di Magdala sorge sopra i resti di un sito religioso merovingio. Nella cripta si trova la preziosa teca contenente il cranio della Santa. Dal 1295 al 1316 furono costruiti l’abside e le prime cinque arcate della navata.
I lavori ripresero nel 1404, poi sospesi ripresero nuovamente dal 1508 al 1532 completando altre quattro arcate, realizzando quello che tutt’ora vediamo, ma lasciando incompiuta la facciata centrale con ancora a vista i mattoni di innesto di quello che doveva essere un portale monumentale racchiuso da una grande torre, forse campanaria.

La basilica è imponente ed è l’unico esempio gotico della Provenza. Lunga 73 metri, larga 28 metri e alta 37 metri, è monumento nazionale dal 1840. Si tratta di una delle più importanti basiliche di Francia.

www.camilliani.org/maria-maddalena…
alda luisa corsini
Se ci soffermiamo sugli schizzi di Lorenzo Ferri, che ritraggono gli apostoli singolarmente nei loro tratti marcatamente orientali e che sono ispirati dalla descrizione della mistica Maria Valtorta, questo ritratto è molto plausibile. I canoni estetici di bellezza nel mondo orientale sono diversi da quelli occidentali. Per avere un'idea di quei tratti fisionomici non guarderei tanto agli ebrei di …Altro
Se ci soffermiamo sugli schizzi di Lorenzo Ferri, che ritraggono gli apostoli singolarmente nei loro tratti marcatamente orientali e che sono ispirati dalla descrizione della mistica Maria Valtorta, questo ritratto è molto plausibile. I canoni estetici di bellezza nel mondo orientale sono diversi da quelli occidentali. Per avere un'idea di quei tratti fisionomici non guarderei tanto agli ebrei di oggi, frutto ormai di matrimoni o accoppiamenti misti europei, quanto a certe bellezze egiziane o yemenite, meglio ancora a quelle presenti in enclave nordafricane antropologicamente protette.
Massimo M.I.
Per i Greci era considerata una dea della bellezza, per i romani una meta ambita, anche se come dice lei i tratti erano Orientali, devesse stata moto bella che non è nella ricostruzione
alda luisa corsini
Il viso della donna ricostruita è molto bello per i canoni dell'epoca, è Lei che si ostina a non apprezzarne l'estetica che, Le ripeto, è orientale.
Massimo M.I.
Va be', non mi ostino più 🤒 . Speriamo che non assomigli a Maria!
alda luisa corsini
Ritengo che Lei non l'avrebbe mai corteggiata: diciamo che non è il Suo tipo...
Massimo M.I.
Se fosse stata così mi sarebbe stato più facile parlare di spirito
Massimo M.I.
Rispetto ha come la descrive la Valtorta è molto brutta la ricostruzione, sti scienziati!?