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zagormau
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L'anima che valorizza ogni azione è l'amore di Dio che si tramuta in amore del prossimo. EGLI CHIEDE SEMPRE AMORE 28 Febbraio 1975 (in una chiesa) Figli diletti, con grande amore e con sempre nuove …Altro
L'anima che valorizza ogni azione è l'amore di Dio che si tramuta in amore del prossimo.

EGLI CHIEDE SEMPRE AMORE

28 Febbraio 1975 (in una chiesa)

Figli diletti, con grande amore e con sempre nuove speranze io vengo a comunicare con voi, a dirvi i miei desideri e a sentire che cosa voi desiderate da me. Io desidero la vostra santità e, mentre state trascorrendo la Quaresima, voglio che diate alle vostre giornate quell'impronta divina che è la sola che vale.
Voi avete visto buone persone occuparsi della pulizia di questa chiesa, e avete visto con quanto amore hanno passato i loro strofinacci su ogni punto dell'altare e della balaustra. Se a queste persone fosse mancata l'energia, la buona volontà e soprattutto l'amore, questo lavoro, pur attirando l'ammirazione dei parrocchiani, dei sacerdoti e dei visitatori, resterebbe opera morta. Così è di tutto ciò che avviene nel mondo.
L'anima che valorizza ogni azione è l'amore di Dio che si tramuta in amore del prossimo. A questo punto potete dire che il Signore non ha bisogno delle opere e nemmeno delle parole, ma ha bisogno d'amore. Questa è la vocazione del cristiano, a cui non può venir meno senza correre il rischio di perdersi.
Ricordate Gesù presso il pozzo di Sichem, che alla Samaritana chiedeva da bere? Non chiedeva certamente acqua, ma l'amore. Così, dall'alto della croce, e ogni volta che vi parla a mezzo di buone ispirazioni o per mezzo della sua Parola, che viene a voi attraverso la sacra Scrittura o la predicazione dei ministri di Dio, Egli chiede sempre amore. Così, quando si fa mendicante d'amore, Gesù chiede di accettare il dolore e di compiere la sua volontà.
Il dolore però, ricordatelo bene, non è fine a sé stesso, ma è una dimostrazione d'amore, poiché Dio non vuole la sofferenza, che è conseguenza del peccato, ma vuole che, accettando ciò che la vita umana porta con sé e sopportando per amore ogni cosa, si abbia a dire a Lui: Signore, ti amo. Del resto, come dicono il loro affetto i figli alla mamma? Non dicono forse: Mamma, ti voglio bene, perciò ubbidisco, ti aiuto, ti do consolazione?
Questo è il vero modo di amare: saper accettare la volontà di chi si ama. Così, se voi animate ogni momento della giornata con tanti atti d'amore, stabilite un vero legame tra voi e coloro che già hanno raggiunto la patria, tra voi e i santi del cielo. È molto bello anticipare quel giorno che dovrebbe essere per tutti il più desiderato.
Vi sono molti che, al pensiero della morte, tremano e rifuggono da esso. Quasi quasi vorrebbero, se fosse possibile, vivere eternamente sulla terra, rinunciando anche a vedere Dio, che è bellezza e gioia infinita. Preferiscono vivere in mezzo a tante croci sulla terra, piuttosto che raggiungere il cielo. Mi danno dolore costoro, perché dimostrano di non amare né Dio, né i loro congiunti che li hanno preceduti. È un timore, questo, imbevuto di materialismo e di egoismo.
Voi non siate così. Tenete il pensiero fisso alla celeste Gerusalemme e, se non vi è possibile cantare ogni giorno perché qualche volta i crucci vi deprimono, sappiate almeno allargare le vostre vedute; sappiate vedere gli altri che soffrono anche più di voi, e aiutateli col vostro amore. Quando a coloro che soffrono voi fate un atto di gentilezza e di bontà, voi mettete un fiore sul mio cuore ed io vi ricambio con un sorriso. Non chiudetevi mai in voi stessi quando il dolore vi ferisce il cuore, poiché la vostra tristezza potrebbe generare un malumore generale e causare dei guai a non finire. Siate sereni, figli, e se col vostro patire volete dare anche a me consolazione, benedite le vostre sofferenze e coloro che ne sono la causa, come io benedissi Dio Padre nelle mie sofferenze inaudite.
Figli, la Pasqua deve segnare per tutti una risurrezione, specie per i vostri figli che, vivendo in peccato, sono come morti per me ed anche per sé stessi, poiché non possono guadagnare alcun merito per la vita eterna. Pregate ed offrite le vostre lacrime per essi. Sappiate soprattutto amare. Fate che i vostri atti d'amore siano un continuo richiamo a Dio per la loro salvezza. Quanta gioia sarà per voi e per il mio cuore, se il giorno di Pasqua tutti i vostri cari, stretti come in una bella unità attorno alla tavola, potranno ripetere l'incontro avuto precedentemente all'altare del Signore.
Vi benedico tutti, figli miei. Parlate di me ai vostri bambini, ai vostri cari e dite loro che la Mamma celeste li vuole tutti buoni.

MARIA MADRE E MAESTRA 13. Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia