07:32
zagormau
18
Su questa terra si può godere di pace interiore, quella che deriva dalla buona coscienza e dalla certezza che Dio, che vede tutto, darà ad ogni sofferenza sopportata nella sua grazia e per suo amore,…Altro
Su questa terra si può godere di pace interiore, quella che deriva dalla buona coscienza e dalla certezza che Dio, che vede tutto, darà ad ogni sofferenza sopportata nella sua grazia e per suo amore, una ricompensa.

"TI FARÒ FELICE, MA NON IN QUESTO MONDO"

11 Febbraio 1975

Figli diletti, sono l'Immacolata Concezione. Sono qui a ricevere il vostro omaggio. Sono la Mamma che vuol essere festeggiata, perché so che, celebrando le mie glorie, vi sentirete rinvigoriti nella fiducia e nella speranza di raggiungermi, e sentirete un vivo desiderio di assomigliarmi.
Avete fatto bene ad invocare il mio Gesù come pane eucaristico, prima della recita del rosario. Infatti, non si può disgiungere la devozione alla Mamma immacolata da quella dell'Eucaristia. E non è sempre Gesù, Figlio di Dio, che opera miracoli anche a Lourdes? Non è forse durante la processione del santissimo corpo del Signore che molti malati nell'anima e nel corpo guariscono?
Sì, figli, quel candore che richiede l'Eucaristia è pure indispensabile per festeggiare me. Quella purezza che si richiede per accostarsi alla Comunione, desidero che la possiedano anche coloro che avvicinano me. Ed è per questo che richiamo accanto a me i peccatori. Desidero purificarli concedendo ad essi il dolore dei peccati, onde possano accostarsi a Colui che è la santità e la purezza personificata. Quando io guardo il mondo e vedo tanti peccati apro il mio cuore, in cui vorrei seppellire completamente tutto il male, per presentare a Gesù anime ostie, anime pure, anime che, come ostensori viventi, lascino trasparire anche all'esterno il mio Gesù.
Io sono l'Immacolata Concezione, vi ho detto a Lourdes, ma lo sono anche nell'eternità. Per tutti i giorni che passano e per sempre, io mi presenterò al Padre chiedendo perdono e misericordia per tutti gli uomini, avvalendomi di quel meraviglioso privilegio che mi fu concesso per i meriti di Gesù Cristo. Ma anche voi, figli, avete a portata di mano questi meriti per mezzo della Messa e dei Sacramenti, che la Chiesa mette a disposizione di ciascuno.
Ecco perché vi ho detto che dalla mia festa deve conseguire l'imitazione. Voi potete divenire così belli spiritualmente da rapire il cuore di Dio. Voi potete come me divenire una forza per chiedere misericordia e pietà per gli altri. Se i vostri meriti sono pochi, Gesù vi riveste dei suoi. Non abbiate timore, non lasciatevi mai abbattere. Io vi dono le mie ricchezze, voi mi date la vostra miseria e così vi presentate a Dio.
Chi era la Bernardetta? Un'umile fanciulla. Se voi la vedeste ora camminare per le vostre strade come la vidi io alla grotta, direste che non ve n'era un'altra più povera e più insignificante. Eppure io le donai le mie ricchezze in cambio della sua umiltà e della sua miseria. Ella mi amò e mi assomigliò, e fu chiamata ad essere uno strumento per attirare al cuore di Dio migliaia e migliaia di peccatori. Fu felice sulla terra Bernardetta? Felice sì nella sua anima, anche se la sofferenza fisica e morale non l'abbandonò mai. "Ti farò felice, ma non in questo mondo", le avevo detto. Ed ella credette e pagò il suo tributo di lacrime e di dolori perché le anime si purificassero.
Anche a voi io ripeto le stesse parole. La Mamma celeste non vi tradisce mai. Su questa terra si può godere di pace interiore, quella che deriva dalla buona coscienza e dalla certezza che Dio, che vede tutto, darà ad ogni sofferenza sopportata nella sua grazia e per suo amore, una ricompensa. Ma Dio non può esentare dal dolore nessuno, poiché il dolore è la moneta di risarcimento di un debito contratto con Lui. Quando in una famiglia entra il dolore, i membri di questa famiglia dovrebbero ravvivare la fede e, tutti uniti in una mutua carità, dovrebbero aiutarsi a portare la croce, che oggi come ieri è segno di salvezza. Se viene a mancare la forza in taluni, è perché non c'è quella collaborazione così necessaria.
Ho detto ancora a Bernardetta: "Preghiera e penitenza". È il binomio insostituibile che deve continuare a salvare il mondo. Pregate, figli! Sì, pregate e fate pregare. Sia la vostra preghiera un'invocazione a Dio perché abbia pietà. Non temete di esagerare. Anche se le labbra non si muovono, sappiate elevare incessantemente il vostro pensiero e il vostro affetto a Dio.
Tutti parlano di castighi e temono i castighi. Pochi temono Dio e cercano di togliere il peccato e di aumentare il loro amore. Figli, non lasciatevi abbattere, vi ripeto, ma temete che persone che vivono sistematicamente in peccato mortale possano perdersi. Non lasciatevi abbattere, ma rinnovate propositi di generosità e di santità, vivendo il vostro cristianesimo in modo integrale.
Il cristiano non è un pigro, ma una creatura che deve far violenza alle proprie inclinazioni malvagie, alle proprie passioni e persino al proprio carattere, oltre che ai difetti, che qualche volta, se trascurati, portano a cose gravi. Siate come vi vuole Gesù, non dei violenti col prossimo, a cui dovete usare carità, ma con voi stessi, per poter testimoniare che siete veramente devoti della vostra Mamma immacolata.
Vi benedico tutti ad uno ad uno. Oggi posso dirvi, come diceva Gesù all'emorroissa: "Chi mi ha toccato?", poiché una forza straordinaria era uscita da Lui. Sì, cari figli, una forza divina mi ha dato il Signore, per cui oggi avrete aiuti e grazie particolari. Siate fiduciosi e forti. Vincete voi stessi e andate sempre con gioia accanto al mio Gesù, pane vivo disceso dal cielo.
Arrivederci, figli.

MARIA MADRE E MAESTRA 13. Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia