Francesco vuole "studiare" la Comunione ai Protestanti? Non lasciatevi ingannare! Dopo questo cosa occorre per riconoscere in bergoglio un eretico? Dopo questa ulteriore deriva cosa serve per riconoscere …Altro
Francesco vuole "studiare" la Comunione ai Protestanti? Non lasciatevi ingannare! Dopo questo cosa occorre per riconoscere in bergoglio un eretico? Dopo questa ulteriore deriva cosa serve per riconoscere che il concilio vaticano II è la causa dell'attuale apostasia?

Per ricordare a tutti cosa è la Santa messa e la "cena protestante".

LA MESSA DI PAOLO VI E LUTERO

caserta24ore.altervista.org/2018/01/31/la-messa-di-paolo-vi-e-lutero/

Scritto il31 GENNAIO 2018

(Gianluca Martone)

Nel continuare l’analisi sulla messa di Paolo VI del 1969, già affrontata in altri articoli, è necessario soffermarsi sulle similitudini tra la messa luterana e quella novus ordo missae di Papa Montini. «Affermo che tutti gli omicidi, i furti, gli adulteri sono meno cattivi che questa abominevole Messa… (Lutero.Sermone della 1° domenica d’Avvento)…”la loro Messa è sacrilega e abominevole. Io dichiaro che tutti i bordelli, gli omicidi, i furti, gli assassinii e gli adulterii sono meno malvagi di quella abominazione che è la messa papista” (Trattato contra Henricum ). Perché questo paragone fra la Nuova Messa e la Messa di Lutero? Perché lo dice la storia: la storia oggettiva non è di mia creazione. (Monsignore mostra un libro su Lutero, pubblicato nel 1911:

Dal Luteranesimo al Protestantesimo” – di Leon Cristiani). Questo libro tratta della riforma liturgica di Lutero. E’ scritto in un tempo in cui l’autore non conosceva né la nostra crisi, né il nuovo rito; l’ha perciò scritto senza secondi fini. Prima di tutto vorrei fare la sintesi dei principi fondamentali della Messa, per richiamare alla nostra memoria la bellezza, la profonda grandezza spirituale della nostra Messa, il posto della nostra Messa nella nostra Santa Chiesa. Che cosa di più bello Nostro Signore Gesù Cristo poteva dare all’umanità, di più prezioso, di più santo, alla Sua Santa Chiesa, alla Sua Sposa, la Chiesa, sul Calvario, quando moriva sulla Croce? Il Suo Sacrificio. Il Suo Sacrificio: la Sua Persona che continua il Suo Sacrificio, Egli l’ha dato alla Chiesa nel momento in cui moriva sulla Croce. Da allora questo Sacrificio era destinato a perpetuarsi e a rimanere attraverso i secoli, nel modo in cui Egli l’aveva istituito, contemporaneamente al Sacerdozio. Quando, nella Santa Cena, Gesù ha istituito il Sacerdozio, lo ha istituito per il Sacrificio, il Sacrificio della Croce, poiché questo Sacrificio è la sorgente di tutti i meriti, di tutte le grazie, di tutti i Sacramenti: e’ la sorgente di tutta la ricchezza della Chiesa. Questo dobbiamo ricordarcelo, avere sempre presente questa realtà: realtà divina.

Dunque è il Sacrificio della Croce che si rinnova sui nostri altari e il Sacerdozio è in rapporto, in relazione essenziale con il Sacrificio. Non si comprende il Sacerdozio senza il Sacrificio, poiché il Sacerdozio e’ fatto per il Sacrificio. Potremmo anche dire: e’ l’Incarnazione di Gesù Cristo attraverso i secoli: usque ad finem temporum il Sacrificio della Messa verrà offerto. Se Gesù Cristo ha voluto questo Sacrificio, Egli ha voluto anche esserne la Vittima, se dunque è il Sacrificio della Croce che continua, Egli ha voluto che la Vittima sia sempre la stessa, che sia Egli stesso la Vittima. Per essere la Vittima, Egli deve essere presente, realmente presente sui nostri altari. Se Egli non e’ presente, se non vi e’ la Presenza reale sui nostri altari, non c’è la Vittima, non c’è il Sacerdozio. Tutto e’ unito: Sacerdozio, Sacrificio, Vittima, Presenza Reale, dunque: Transustanziazione.

Questo è il “cuore” del tesoro – il più grande, il più ricco – che Nostro Signore abbia dato alla Sua Sposa, la Chiesa, e a tutta l’umanità’.E così possiamo comprendere come Lutero quando ha voluto trasformare, cambiare questi principi, abbia cominciato dall’attaccare il Sacerdozio: come fanno i modernisti. Poiché Lutero sapeva bene che se il Sacerdozio sparisse, non ci sarebbe più il Sacrificio, non ci sarebbe più la Vittima, non ci sarebbe più niente nella Chiesa, non ci sarebbe più la fonte di grazie. Paolo VI in compagnia di sei ministri protestanti che hanno lavorato, su sua richiesta, al rinnovamento liturgico del 1969. Come ha fatto Lutero per dire che non ci sarebbe stato più? Ha detto: “Non c’è differenza fra i preti e i laici. Il Sacerdozio è universale”. Sono queste le idee che propagava. Diceva inoltre che ci sono tre muri che circondano la Chiesa per difenderla: il prime muro è questa differenza fra i preti e i laici. “L’affermazione che il Papa, i vescovi, i preti, i religiosi compongono lo stato ecclesiastico, mentre i principi, i signori, gli artigiani, i contadini compongono lo stato secolare, è una pura invenzione e una menzogna”- dice Lutero. Questa differenza fra i preti e i laici è dunque un’invenzione e una menzogna. Ecco le parole di Lutero: “In verità’ tutti i cristiani appartengono allo stato ecclesiastico”. Non c’è’ differenza, c’è soltanto la differenza della funzione, del servizio. Tutti i fedeli hanno il Sacerdozio, insieme al carattere battesimale; tutti i cristiani sono preti, e i preti non hanno un carattere speciale, non esiste un Sacramento speciale per i preti, ma il loro carattere sacerdotale deriva dal carattere del Battesimo.
Così si spiega anche questa laicizzazione dei preti: non vogliono più avere un abito particolare, non vogliono più essere distinti dai fedeli, perché tutti sono preti e perché i fedeli debbono scegliere i loro preti, eleggere i loro preti. Questi furono i principi di Lutero, che prosegue: “Se un Papa o un vescovo dà l’unzione, fa delle tonsure, ordina, consacra o dà un abito differente ai laici o ai preti, crea degli imbroglioni”. Tutti sono consacrati preti dal Battesimo: i progressisti dei nostri tempi non sono degli innovatori!

Ce’ un nuovo libro sui Sacramenti, uscito a Parigi nel gennaio di quest’anno, sotto l’autorità dell’Arcivescovo, il Cardinale Marty. E’ uscito in questi giorni: gli autori hanno scoperto otto sacramenti, non più sette, perché l’ottavo sacramento è la professione religiosa. Si dice chiaramente in questo libro che tutti i fedeli sono preti e che il carattere del prete viene dal carattere del Battesimo. Gli autori hanno dovuto leggere Lutero, divenuto per essi un Padre della Chiesa. Lutero ha fatto ancora un altro passo avanti, dopo la soppressione del Sacerdozio. Non ha più creduto né alla Transustanziazione, né al Sacrificio. Afferma chiaramente che la Messa non è un Sacrificio, ma è una Comunione. Possiamo chiamare la Messa: Comunione, Cena, Eucaristia, tutto meno che Sacrificio; di conseguenza non c’è più Vittima, né Presenza Reale, ma solamente una presenza spirituale, un ricordo o una Comunione. Per questa ragione Lutero ha sempre combattuto le Messe private; è questo uno dei primi provvedimenti presi, perché una Messa privata non è una Comunione, mentre è necessario che i fedeli comunichino tra loro. Dunque la Messa privata non è conforme alla verità e quindi bisogna sopprimere tutte le Messe private.
Il santo Sacrificio della Messa secondo il rito cattolico codificato da Papa San Pio V e promulgato in eterno per volontà dello stesso Pontefice Romano, che lanciò la scomunica per chiunque avesse osato cambiare il rito tridentino da lui approvato. Lutero chiamava l’Eucarestia “Sacramento del pane”. “L’Eucarestia, diceva, è divenuta una deprecabile corruzione. Questa “corruzione” della Messa è dovuta al fatto di averla trasformata in un Sacrificio”. Dobbiamo constatare che oggi non si parla più di Sacrificio della Messa nei bollettini diocesani o parrocchiali, ma di Eucarestia, di Comunione, di Cena. Quale singolare avvicinamento alle tesi di Lutero! Lo stesso Lutero, ha ancora fatto una distinzione fra gli scopi del Sacrificio della Messa. Ha detto che uno dei fini della Messa è di rendere grazie a Dio. L’Eucarestia è un “Sacrificium laudis”, ma non un Sacrificium expiationis, quindi non un Sacrificio di espiazione, ma di lode, di Eucarestia. Ed e’ per questo che se certi protestanti parlano ancora di Sacrificio, non lo intendono certo nel senso di un Sacrificio espiatorio che rimette i peccati: mentre questo è uno dei fini principali del Sacrificio della Messa. Vediamo come Lutero ha iniziato la sua nuova Messa, la sua riforma. La prima Messa evangelica fu attuata nella notte dal 24 al 25 dicembre 1521. In questa prima Messa evangelica, dopo la predica sull’Eucarestia, è stata presentata la comunione sotto le due specie, come obbligatoria, e la confessione come inutile, essendo sufficiente la fede. Poi Karlstadt, suo discepolo, si è presentato all’altare in abiti secolari, ha recitato il Confiteor, ha iniziato la Messa di prima, ma solamente fino al Vangelo; infatti l’Offertorio e l’Elevazione sono stati soppressi (pag. 282) e questo dimostra che tutto quello che significava l’idea del Sacrificio è stato soppresso. Alla consacrazione è seguita la Comunione e molti assistenti avevano bevuto e mangiato e anche preso dell’acquavite prima di comunicarsi e hanno dato la comunione sotto le due specie, e il pane in mano. Cinquant’anni fa, il 7 marzo 1965, prima domenica di Quaresima, Paolo VI presiedeva la prima Messa in italiano nella parrocchia romana di Ognissanti sull’Appia Nuova, affidata ai figli di San Luigi Orione. «Un avvenimento» lo definì Montini: «Questa domenica segna una data memorabile nella storia della Chiesa perché la lingua parlata entra ufficialmente nel culto liturgico. La Chiesa ha sacrificato tradizioni di secoli per arrivare a tutti». Una delle ostie sfugge e cade sul vestito di un fedele. Un prete la raccoglie; un’altra cade in terra e Karlstadt dice ai laici di raccoglierla e siccome si rifiutano, per rispetto o per timore, dice: “Resti pure dove si trova, poco importa, purché non ci si cammini sopra”. Poco dopo la raccoglie lui stesso (pag. 282). Numerose persone erano contente della novità e molti erano quelli che venivano ad assistere a questa nuova Messa evangelica perché una parte era detta in lingua tedesca ed essi dicevano che la comprendevano meglio. E i monasteri cominciarono a vuotarsi. Lutero aveva dichiarato: “Conserverò il mio abito e le mie abitudini di monaco”. Alcuni monaci restarono in convento, ma la maggior parte uscì e si sposò. Una grande anarchia regnava fra i preti. Ognuno diceva la Messa come voleva. Il Consiglio non sapeva più che cosa fare (pag. 285) e prese la risoluzione di stabilire una nuova liturgia, di non lasciar più la piena libertà e di mettere un po’ di ordine. La maniera di dire la Messa doveva essere la seguente: l’Introito, il Gloria, l’Epistola, il Vangelo, il Sanctus; poi avrebbe dovuto seguire una predica. L’Offertorio e il Canone erano soppressi e il prete recitava l’istituzione della Cena. La diceva ad alta voce, in tedesco e dava la Comunione sotto le due specie. Poi veniva l’Agnus Dei e il Benedicamus Domino, per terminare. Lutero inoltre dice: “Le Messe e le Vigilie sono finite. L’Ufficio sarà invece mantenuto come il Mattutino, le Ore, i Vespri, e Compieta, ma solamente l’Ufficio feriale. Non si festeggerà’ più un Santo che non sia espressamente nominato nelle Scritture” (pag. 309). Ha dunque cambiato completamente il Calendario… La Santa Comunione veniva somministrata nel rito tridentino direttamente in bocca al fedele posto in ginocchio in forma di adorazione del Dio presente sostanzialmente nell’ostia consacrata; la comunione in mano, di origine protestante, nacque per negare la Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia. Tale forma oggi è adottata dalla Chiesa col permesso delle conferenze episcopali, con gravissimo danno per la Fede. Un ultimo esempio è quello delle parole della consacrazione del pane: “Hoc est Corpus meum quod pro vobis tradetur”. Lutero ha, anche lui, aggiunto queste ultime parole, perché, precisamente, queste parole sono quelle della Cena. Riteneva infatti che la Cena non fosse un Sacrificio, ma un pasto. Ora il Concilio di Trento dice esplicitamente: Chi afferma che la Cena non è un Sacrificio sia anatema. La Cena fu un Sacrificio. E la nostra Messa è la continuazione della Cena, perché la Cena fu un Sacrificio. Vi si nota già la separazione anticipata del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo. Il Sacrificio era significato da questa separazione, ma Lutero afferma: “No, la Cena non e’ un Sacrificio”, ed è per questo che noi dobbiamo ripetere solo le parole che Nostro Signore ha detto nella Cena. Cioè: “Hoc est Corpus meum quod pro vobis tradetur”, che sarà offerto per voi sulla Croce.Lutero, nel gennaio 1526, faceva stampare un nuovo rituale per le cerimonie della Messa. Nella sua mente voleva la libertà totale. Diceva (pag. 314): “Se fosse possibile vorrei dare la libertà totale ai preti di fare il rito che essi vogliono; ma allora nasce il pericolo di abuso, occorre stabilire dei regolamenti”. Ma la sua idea era la libertà totale e anche l’uguaglianza fra i preti e i fedeli. E così tutti i fedeli erano preti e potevano anche essi avere delle idee per creare le forme del culto. Allora tutti insieme: Quelli che sono preti, quelli che hanno una funzione speciale, quelli che sono scelti fra i fedeli, tutti insieme possono fare prova di creatività’ del culto. Comunione fai da te, sacrilegio permesso dalle omissioni delle autorità vaticane e purtroppo diffuso un po’ ovunque nelle Chiese e nelle parrocchie.

Ma siccome tutto ciò era un po’ difficile, perché causava troppo disordine, allora ha scritto un rituale. Diceva inoltre: “L’uso del latino è facoltativo”. Non era assolutamente contro il latino, voleva anzi che i bambini imparassero il latino. Ma diceva pure: “Il desiderio dei laici ordinari di avere una Messa in tedesco è perfettamente legittimo”. Tuttavia ci sono delle persone che vengono in Chiesa per vedere del nuovo, per vedere delle cose nuove, ma questi non sono veramente cristiani, sono dei curiosi come saremmo noi se andassimo dai Turchi o dai pagani. “La domenica ha luogo la Messa”. Ma Lutero mantiene il nome di Messa con un po’ di ripugnanza. I paramenti sacri e i ceri sono ancora mantenuti provvisoriamente. Si comincia con l’Introito in tedesco, poi il Kyrie, poi una Colletta cantata dal celebrante, rivolto ancora verso l’altare, non verso il popolo. Ma per l’Epistola e il Vangelo, cantati in tedesco, ci si svolgerà’ verso il popolo e allora tutti cantano il Credo in lingua volgare (pag. 316). “Il celebrante pronuncierà una parafrasi del Pater, un’esortazione alla Comunione, poi seguirà la Consacrazione. Sarà cantata in tedesco con queste parole: “Nostro Signore Gesù Cristo, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, rese grazie e lo spezzò e lo presentò ai suoi discepoli e disse:”Prendete e mangiate, questo e’ il mio Corpo che è offerto per voi”.Hoc est Corpus meum quod pro vobis tradetur – queste sono le parole esatte -“Fate questo, ogni volta lo farete, in mia memoria”. Nella stessa maniera prese anche il calice, dopo che ebbe mangiato e disse: “Prendete e bevete tutti, questo è il calice, un nuovo Testamento nel mio Sangue che è versato per voi per la remissione dei peccati”. Non ha detto pro vobis et pro multis, ha fatto sparire le parole pro multis e anche mysterium fidei. (pag.317) Mysterium fidei e pro multis sono spariti. “…..Che è versato per voi per la remissione dei peccati; fate questo tutte le volte che berrete questo calice in memoria di me”. Queste le parole che Lutero diceva essere la Consacrazione… Dopo l’Elevazione, che Lutero ha mantenuto fino al 1542, veniva la Comunione nella mano. Un’ultima orazione – la Colletta – terminava la Messa, come il Postcommunio dei cattolici. (pag. 317-318) Evidentemente Lutero non ha accettato il Celibato, ed ha votato contro i voti religiosi. Voleva la fine di queste usanze della Chiesa. Poi una cosa assai curiosa è che ebbe sempre un pò paura delle riforme che aveva fatto. I suoi discepoli andavano avanti più velocemente di lui, mentre egli era sempre un po’ timoroso. Diceva ai suoi discepoli: “Io condanno la nuova pratica di dare l’Eucarestia da mano a mano, come pure l’uso inconsiderato della Comunione sotto le due specie”. Questo nei primi tempi, poi accettò; ma nel primo momento gli sembrava che la Comunione nella mano non fosse una buona cosa.
E dopo aver detto che la Confessione non era più necessaria, anche per chi aveva gravi peccati, ha esitato e diceva: “La confessione è buona, ma se il Papa mi chiedesse di confessarmi, io non lo farei, io non voglio farlo, ma io non voglio nemmeno che qualcuno mi proibiscaquesta confessione segreta. Io non permetterei a nessuno di sopprimermi questa confessione segreta. Io non la lascerei per tutti i tesori della terra, perché io so quanta forza e consolazione mi ha dato…..” Lutero era roso dai rimorsi, ma tuttavia era divorato dal bisogno di fare del nuovo, di cambiare tutto, di andare contro il Papa, contro la Chiesa romana, contro il dogma. Egli ha perciò continuato la sua riforma. Tutto l’Offertorio esprime con chiarezza ciò che facciamo. L’Offertorio è una definizione del Sacrificio della Messa. Per questo Lutero era contrario all’Offertorio, perché era troppo evidente e per questo ha fatto i cambiamenti nel Canone, per non chiarire se era un racconto o una azione. E noi, invece sappiamo che la Consacrazione è un’azione sacrificale. Noi sappiamo, che nei nostri antichi Messali, prima del Communicantes, è scritto infra actionem, per cui non è un racconto, né un memoriale, un semplice memoriale. E’ un’azione, una azione sacrificale…

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La Messa e la cena
di Bruno Bonazzi
Penoso confronto fra la Messa antica (la vera Messa) e la cena protestante di Paolo VI.
Che diciamo il vero sulla Messa antica lo attestano i santi Padri e i Dottori della Chiesa, nonché 2000 anni di storia.
Che diciamo il vero su quella parodia della Messa che è la cena protestante di Paolo VI lo attestano i protestanti stessi, in primis l'eresiarca Lutero, con il loro entusiastico coro di elogi e di adesione.
Benedetto XVI intorbida ulteriormente le acque equiparando due riti inconciliabili (fra loro distanti miliardi di anni-luce) e tentando (con il lodare la Messa di San Pio V) di accreditare come buona la cena di Paolo VI.
Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

Per Messa antica si intende la Messa della Tradizione Apostolica....
Per messa nuova si intende la cena del Novus Ordo di Paolo VI del 1967


I- MESSA ANTICA:
1- Secondo i Dottori e i Santi della Chiesa prima del Concilio Vaticano II:
Padre M. Jean-Jacques Olier, il famoso Curato di San Sulpizio a Parigi:
“Dovete sapere che questo Sacrificio è il Sacrificio del Cielo... un sacrificio offerto in Paradiso nello stesso tempo che viene offerto sulla terra: differiscono solo in quanto sulla terra il Sacrificio resta invisibile“.

II- MESSA NUOVA

1- Definizione Ufficiale:
"La cena del Signore o messa è una sacra riunione (1), è cioè l’assemblea (1) del popolo di Dio che si riunisce, sotto la presidenza del sacerdote, per celebrare il memoriale del Signore. È per questo che l’assemblea della Chiesa locale realizza in modo eminente la promessa di Cristo: "Lì dove due o tre sono riuniti in nome mio, là sono in mezzo (1) a loro" (Mt XVIII, 20)". Institutio Generalis 1969

S. Alfonso Liguori:
“La Chiesa intera non può rendere tanto onore a Dio, né ottenere così tante grazie, quanto un singolo prete con la celebrazione di una sola Messa”
La dignità sacerdotale è così grande da “ superare la dignità degli angeli”....” *******
“ la Messa è la cosa più bella della Chiesa. Nella Messa Gesù Cristo si dà a noi per mezzo del Santissimo Sacramento dell’Altare, fine e scopo di tutti gli altri sacramenti”.

"Alla messa, o cena del Signore, il popolo di Dio si raduna sotto la presidenza del sacerdote che rappresenta il Cristo, per celebrare il memoriale del Signore o sacrificio eucaristico. Per conseguenza per questa assemblea locale della Santa Chiesa vale la promessa del Cristo: 'Là dove due o tre sono radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro' (Mt XVIII 20). In effetti, alla celebrazione della messa, nella quale si perpetua il sacrificio (2) della Croce, il Cristo è realmente presente nell'assemblea (2) riunita in suo nome, nella persona del ministro, nella sua parola sostanzialmente e in maniera ininterrotta sotto le specie eucaristiche". Institutio Generalis 1970

S: Leonardo di Porto Maurizio chiama la Messa
“il solo Sacrificio che abbiamo nella nostra religione... un sacrificio santo, perfetto, completo in ogni parte, attraverso il quale ogni fedele onora degnamente Dio”.

2- Giudizi da parte protestante:
Roger Mehl , teologo e filosofo protestante, in Le Monde del 10 settembre 1970 )
“Non vi è più alcuna giustificazione per le Chiese riformate, di proibire ai loro membri di assistere all’eucaristia in una chiesa cattolica.”.)

Padre Michael Mueller, C.SS. R. dice:
“Il Santo Sacrificio della Messa è una di quelle grandi opere di Dio che più grandi l’onnipotenza di Dio non può produrre...
E’ assolutamente fuori della portata dell’ umana o dell’angelica compren-sione avere un’idea adeguata della Messa.
Tutto quello che possiamo dire è che la sua dignità e santità sono infinite”.(5)

Vescovo anglicano:
“Questo nuovo rito è perfettamente conforme alle nostre idee protestanti.”

Il Santo Curato d’Ars:
“Tutte le buone azioni messe insieme non valgono il Sacrificio della Messa, perché esse sono opere d’uomo e la Santa Messa è opera di Dio”.

Fratel Roger Schutz, di Taizé:
“Possiamo adottare il nuovo rito perché la nozione di sacrificio è per nulla chiaramente affermata.”
Padre Nicola Gihr:
“La celebrazione della Messa è il servizio divino più degno e più perfetto, perché esso rende all’Altissimo una adorazione e venerazione che milioni di prole non saprebbero renderGli... è un sacrificio unico e supera infinitamente in valore e dignità, in potere ed efficacia, tutte le preghiere della Chiesa e dei fedeli....
Ogni volta che questo sacrificio commemorativo viene celebrato, si compie l’ opera della Redenzione...
Esso è l’anima e il cuore della liturgia della Chiesa; è il mistico calice che presenta alle nostre labbra il dolce frutto della passione dell’ Dio-uomo, cioè a dire, la grazia”.

Max Thurian (della comunità di Taizé, uno dei sei pastori che parteciparono alla redazione del nuovo rito - La Croix, 30.5.1969):
“Uno dei frutti del nuovo Ordo sarà forse che le comunità non cattoliche potranno celebrare la santa cena con le stesse preghiere della Chiesa cattolica. Teologicamente è possibile.

Papa Urbano VIII:
“ ...nel Santissimo Sacrificio della Messa l’uomo possiede un’anticipazione del Cielo già su questa terra, avendo persino davanti ai suoi occhi e tenendo nelle sue mani proprio il Creatore sia del Cielo che della terra. Con quanta cura devono gli uomini impegnarsi perché questo tremendo privilegio sia custodito nel culto e nella riverenza dovuti...”.

Siegevalt (professore nella Facoltà protestante di Strasburgo - Le Monde, 22.11.1969) ancora più entusiasta:
“Adesso, nella messa rinnovata, non c’è niente che possa veramente turbare il cristiano evangelico”.

S. Ambrogio:
“ Quando noi celebriamo il Sacrificio, gli angeli sono lì presenti, perché voi non potete dubitare che gli angeli siano presenti, quando Cristo viene offerto in sacrificio...”

S. A. Teinone (teologo luterano - La Croix, 5.5.1972
“La maggior parte delle riforme desiderate da Lutero esistono d’ora innanzi nell’interno stesso della Chiesa cattolica… Perché non riunirsi?” (3).

La Liturgia si S. Giacomo dichiara:
“Che ogni carne mortale taccia e stia [al momento della Consacrazione] piena di timore e trepidazione; perché il Re dei Re, il Signore dei Signori, Cristo nostro Dio sta per essere sacrificato e dato come cibo ai fedeli.”

Concistorio Superiore della Chiesa della Confessione di Augsbourg d’Alsazia e Lorena, 8 dicembre 1973:
“Noi stimiamo che nelle circostanze presenti, la fedeltà al Vangelo e alla nostra tradizione non ci permette più di opporci alla partecipazione dei fedeli della nostra Chiesa a una celebrazione eucaristica nella Chiesa cattolica, la ragione è nelle convergenze teologiche presenti nel nuovo rito, e molti ostacoli che avrebbero potuto impedire a un protestante di partecipare alla sua celebrazione eucaristica, sembrano in via di estinzione. Dovrebbe essere possibile oggi a un protestante, di riconoscere nella celebrazione eucaristica, la Cena istituita dal Signore”

San Tommaso d’Aquino:
“ E proprio di questo Sacramento che nella sua celebrazione Cristo vi venga immolato.
Nel Sacrificio della Croce e nel Sacrificio della Messa, il Sacerdote sacrificante principale, cioè Cristo, e il dono sacrificale sono identici. Solamente la natura e il modo dell’offerta dei due sono differenti.
Tutte e ciascuna Messa valide ricapitola – rende presentelo stesso sacrificio che si compì sul Calvario. La sola differenza è che il Sacrificio della Croce fu cruento, quello della Messa è incruento. Nondimeno, il Sacrificio della Croce e quello della Messa sono lo stesso ed unico Sacrificio”.

Catechismo del Concilio di Trento:
“Non ci sono due Vittime, una cruenta e l’altra incruenta, ma una sola vittima, il cui sacrificio è rinnovato quotidianamente nell'Eucaristia. Anche il prete è uno e identico, Cristo Signore; giacché i ministri che offrono il Sacrificio, non nella loro persona consacrano i santi misteri, ma in quella di Cristo, come risulta evidente dalle parole della Consacrazione, poiché il prete non dice: ‘Questo è il corpo di Cristo’, ma: ‘ Questo è il Mio Corpo, e quindi agendo nella persona di Cristo il Signore, egli cambia la sostanza del pane e del vino nella sostanza del suo Corpo e del suoSangue”.

Penoso confronto fra la Messa antica (la vera Messa) e la cena protestante di Paolo VI. Che diciamo il vero sulla Messa antica lo attestano i santi Padri e i Dottori della Chiesa, nonché 2000 anni di storia. Che diciamo il vero su quella parodia della Messa che è la cena protestante di Paolo VI lo attestano i protestanti stessi, in primis l'eresiarca Lutero, con il loro entusiastico coro di elogi e di adesione.
Benedetto XVI intorbida ulteriormente le acque equiparando due riti inconciliabili fra loro e tentando (con il lodare la Messa di San Pio V) di accreditare come buona la cena di Paolo VI.

Padre M. Jean-Jacques Olier, il pio fondatore di San Sulpizio a Parigi:
“Allo scopo di presentare il mistero del santo Sacrificio della Messa, dobbiamo sapere che questo Sacrificio è il Sacrificio del Cielo... un sacrificio offerto in Paradiso nello stesso tempo che viene offerto sulla terra: differiscono solo in quanto sulla terra il Sacrificio resta invisibile “.
A che cosa si riferisse Padre Olier, è spiegato nella visione dell’Apocalisse di San Giovanni nella quale egli descrive il sacrificio dell’ Agnello “immolato ma vivente e seduto sul trono, e i 24 Vegliardi prostrati in adorazione davanti a Lui, ciascuno con un’arpa e coppe d’oro colme di profumi, mentre moltitudini di Angeli e di tutte le creature cantano lodi all’Agnello e l’eterno Amen! (Apoc.5,6-14 ) .
Questo Agnello... fu immolato dal principio del mondo (Apoc.13,8), ...questo Agnello, senza difetti e senza macchia, previsto già prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi”. Iª Pietro 1,19-20 )

«P. Condren, card. de Berulle, M. Olier e P. Lapin sono uniti nel sostenere che Cristo in Cielo continua per sempre a compiere un’offerta esterna e visibile del suo sacro Corpo, ma mentre sul Calvario quel Corpo fu distrutto nella morte, nel Cielo esso è annientato, per così dire, nella radiosa divorante gloria della vita divina.» ( Can. Smith )

NOTA- a questo punto è bene ricordare le chiare e inequivocabili parole del
Concilio di Trento:
Se qualcuno afferma che il Sacrificio della Messa è solamente di lode e di rendimento di grazie, o una semplice commemorazione del Sacrificio consumato sulla croce, ma che non è propiziatorio […], sia anàtema

2 – Secondo Lutero e Protestanti
Lutero
“ La Messa non è un sacrificio... chiamatela benedizione, Eucaristia, tavola del Signore, cena del Signore, memoria del Signore, o come più vi piace, purché non la sporchiate col nome di sacrificio o azione “.
«Affermo che tutti gli omicidi, i furti, gli adulterii sono meno cattivi che questa abominevole Messa… (6)(Lutero.Sermone della 1° domenica d’Avvento)
...”la loro Messa è sacrilega e abominevole. Io dichiaro che tutti i bordelli, gli omicidi, i furti, gli assassinii e gli adulterii sono meno malvagi di quella abominazione che è la messa papista (6) ( Trattato contra Henricum )

III - MOTU PROPRIO:
Benedetto XVI , per giustificare la liberalizzazione della Messa Antica, afferma nel suo motu proprio ‘Summorum Pontificum’:
“Tuttavia il Messale Romano promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII deve venir considerato come espressione straordinaria (4)della stessa ''lex orandi'' e deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico. Queste due espressioni della ''lex orandi'' della Chiesa non porteranno in alcun modo a una divisione nella lex credendi della Chiesa: sono infatti due usi dell’unico rito romano."

Anglicani o Episcopaliani, nell’art. 31 del loro ‘credo’ affermano che:
La messa , come intesa dal Concilio di Trento è "a blasphemous fable and a dangerous deceit ( = una favola blasfema e un inganno rovinoso )”

IV CONCLUSIONE
A questo punto uno, uno si chiede: come è possibile che il papa Benedetto XVI, e prima di lui GPII col suo Indulto del 1988, e persino Paolo VI che la messa nuova l'ha creata e la messa antica non ha mai abrogata (non poteva!), come è possibile, mi chiedo, che affermino, con le loro decisioni e con le loro parole, che la messa nuova vale la Messa Antica, quando sulla Messa Antica i protestanti hanno dato un giudizio assolutamente negativo e su quella nuova (sulla messa del Concilio Vaticano II) un giudizio assolutamente positivo?
Benedetto XVI ci dice che “le due espressioni della lex orandi non porteranno in alcun modo a una divisione nella lex credendi (''legge della fede'') della Chiesa; sono infatti due usi dell'unico rito romano”; ci dice cioè che nelle due lex orandi è espressa la stessa lex credendi, la stessa dottrina.
Allora vuol dire che i protestanti sono diventati cattolici?
O piuttosto che i cattolici coi loro papi sono diventati protestanti???
C’è una foto di gruppo che ritrae il Paolo VI, compiaciuto e grato della collaborazione, con i sei esperti protestanti che hanno funto da osservatori durante i lavori di stesura della nuova messa, anch’essi, e più, grati e compiaciuti...
Vi immaginate una foto, no, pardon, un ritratto di gruppo con, che so, un san Pio V e gli Arcivescovi di Her Majesty Elisabetta I, dopo i lavori di risistemazione del rito della messa secondo criteri di pacificazione e intesa fraterna?
Bruno Bonazzi

(1) Riunione, e per togliere ogni senso di spiritualità al termine, chiarisce subito che si vuole intendere un qualcosa di materiale, un'assemblea di popolo, un'accozzaglia di gente. Un'assemblea che gestisce, che agisce, che (ovviamente) è superiore al suo presidente. Il Sacerdote (con il suo sacro e la sua spiritualità) scompare, non c'è più, non ha motivo di esserci ed è ridotto ad un semplice "presidente", almeno per il momento... D'altra parte qui si tratta di celebrare (termine assolutamente improprio) il memoriale, e non di ripetere un'azione ["fate questo..."], tant'è vero che la conclusione di quella che è detta impropriamente "celebrazione" non sarà la presenza reale di N.S. Gesù Cristo sull'altare del Sacrificio, ma soltanto una presenza spirituale, che (appunto perché spirituale) non si situa sulla "tavola" della cena, ma "in mezzo a loro".
Quindi la messa (rigorosamente in minuscolo) non è il Sacrificio dell'uomo-Dio, ma semplicemente un'accozzaglia di persone (=assemblea) riunite a cena attorno a un tavolo (non si parli più di Altare) per ricordare un fatterello avvenuto, si dice [il dubbio è d'obbligo], duemila anni fa, e mentre si mangia e beve gioiosamente [mai più le Messe serie, troppo serie, musone, di un tempo!], tra una stornellata e una canzonetta, tra una chitarrra e un tamburello, quasi per incanto, se è vera una certa promessa..., ecco che in mezzo a quei gioiosi festaioli aliterà la spirituale presenza di Cristo.
Cosa n'è rimasta della vecchia Messa? Assolutamente NIENTE!!!
Eppure c'è stato, anzi c'è, qualcuno che pone la vecchia Messa (pregna di fede, di sacro, di realtà) sullo stesso piano di una ridicola quanto eretica cena: così voleva Lutero...
(2) Non facciamoci trarre in inganno dal termine: qui si tratta del "ricordo" del Sacrificio della Croce, non della sua ripetizione reale e sacramentale! Infatti si precisa subito che "il Cristo è realmente presente nell'assemblea", non sull'Altare: si tratta di una presenza spirituale! Altrimenti gli eretici non l'avrebbero accettata...
L'assemblea riunita nella persona del ministro, significa riunita sotto la presidenza di quel tal ministro (che non è espressione di un ministero, ma, democraticamente, di un'assemblea).
Se invece si volesse intendere che "il Cristo è realmente presente nella persona del ministro", non si esprimerebbe comunque bene e chiaramente il dogma della presenza reale di N.S. Gesù Cristo a seguito della consacrazione (di cui qui non c'è cenno). Infatti Cristo è realmente presente nelle specie eucaristiche consacrate, e non nella persona del ministro, Cristo sarà anche dentro il ministro [non è corretta l'espressione nella persona del ministro] soltanto quando questi si sarà comunicato.
L'espressione presente in maniera ininterrotta sotto le specie eucaristiche può trarre in inganno e far credere che finalmente si dica una cosa giusta: noi siamo doverosamente prudenti. Che significa presente in maniera ininterrotta? perché parla di maniera ininterrotta? E questa mancata interruzione continua anche dopo la cessazione delle specie eucaristiche? O si tratta di presenza spirituale che, appunto perché spirituale, non può essere spezzata o interrotta? Inoltre quando si realizzerebbe la presenza? al momento della consacrazione o a quello della comunione? e per volontà di chi, del presidente o dell'assemblea che al momento della comunione dice il suo "amen", esprimendo la sua volontà, così come vuole il rito protestante? Insomma chi consacra il prete o il popolo che coralmente ripete la formula assieme al sacerdote che la recita a voce alta?
Quante domande e quanti problemi!... Tutti impensabili e improponibili nella vecchia Messa!
(3) Ma noi, veri cattolici, apostolici, romani, non vogliamo una riunione nell'errore, non rinneghiamo la nostra fede per unirci ai protestanti: preferiamo rimanere soli, ma uniti a N. S. Gesù Cristo!
(4)
Come può essere definito straordinario (ovvero eccezionale, non usuale) un rito "venerabile e antico", mentre si dice ordinario (usuale, abituale, normale) un rito tanto gradito ai protestanti e a Lutero in primis?
I due riti non esprimono la stessa lex orandi né tantomeno la stessa lex credendi!
La Messa antica
(tridentina, di San Pio V, risalente agli Apostoli) esprime la Fede Cattolica,
mentre la cena del Nuovo Rito esprime soltanto l'eretica fede protestante!
(5) Ma qualcuno le preferisce la nuova cena tanto gradita ai protestanti!
(6) Queste sono bestemmie! e Lutero, quello che gli amici (suoi) chiamavano porcus Saxoniae è un bestemmiatore! Eppure oggi i fautori del Novus Ordo, della nuova messa, della cena, onorano lui e le sue bestemmie!

Tutto l’Offertorio esprime con chiarezza ciò che facciamo. L’Offertorio è una definizione del Sacrificio della Messa. Per questo Lutero era contrario all’Offertorio, perché era troppo evidente e per questo ha fatto i cambiamenti nel Canone, per non chiarire se era un racconto o una azione. E noi, invece sappiamo che la Consacrazionee’un’azione sacrificale. Noi sappiamo, che nei nostri antichi Messali, prima del Communicantes, è scritto infra actionem, per cui non è un racconto, né un memoriale, un semplice memoriale. E’ un’azione, una azione sacrificale