Il primo pensiero del nuovo arcivescovo di Milano ? Per i musulmani!
NELLA PRIMA OMELIA AL DUOMO
Monsignor Mario Delpini ha fatto anche un riferimento al popolo ebraico "da cui abbiamo ricevuto la fede, la preghiera, la sapienza". Con un invito alla pace
Nella sua prima omelia in Duomo, il nuovo arcivescovo di Milano, Mario Delpini ha fatto anche un riferimento al popolo ebraico "da cui abbiamo ricevuto la fede, la preghiera, la sapienza" con un invito alla pace: "Troppo poco condiviso la sofferenza nei secoli, abbiamo troppe cose comuni per precluderci un sogno di pace comune". Ma il saluto e la formula "fratelli, sorelle" viene rivolta anche ai musulmani e ai credenti di altre fedi: "Riconosco qui convenuti uomini e donne che pregano Dio secondo la fede islamica e altre tradizioni religiose che vivono qui tra noi e lavorano e sperano il bene, per sé e per le proprie famiglie. Anche a loro mi rivolgo con una parola che è invito, è promessa, è speranza di percorsi condivisi e benedetti da una presenza amica di Dio che rende più fermi i nostri propositi di bene".
Infine un invito di collaborazione anche a chi non crede: "Riconosco qui convenuti uomini e donne che ignorano o escludono Dio dall'orizzonte del pensiero e delle scelte e della visione del mondo. Sono qui presenti, forse per dovere, forse per curiosità, forse perché apprezzano le opere buone della Chiesa Ambrosiana e dei cattolici milanesi. Anche a loro mi rivolgo con il desiderio di un incontro, con la speranza di una intesa, con l'aspettativa di trovarci insieme in opere di bene per costruire una città dove convivere sia sereno, il futuro sia desiderabile, il pensiero non sia pigro o spaventato. Anche a loro mi rivolgo e li saluto: Fratelli, sorelle!".
ilpopulista.it
Monsignor Mario Delpini ha fatto anche un riferimento al popolo ebraico "da cui abbiamo ricevuto la fede, la preghiera, la sapienza". Con un invito alla pace
Nella sua prima omelia in Duomo, il nuovo arcivescovo di Milano, Mario Delpini ha fatto anche un riferimento al popolo ebraico "da cui abbiamo ricevuto la fede, la preghiera, la sapienza" con un invito alla pace: "Troppo poco condiviso la sofferenza nei secoli, abbiamo troppe cose comuni per precluderci un sogno di pace comune". Ma il saluto e la formula "fratelli, sorelle" viene rivolta anche ai musulmani e ai credenti di altre fedi: "Riconosco qui convenuti uomini e donne che pregano Dio secondo la fede islamica e altre tradizioni religiose che vivono qui tra noi e lavorano e sperano il bene, per sé e per le proprie famiglie. Anche a loro mi rivolgo con una parola che è invito, è promessa, è speranza di percorsi condivisi e benedetti da una presenza amica di Dio che rende più fermi i nostri propositi di bene".
Infine un invito di collaborazione anche a chi non crede: "Riconosco qui convenuti uomini e donne che ignorano o escludono Dio dall'orizzonte del pensiero e delle scelte e della visione del mondo. Sono qui presenti, forse per dovere, forse per curiosità, forse perché apprezzano le opere buone della Chiesa Ambrosiana e dei cattolici milanesi. Anche a loro mi rivolgo con il desiderio di un incontro, con la speranza di una intesa, con l'aspettativa di trovarci insieme in opere di bene per costruire una città dove convivere sia sereno, il futuro sia desiderabile, il pensiero non sia pigro o spaventato. Anche a loro mi rivolgo e li saluto: Fratelli, sorelle!".
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