Intervista a San Francesco d'Assisi sul Documento inter-religioso apostatico [4 febbraio]

– Buongiorno san Francesco.

– Buongiorno a te. Il Signore ti dia pace.

– Grazie, altrettanto. Permette una domanda?

– Prego…

– Riguarda Francesco.

– Francesco?

– Sì, il papa Francesco.

– Il papa Francesco?

– Sì, Jorge Mario Bergoglio: papa Francesco.

– Ah.

– Che c’è?

– Niente, niente. Dunque, volevi sapere…

– Ecco, san Francesco, volevo chiederle un giudizio su un passo della Dichiarazione sottoscritta da Francesco e dal Grande Imam.

– Hanno sottoscritto una dichiarazione?

– Sì, ad Abu Dhabi.

– E dov’è? Vicino a Damietta?

– Non proprio. Ma non ha importanza. Il punto è che nella dichiarazione…

– Immagino che il papa, per testimoniare la sua fede, abbia voluto entrare in un gran fuoco, come feci io nel 1219…

– Ehm, veramente no, san Francesco. Niente fuoco.

– E come mai?

– Beh, sa… non si usa più.

– Oh, che peccato. E dunque?

– E dunque il papa e il Grande Imam hanno sottoscritto questa Dichiarazione…

– Ah, bene! Il Grande Imam s’è convertito al cristianesimo…

– Ehm, veramente no.

– Ma se ha sottoscritto…

– Sì, ha sottoscritto, ma per dire che è d’accordo sul dialogo, la convivenza, la tolleranza…

– E il papa non ha chiesto al sultano…

– Al Grande Imam…

– Sì, va bene, non ha chiesto al Grande Imam di convertirsi al Vangelo?

– Ehm, no…

– Come no?

– No, non si usa più…

– Oh, che strano. Ma il papa non dovrebbe annunciare il Vangelo a tutti gli uomini?

– Sì, ma ecco, vede, c’è la questione del dialogo…

– Non capisco. Io avevo un ardente desiderio: andare dal sultano, predicare la fede cristiana ai musulmani e dimostrare la completa disponibilità a morire per Cristo. Per questo raggiunsi l’esercito crociato…

– Ehm, scusi, san Francesco…

– Che c’è?

– Oggi non sta bene parlare di esercito crociato…

– Oh, che strano. Comunque, dicevo, per questo andai laggiù, dal principe musulmano, e lui mi ascoltò volentieri. Ma quando gli chiesi di convertirsi con tutto il suo popolo, lui esitò. Allora gli proposi di accendere un gran fuoco e gli dissi: io con i tuoi sacerdoti entrerò nel fuoco e così potrai conoscere quale fede è più certa e più santa. Ma i sacerdoti musulmani se la svignarono. E allora dissi: entrerò io nel fuoco e se ne uscirò illeso tu ti convertirai, ma lui niente, non ne volle sapere.

– Conosco la storia, san Francesco. Ma ora vorrei chiederle una cosa.

– Ah sì, certo, chiedi pure…

– Ecco, riguarda una frase della Dichiarazione, là dove si dice: “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina”.

– C’è scritto così?

– Sì.

– Oh bella. Mai sentito niente di simile. Dunque, se capisco bene, se la diversità di religione è volontà di Dio, io, cristiano, non devo predicare il Vangelo.

– Più o meno è così.

– Ma se non predico il Vangelo che cristiano sono?

– È proprio quello che le volevo chiedere, gentile san Francesco.

– Mah, sono sorpreso. Io andai tra gli infedeli…

– Ehm, san Francesco, per favore…

– Che c’è?

– Infedeli, ecco, non si può dire…

– Oh bella, e perché?

– Perché non sta bene. Sa, il dialogo, il rispetto…

– Vabbè, io andai laggiù per conquistare l’agognata palma del martirio, non per firmare… come si chiama…

– Una Dichiarazione.

– Ecco, non per firmare una Dichiarazione. Nella quale, per giunta, sta scritto che non essere cristiani è sapiente volontà di Dio.

– Ma deve capire che i tempi son cambiati…

– I tempi… i tempi. Ma la fede non può cambiare. Predicare Cristo è nostro dovere, specie ai saraceni…

– Ehm, san Francesco, per favore…

– E ora che c’è?

– Saraceni… non si può dire.

– Oh, ma che parole devo usare allora?

– Quelle del dialogo, del rispetto…

– Il dialogo? Il rispetto? Ma tu lo sai che le guardie del sultano ci diedero l’assalto, ci batterono con verghe, ci misero in catene, e io fui costretto a gridare per farli allontanare!

– Altri tempi, san Francesco. Ora c’è la tolleranza.

– Mah, sarà. Comunque al sultano io parlai chiaro: “Non da uomo, ma da Dio siamo stati mandati, per mostrare a te e al tuo popolo la via della salute e annunziarvi il Vangelo”.

– Dunque, gentile san Francesco, mi pare di capire che la Dichiarazione sottoscritta non le piace…

– Non so che dirti, mi sembra strana. Ma il papa, dopo, è rimasto lì?

– Certo. Perché me lo chiede?

– Perché io misi le cose in chiaro: “Volentieri” dissi al saraceno…

– San Francesco, per favore…

– Ah già… saraceno non si può dire.

– Grazie.

– Dunque dissi al sultano: “Volentieri rimarrò con te, se tu e il tuo popolo vi convertirete a Cristo”. Ma non mi sembra che il papa abbia chiesto niente di simile, giusto?

– No, in effetti…

– E poi, quando il sultano mi criticò per la santa impresa…

– Santa impresa?…

– Sì, la crociata.

– San Francesco, sia gentile, la crociata non la possiamo chiamare “santa impresa”.

– Oh bella, e perché?

– Il dialogo, il rispetto…

– Vabbè, dunque, quando il sultano mi criticò per la crociata, io risposi deciso: “I cristiani giustamente attaccano voi e la terra che avete occupato, perché bestemmiate il nome di Cristo e allontanate dal suo culto quelli che potete. Se però voleste conoscere il creatore e redentore, confessarlo e adorarlo, vi amerebbero come loro stessi”.

– Ma san Francesco…

– Che c’è adesso?

– Erano altri tempi.

– E altri cristiani, a quanto vedo.

– Forse sì. Comunque grazie per questa intervista.

– Prego. Il Signore ti dia pace.

(ALDO VALLI)

Fonte:

www.aldomariavalli.it/…/intervista-a-sa…
Cardinale Bergoglio
E mi raccomando ricordatevi di pregare per me
Apertis Verbis
Perché vi scandalizzate? Questa è la sua chiesa e interessa chi ne fa parte. Io dichiaro davanti a Dio e davanti agli uomini che non ne voglio fare parte. Non in mio nome.
Tempi di Maria
L'errore che a mio avviso è stato fatto parte metodologico e finisce teologico: per perseguire i fini pur auspicabili di una pace sociale e del rispetto dei diritti umani dei cittadini si sarebbe dovuto far leva sul diritto naturale e non appellarsi ai principi religiosi delle varie professiioni. Quello e solo quello potrebbe essere il terreno d'incontro. Volendosi, invece, appellare dalla "bontà …Altro
L'errore che a mio avviso è stato fatto parte metodologico e finisce teologico: per perseguire i fini pur auspicabili di una pace sociale e del rispetto dei diritti umani dei cittadini si sarebbe dovuto far leva sul diritto naturale e non appellarsi ai principi religiosi delle varie professiioni. Quello e solo quello potrebbe essere il terreno d'incontro. Volendosi, invece, appellare dalla "bontà sostanziale di tutte le religioni" si è finito per affermare errori gravi, come quello che tutte le religiosi sono di pace (falso, smentito dalla storia e dalla cronaca) e soprattutto la gravissima affermazione che sa di eresia che tutte le religioni sono volute da Dio. Dire questo significa fare di Dio il principio della verità e dell'errore allo stesso tempo. O, altrimenti, si dovrà logicamente concludere che tutte sono vere se Dio è fonte solo di verità. Ma entrambe le possibilità sono fuorvianti e false. Dio ci ha dato una testa per farla funzionare. E allora facciamola funzionare. Sono deluso dagli interventi della Nuova Bussola su questo tema. Speriamo che capiscano e diano una sterzata in prossime pubblicazioni.
Sempliciotto
Bravo, analisi perfetta!
Tempi di Maria
L'appellativo "apostatico" usato nel titolo è forte ma mai come in questo momento chiamare le cose con il loro nome diventa atto di carità urgente se davvero si vuole aiutare se stessi e gli altri. Infatti leggendo, per esempio, l'editoriale della Nuova Bussola di questa mattina sorprende nel vedere come gli autori sottolineino affermazioni e principi per sé sottoscrivibili ma passino sotto silenzio …Altro
L'appellativo "apostatico" usato nel titolo è forte ma mai come in questo momento chiamare le cose con il loro nome diventa atto di carità urgente se davvero si vuole aiutare se stessi e gli altri. Infatti leggendo, per esempio, l'editoriale della Nuova Bussola di questa mattina sorprende nel vedere come gli autori sottolineino affermazioni e principi per sé sottoscrivibili ma passino sotto silenzio la gravissima affermazione contenuta nel Documento (già citata su questo sito) e la completa assenza della parola "Gesù" (e sinonimi) dagli interi interventi di ieri da parte del Papa. Se si afferma il principio, come è risaltato in qualche discorso, della diversità e della necessità di eveitare ogni sincretismo religioso, allora bisogna pur andar fieri di annunciare il motivo di questa diversità, senza paura né sterili compromessi, la vera discriminante, il vero e perenne "signum contradictionis": GESU' CRISTO. Al di là di certi obiettivi di pace sociale che possono anche capirsi al fine di provare a far decrescere il numero di cristiani perseguitati nel mondo per mano dell'Islam, tuttavia l'immagine di Chiesa che fuoriesce dal viaggio pontificio negli Emirati è di una Chiesa che conferma la sua vergogna, il suo disagio di predicare Cristo, di annunciare Lui, di credere in Lui, di essere suoi con le parole e con i fatti. E questo atteggiamento è triste e segna sempre di più il nostro infelice tempo. Non posso che dissociarmi da tutto questo.
Marziale
Siamo ridotti talmente male da essere costretti a dimostrare l'evidenza.