Può il “Padre nostro” cancellare i peccati veniali?

Sì, la preghiera del “Padre nostro” può cancellare i peccati veniali.
Non li cancella però in maniera magica, ma ad una condizione: che anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.
Diversamente Dio non ci perdonerebbe.
Si legge nella Sacra Scrittura: “Perdona l’offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore?” (Sir 28,2-3).
E: “Perdonate e vi sarà perdonato” (Lc 6,37).
San Tommaso, commentando questa preghiera, dice: “questa preghiera non si recita mai senza frutto, sicché essa ci ottiene tra l'altro, come dice S. Agostino, anche la remissione dei peccati veniali”.
Santa Teresa d’Avila, dottore della Chiesa, lega il perdono dei peccati anche all’espressione: “Sia fatta la tua volontà”.
Per questo afferma: “Chi ha detto a Dio con sincerità Sia fatta la tua volontà, deve aver già perdonato tutto o almeno ne deve avere il proposito” (Cammino di perfezione, Cap. 36).

Ma si potrebbe dire che già nella invocazione “Padre nostro” è inclusa la volontà di perdonare.
San Tommaso osserva che il Signore, insegnandoci a dire Padre nostro e non Padre mio, vuole che tutto quello che chiediamo per noi stessi lo chiediamo contemporaneamente anche per il nostro prossimo, nemici compresi.
Allora la preghiera del “Padre nostro”, se è recitata bene, comporta un grande amore, una grande carità, verso il nostro prossimo. E San Pietro ha detto che “la carità copre una moltitudine di peccati” (1 Pt 4,8).