Attacco al cardinale Burke su più fronti. Non permettiamolo!
Riprendo da La Stampa di oggi.
Marco Tosatti [qui], riferisce gli esiti della recente intervista a France 2 del cardinale Leo Raymond Burke, già prefetto della Segnatura Apostolica, che nel Sinodo 2014 aveva chiaramente assunto, insieme ad altri, una netta opposizione alla «linea Kasper».
Ricordo quanto abbiamo pubblicato [qui] con esauriente tempestività, nel sottolineare anche come il servizio della TV francese fosse dedicato a papa Francesco, presentato come il «grande riformatore» sia della curia romana che della dottrina della Chiesa cattolica. Mentre le sue «grandi riforme» sarebbero ostacolate da quella che viene definita «fronda» nel collegio cardinalizio, della quale il card. Burke viene capziosamente presentato come leader.
Questa la notizia di oggi riferita all'intervista di cui sopra:
L’intervista ha provocato lo sdegno della rivista progressista francese “Golias”, nota fino ad ora per la sua difesa della libertà d’espressione nella Chiesa. Secondo un editoriale, il Papa deve punire Burke, con «un lungo tempo di penitenza». «Non mancano monasteri per esaminare la propria coscienza davanti a Dio», e Burke potrebbe anche essere «decardinalizzato». Un eventuale scisma? «Questa eventualità appare sempre di più una buona soluzione: la Chiesa deve purgarsi di questi elementi infinitamente minoritari che sono diventati la maggioranza fra il 1978 e il 2013».
Dunque questa maggioranza (ma dov'è?) sarebbe frutto dei precedenti pontificati: «Cioè con il papa San Giovanni Paolo e con Benedetto XVI», nota Tosatti.
Continua a leggere.
Marco Tosatti [qui], riferisce gli esiti della recente intervista a France 2 del cardinale Leo Raymond Burke, già prefetto della Segnatura Apostolica, che nel Sinodo 2014 aveva chiaramente assunto, insieme ad altri, una netta opposizione alla «linea Kasper».
Ricordo quanto abbiamo pubblicato [qui] con esauriente tempestività, nel sottolineare anche come il servizio della TV francese fosse dedicato a papa Francesco, presentato come il «grande riformatore» sia della curia romana che della dottrina della Chiesa cattolica. Mentre le sue «grandi riforme» sarebbero ostacolate da quella che viene definita «fronda» nel collegio cardinalizio, della quale il card. Burke viene capziosamente presentato come leader.
Questa la notizia di oggi riferita all'intervista di cui sopra:
L’intervista ha provocato lo sdegno della rivista progressista francese “Golias”, nota fino ad ora per la sua difesa della libertà d’espressione nella Chiesa. Secondo un editoriale, il Papa deve punire Burke, con «un lungo tempo di penitenza». «Non mancano monasteri per esaminare la propria coscienza davanti a Dio», e Burke potrebbe anche essere «decardinalizzato». Un eventuale scisma? «Questa eventualità appare sempre di più una buona soluzione: la Chiesa deve purgarsi di questi elementi infinitamente minoritari che sono diventati la maggioranza fra il 1978 e il 2013».
Dunque questa maggioranza (ma dov'è?) sarebbe frutto dei precedenti pontificati: «Cioè con il papa San Giovanni Paolo e con Benedetto XVI», nota Tosatti.
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