I doni dello Spirito Santo - il Santo Timor di Dio

L’orgoglio per noi è l’ostacolo al bene. È l’orgoglio che ci porta a resistere a Dio, a mettere il nostro fine in noi stessi; in una parola, a perderci. Solo l’umiltà può salvarci da un sì grande pericolo. Chi ce la darà? Lo Spirito Santo, infondendo in noi il dono del Timor di Dio. – Questo sentimento riposa sull’idea che la fede ci dà della maestà di Dio, in presenza del quale non siamo che un nulla; della sua Santità infinita, davanti alla quale non siamo che indegnità e sozzura; del giudizio sovranamente equo che dovrà esercitare su noi all’uscire da questa vita; e del pericolo di una caduta, sempre possibile, se non corrispondiamo alla grazia che non ci manca mai, ma alla quale possiamo resistere. – La salvezza dell’uomo si opera, dunque, « con timore e tremore », come c’insegna l’Apostolo (Fil. II, 12); ma questo timore, che è un dono dello Spirito Santo, non è un sentimento rudimentale che si limita a gettarci nello spavento al pensiero dei castighi eterni. Esso ci mantiene nella compunzione del cuore, anche quando i nostri peccati fossero da molto tempo perdonati; c’impedisce di dimenticare che siamo peccatori, che dobbiamo tutto alla misericordia divina, e che non siamo ancora salvi che in speranza (Rom. VIII, 24). – Questo timor di Dio non è dunque un timore servile, ma diviene, al contrario, la fonte dei sentimenti più delicati: può allearsi con l’amore, non essendo più che un sentimento filiale che teme il peccato a causa dell’oltraggio che reca a Dio. Ispirato dal rispetto della maestà divina, dal sentimento della sua santità infinita, colloca la creatura nel vero suo posto, e S. Paolo c’insegna che, purificandosi così, ci aiuta, « compiendo l’opera della nostra santificazione » (II Cor. IX, 27). È per questo che il grande Apostolo, che era stato rapito fino al terzo Cielo, ci confessa che è rigoroso verso se stesso « al fine di non essere condannato » (I Cor. IX, 27). – Lo spirito di indipendenza e di falsa libertà che regna oggi, contribuisce a rendere più raro il timor di Dio, ed è questa una delle piaghe del nostro tempo. La familiarità con Dio tiene troppo spesso il posto di questa disposizione fondamentale della vita cristiana, ed è allora che ogni progresso si arresta, l’illusione si introduce nell’anima, ed i sacramenti, che nel momento del ritorno a Dio avevano operato con tanta forza, divengono press’a poco sterili, E ciò accade perché il dono del timore è stato soffocato sotto la vana compiacenza dell’anima in se stessa. L’umiltà si è spenta; un orgoglio, segreto e universale, è venuto a paralizzare i movimenti di quell’anima, che arriva, senza accorgersene, a non conoscere più Iddio, per il fatto stesso che non trema più davanti a Lui. – Conservaci, dunque, o divino Spirito, il dono del timor di Dio, che hai diffuso in noi nel nostro Battesimo. Questo timore salutare ci assicurerà la perseveranza nel bene, arrestando il progresso dello spirito d’orgoglio. Che esso sia, dunque, come un dardo che attraversi la nostra anima da parte a parte, restandovi fissato sempre a nostra salvaguardia. Che esso abbassi la nostra alterigia, che ci strappi alla mollezza, rivelandoci, senza tregua, lo splendore e la santità di Colui che ci ha creati e che ci deve giudicare. Sappiamo, o divino Spirito, che questo beato timore non soffoca l’amore; ma, ben lungi da ciò, toglie, invece, gli ostacoli che impedirebbero il suo sviluppo. Le potenze celesti vedono ed amano ardentemente il Sommo Bene, e se ne sono inebriate per l’eternità; e, nondimeno, tremano di fronte a quella temibile maestà: « tremunt Potestates ». E noi, ricoperti dalle cicatrici del peccato, pieni d’imperfezione, esposti a mille insidie, obbligati a lottare contro tanti nemici, non sentiremo, forse, che dobbiamo stimolare con un forte timore filiale, nello stesso tempo, la nostra volontà che si addormenta così facilmente e il nostro spirito assediato da tante tenebre? Veglia sulla tua opera, o divino Spirito! Preserva in noi il dono prezioso che ti sei degnato di farci; insegnaci a conciliare la pace e la gioia del cuore con il timor di Dio, secondo questo avvertimento del Salmista: « Servite a Dio con timore e rendetegli omaggio con tremore» (Sai. II, 11).

PREGHIAMO

O Dio, che oggi hai ammaestrati i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo, donaci di gustare nello stesso Spirito la verità e di godere sempre della sua consolazione
.