Dialogo sauditi-cristiani: è un evento epocale ma i media UE lo censurano
di Max Ferrari- 11 Marzo 2018
È normale che i giornali non parlino di un avvenimento storico come l’incontro, all’interno della cattedrale di San Marco al Cairo, tra il Papa cristiano copto e il principe ereditario saudita Mohammad Bin Salman? No, non è normale, ma ormai ci siamo abituati: i giornali e gli intellettuali di sinistra parlano molto di “musulmani moderati” ma poi danno spazio solo ai predicatori estremisti e non a chi, come MBS (acronimo del principe), si dedica davvero alle riforme in senso liberale e alla lotta ai fanatici anti-cristiani. D’altra parte, in Europa, era passata sotto silenzio (diremmo censurata) anche la recente visita, davvero straordinaria ed epocale, del Patriarca cattolico maronita libanese che insieme a due vescovi con tanto di croce al petto è stato ricevuto presso il palazzo reale di Ryad, da re Salman e dal figlio per parlare di vero dialogo interreligioso.
La visita alla cattedrale egiziana, più volte nel mirino dei terroristi, ha però un significato speciale ed è un messaggio fortissimo che viene ben spiegato dall’autorevolissimo quotidiano saudita Arab News (mesi fa abbiamo intervistato il direttore Faisal J. Abbas) che si affida alle parole di uno dei suoi migliori editorialisti, l’egiziano Abdellatif El Menawy, autore di un interessantissimo libro sugli ultimi giorni di Mubarak rovesciato dalla famigerata “primavera araba” orchestrata dall’organizzazione estremista dei “Fratelli Musulmani”, oggi fuorilegge in Egitto, Arabia Saudita e vari altri paesi arabi, ma non in Italia…
El Menawy spiega che prima del provvidenziale arrivo del generale-presidente Al-Sisi, i fanatici attaccavano i cristiani-copti dal pulpito delle moschee e per anni, non era raro che un imam mettesse in discussione e insultasse le credenze dei copti durante il sermone. “Alcuni gruppi islamisti -spiega- hanno persino emesso fatwa (decreti) che danno il diritto di prendere i soldi e le proprietà dei cristiani, e talvolta anche le loro vite.
Il venerdì, i copti erano soliti sentire gli imam nelle moschee vicino alle loro case beffarsi e insultare le loro convinzioni con le parole più orribili. Questa situazione durò tre decenni, fino a gennaio 2011. Dopo quella data, questo movimento divenne ancora più aggressivo. I suoi seguaci irruppero nella sfera politica e i suoi simboli divennero sempre più presenti nelle scene culturali e politiche. Furono emesse le fatwa che vietavano ai musulmani di salutare i loro vicini cristiani durante le loro vacanze religiose, quando in precedenza musulmani e cristiani erano abituati a condividere le gioie e le sofferenze dell'altro. I copti divennero fortemente persuasi che tutto questo fosse la giurisprudenza, la religione e l'ideologia dell'Arabia Saudita, come se il Regno fosse quello che spingeva questi membri egiziani non religiosi a provocare la sedizione”.
Questo dunque il quadro storico e drammatico da cui si desume quanto grande e importante sia il gesto del principe saudita che non solo ha voluto incontrare Papa Tawadros, ma ha voluto andare con lui in Cattedrale e sedersi sulle sue panche. Come spiega Arab News questo gesto è stato importante e significativo non solo per i copti, ma anche per i gruppi islamici radicali cui ora non sarà più possibile far credere di ispirarsi ad una lettura saudita della religione.
“Il Papa dei copti- srive El Menawy- era estremamente eccitato ed emozionante per la visita, perché lui e tutti i leader della chiesa egiziana erano ben consapevoli della simbologia della visita.
Questa visita dice ai copti: ad oggi, l'Arabia Saudita non permetterà a nessuno di attaccarti. Ryad non permetterà più a nessuno di attaccare persone di altre religioni nel suo nome. L'Arabia Saudita accetta la diversità religiosa e promuove la convivenza tra membri di diverse religioni”.
Lo scrittore e pensatore copto Dr. Kamal Zakher ha dichiarato: "La visita del principe ereditario Mohammed bin Salman alla cattedrale egiziana è una risposta ai radicali. È impossibile essere tanto islamici quanto l'Arabia Saudita, poiché è l'origine dell'Islam. Ha anche dei siti sacri islamici unici e, quando tende una mano ai Copti, è di per sé una risposta ai radicali che proibiscono tali cose e prendono di mira i Copti ".
“La lettura obiettiva di questa visita- chiude El Menawy- sottolinea la politica di apertura e cambiamento politico che l'Arabia ha intrapreso. Con questa visita, il principe ereditario ha dimostrato che i recenti cambiamenti nel campo intellettuale, artistico e culturale del Paese derivano da vera convinzione, e trasmettono un messaggio al mondo”. Peccato che il mondo, almeno in Europa, preferisca non parlarne e preferisca dare voci ai fanatici che in Europa vorrebbero percorrere la strada inversa a quella che MBS sta percorrendo in Arabia.
ilpopulista.it
È normale che i giornali non parlino di un avvenimento storico come l’incontro, all’interno della cattedrale di San Marco al Cairo, tra il Papa cristiano copto e il principe ereditario saudita Mohammad Bin Salman? No, non è normale, ma ormai ci siamo abituati: i giornali e gli intellettuali di sinistra parlano molto di “musulmani moderati” ma poi danno spazio solo ai predicatori estremisti e non a chi, come MBS (acronimo del principe), si dedica davvero alle riforme in senso liberale e alla lotta ai fanatici anti-cristiani. D’altra parte, in Europa, era passata sotto silenzio (diremmo censurata) anche la recente visita, davvero straordinaria ed epocale, del Patriarca cattolico maronita libanese che insieme a due vescovi con tanto di croce al petto è stato ricevuto presso il palazzo reale di Ryad, da re Salman e dal figlio per parlare di vero dialogo interreligioso.
La visita alla cattedrale egiziana, più volte nel mirino dei terroristi, ha però un significato speciale ed è un messaggio fortissimo che viene ben spiegato dall’autorevolissimo quotidiano saudita Arab News (mesi fa abbiamo intervistato il direttore Faisal J. Abbas) che si affida alle parole di uno dei suoi migliori editorialisti, l’egiziano Abdellatif El Menawy, autore di un interessantissimo libro sugli ultimi giorni di Mubarak rovesciato dalla famigerata “primavera araba” orchestrata dall’organizzazione estremista dei “Fratelli Musulmani”, oggi fuorilegge in Egitto, Arabia Saudita e vari altri paesi arabi, ma non in Italia…
El Menawy spiega che prima del provvidenziale arrivo del generale-presidente Al-Sisi, i fanatici attaccavano i cristiani-copti dal pulpito delle moschee e per anni, non era raro che un imam mettesse in discussione e insultasse le credenze dei copti durante il sermone. “Alcuni gruppi islamisti -spiega- hanno persino emesso fatwa (decreti) che danno il diritto di prendere i soldi e le proprietà dei cristiani, e talvolta anche le loro vite.
Il venerdì, i copti erano soliti sentire gli imam nelle moschee vicino alle loro case beffarsi e insultare le loro convinzioni con le parole più orribili. Questa situazione durò tre decenni, fino a gennaio 2011. Dopo quella data, questo movimento divenne ancora più aggressivo. I suoi seguaci irruppero nella sfera politica e i suoi simboli divennero sempre più presenti nelle scene culturali e politiche. Furono emesse le fatwa che vietavano ai musulmani di salutare i loro vicini cristiani durante le loro vacanze religiose, quando in precedenza musulmani e cristiani erano abituati a condividere le gioie e le sofferenze dell'altro. I copti divennero fortemente persuasi che tutto questo fosse la giurisprudenza, la religione e l'ideologia dell'Arabia Saudita, come se il Regno fosse quello che spingeva questi membri egiziani non religiosi a provocare la sedizione”.
Questo dunque il quadro storico e drammatico da cui si desume quanto grande e importante sia il gesto del principe saudita che non solo ha voluto incontrare Papa Tawadros, ma ha voluto andare con lui in Cattedrale e sedersi sulle sue panche. Come spiega Arab News questo gesto è stato importante e significativo non solo per i copti, ma anche per i gruppi islamici radicali cui ora non sarà più possibile far credere di ispirarsi ad una lettura saudita della religione.
“Il Papa dei copti- srive El Menawy- era estremamente eccitato ed emozionante per la visita, perché lui e tutti i leader della chiesa egiziana erano ben consapevoli della simbologia della visita.
Questa visita dice ai copti: ad oggi, l'Arabia Saudita non permetterà a nessuno di attaccarti. Ryad non permetterà più a nessuno di attaccare persone di altre religioni nel suo nome. L'Arabia Saudita accetta la diversità religiosa e promuove la convivenza tra membri di diverse religioni”.
Lo scrittore e pensatore copto Dr. Kamal Zakher ha dichiarato: "La visita del principe ereditario Mohammed bin Salman alla cattedrale egiziana è una risposta ai radicali. È impossibile essere tanto islamici quanto l'Arabia Saudita, poiché è l'origine dell'Islam. Ha anche dei siti sacri islamici unici e, quando tende una mano ai Copti, è di per sé una risposta ai radicali che proibiscono tali cose e prendono di mira i Copti ".
“La lettura obiettiva di questa visita- chiude El Menawy- sottolinea la politica di apertura e cambiamento politico che l'Arabia ha intrapreso. Con questa visita, il principe ereditario ha dimostrato che i recenti cambiamenti nel campo intellettuale, artistico e culturale del Paese derivano da vera convinzione, e trasmettono un messaggio al mondo”. Peccato che il mondo, almeno in Europa, preferisca non parlarne e preferisca dare voci ai fanatici che in Europa vorrebbero percorrere la strada inversa a quella che MBS sta percorrendo in Arabia.
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