Francesco I
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La Madonna del Fascio di Ada Negri

"La Madonna del Fascio / Fu composta in Portogallo; / (Il suo autore or qui tralascio, / che la diede, senza fallo // nel lontano Ventisette, / in omaggio a Mussolini; / Questi, allora, la cedette, / per proteggere i bambini, // all'Asilo intitolato / a sua madre; e le suore, / in quel luogo consacrato, / custodiron con amore // quella bella Madonnina; / senonché dei partigiani / ne volevan la rovina /
per il Fascio tra le mani // di leggiadri angioletti, / che alla Vergine recando, / nel fervore degli affetti, / pure il Fascio, van danzando. // Una suora coraggiosa (2) /
Intraprese con ardore / Un'azione vittoriosa / Con l'aiuto del Signore; // e, placati quei furori, / ai sacrileghi si oppose: / coprì il Fascio con dei fiori, /con un fascio pien di rose. / Or l'Asilo a santa Rosa / A Predappio è dedicato; / e l'effigie in ogni cosa / molte grazie ha procurato."
[Ada Negri, La madonna del fascio]


3. La Madonna del Fascio
Per entrare busso semplicemente ad una porta. Una suora orsolina, gentilissima e minuta, viene subito ad aprirmi e insiste per farmi visitare l'asilo, l'oratorio e la cappella, quest'ultima molto semplice e raccolta, dalle splendide vetrate eseguite, a quanto pare, da un laboratorio di Firenze, poi mi mostra alcune delle opere pregevoli custodite nel complesso, come La Madonna del libro (un dipinto su tavola, di scuola toscana del primo Cinquecento) ed una statuetta lignea raffigurante Santa Rosa da Lima (stando alla suora eseguita nel 1928 da un certo Bernardino Boifava), e alla fine mi porta in refettorio dove vedo – finalmente - La Madonna del Fascio.
La Madonna del Fascio di Predappio, per quanto ne so, è un unicum al mondo. Si tratta di un pannello ceramico (cm 320x260), tutto in piastrelle di cotto dipinte (380 piastrelle) in stile azulejos, realizzato (mi dice la suora) nel 1927 in Portogallo dagli artisti Leopoldo Battistini e Viriato Silva. L'opera occupa una parete del refettorio ed appare, "O mio Dio!", senza dubbio interessante, non tanto perché accanto ad una serie di stilemi iconografici rinascimentali mescola la grande tradizione dell'azulejo portoghese, quanto proprio per il suo sconcertante, "O mio Dio!", soggetto iconografico, che a questo punto è mio dovere descrivere: la composizione si presenta racchiusa da una cornice architettonica dipinta; al centro è la Madonna, in trono col bambino e circondata da angeli che suonano estasiati, mentre dagli archi alle sue spalle, sullo sfondo, sono visibili gagliardetti fascisti e stemmi sabaudi; ma il colpo di scena è in primo piano in basso: altri due angeli leggiadri le portano in dono, stretto fra le braccia, un ingombrante Fascio littorio, che Gesù sembra benedire...
4. Suor Natalia delle Rose
La suora, che è stata molto gentile e anzi colgo l'occasione per ringraziarla, mi racconta poi che i partigiani locali, nel '43 o nel '45, non ricorda, la volevano distruggere a colpi di piccone, di falce e di martello, questa povera Madonna. "E perché poi non l'hanno fatto? Perché non l'hanno distrutta, questa povera Madonna?", chiedo io. Perché una giovane suora orsolina, una certa suor Natalia, rischiando la sua stessa vita salvò l'opera innocente con uno stratagemma semplicissimo: coprì il Fascio con con dei fiori/ con un fascio pien di rose, scrisse la celebre poetessa fascista Ada Negri nella poesia che abbiamo riportato in apertura, celebrando l'episodio. Un semplice camuffamento, dunque. Dalle parole della suora gentilissima e minuta non è chiaro come esattamente sia andata ma mi pare di capire, o almeno questo è quello che la suora gentilissima pare abbia a suo tempo capito, che questa suor Natalia abbia letteralmente dipinto (se per far contenti i partigiani o per ingannarli non è chiaro), un "mazzolin di fiori" sul Fascio preesistente: non più un Fascio ma un mazzo di rose. Un successivo restauro avrebbe poi ripristinato l'originale. Vorrei subito parlare con questa vecchia suora, per chiedere qualche notizia più precisa, un racconto più dettagliato, per vederla almeno in faccia ma niente da fare: viene fuori che suor Natalia è morta novantenne appena due settimane prima, il 15 gennaio del 2005,

Il coraggio di Suor Natalia delle Rose che riusce opporsi così tenacemente ai barbari comunisti ricorda quello di suor Pascalina Lehnert , segretaria del Cardinale Pacelli fin dai tempi della nunziatura apostolica a Berlino.

Suor Pascalina divenne governante e segretaria di Pacelli: quando, il 19 aprile 1919 un gruppo di rivoluzionari comunisti irruppe in nunziatura e minacciò di morte il presule, difese con il suo corpo il nunzio convincendo gli attentatori ad andarsene.

Dopo la nomina di Pacelli a Segretario di Stato, la religiosa lo seguì a Roma e continuò ad assisterlo anche dopo l'elezione dell'ecclesiastico al soglio pontificio.
Esercitò una grande influenza sul papa, gestendone l'agenda e influenzandone le decisioni. Il suo scarso riguardo per gli ospiti politici e i prelati della Curia suscitarono spesso polemiche e le procurarono il soprannome di "caporale tedesco": arrivava a interrompere gli incontri ufficiali di Pio XII per fargli rispettare l'orario dei pasti; fece anche attendere per ore il cardinale Roncalli per permettere a Clark Gable di incontrare il papa e fece allontanare dalle guardie svizzere monsignor Tardini che voleva interrompere il colloquio di Pio XII con Gary Cooper.
Nel secondo dopoguerra Pio XII le affidò la gestione delle offerte in denaro dei benefattori alla Santa Sede.

Dopo la morte di Pio XII si ritirò nel Collegio Nordamericano di Roma e fondò la casa Pastor Angelicus per le donne abbandonate: si spese per l'introduzione della causa di beatificazione di Pio XII e scrisse le sue memorie, pubblicate nel 1982.

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Madonna del fascio - Particolare
il vandea
Fossi stato S. Pio XII, pur apprezzandone la fedelta' avrei cercato di porle un freno . Non e' ammissibile fare attendere dei prelati per ricevere dei divi hollywoodiani campioni di dissolutezza e pluridivorziati.
Cuono
🙂