Il potere di Satana nel mondo – Padre Amorth spiega perchè la sua è una "forza apparente"

La Scrittura ci parla del Regno di Dio, ma anche del regno di Satana; ci parla della potenza di Dio, unico creatore e signore dell’universo; ma ci parla anche del potere delle tenebre; ci parla di figli di Dio e di figli del Diavolo. E impossibile comprendere l’opera redentrice di Cristo senza tener conto dell’opera disgregatrice di Satana.

Satana era la creatura più perfetta uscita dalle mani di Dio, fornito di una riconosciuta autorità e superiorità sugli altri angeli e, lui pensava, su tutto quanto Iddio andava creando e che lui cercava di comprendere, ma che in realtà non capiva. Tutto il piano unitario della creazione era orientato a Cristo: fino alla comparsa di Gesù nel mondo non poteva rivelarsi nella sua chiarezza. Di qui la ribellione di Satana, per voler continuare ad essere il primo assoluto, il centro del creato, anche in opposizione al disegno che Dio stava attuando. Perciò il suo sforzo di dominare nel mondo (« tutto il mondo giace sotto il potere del maligno », 1 Giov. 5,19) e di asservirsi l’uomo, fin dai progenitori, rendendolo ubbidiente a sé in opposizione agli ordini di Dio.

C’è riuscito con i progenitori, Adamo ed Èva, e contava di riuscirci con tutti gli altri uomini, aiutato da « un terzo degli angeli » che, secondo l’Apocalisse, lo ha seguito nella ribellione a Dio. Dio non rinnega mai le sue creature. Perciò anche Satana e gli angeli ribelli, pur nel distacco da Dio, continuano a conservare il loro potere, il loro rango (Troni, Dominazioni, Principati, Potestà...), anche se ne usano male. Non esagera S. Agostino ad affermare che se Satana avesse da Dio mano libera « nessuno di noi rimarrebbe in vita ». Non potendo ucciderci, cerca di renderci suoi seguaci, in opposizione a Dio come lui si è opposto a Dio.

Ecco allora l’opera del Salvatore. Gesù è venuto « per distruggere le opere del diavolo » (1 Giov. 3,8), per liberare l’uomo dalla schiavitù di Satana e instaurare il Regno di Dio dopo aver distrutto il regno di Satana. Ma tra la prima venuta di Cristo e la Parusia (la seconda venuta trionfale di Cristo come giudice) il demonio cerca di attirare dalla sua più gente che può; è una lotta che conduce da disperato, sapendosi già sconfitto e « sapendo che gli resta poco tempo » (Apoc 12,12). Perciò Paolo ci dice, con tutta franchezza, che « la nostra battaglia non è contro creature fatte di carne e di sangue, ma contro i principi, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo oscuro, contro gli spiriti maligni (i demoni) delle regioni celesti » (Efes. 6,12).

Preciso ancora che la Scrittura ci parla sempre di angeli e demoni (qui in particolare mi riferisco a Satana), come esseri spirituali, sì, ma personali, dotati di intelligenza, volontà, libertà, intraprendenza. Errano completamente quei teologi moderni che identificano Satana con l’idea astratta del male: questa è autentica eresia, ossia è un aperto contrasto con la Bibbia, con la Patristica, con il magistero della Chiesa. Si tratta di verità mai impugnate in passato per cui prive di definizioni dogmatiche, tranne quella del IV Concilio Lateranense: « Il diavolo (ossia Satana) e gli altri demoni per natura furono creati buoni da Dio; ma essi sono diventati cattivi per loro colpa ».

Chi toglie Satana toglie anche il peccato e non capisce più l’operato di Cristo. Sia anche chiaro: Gesù ha vinto Satana attraverso il suo sacrificio; ma già prima, attraverso il suo insegnamento: « Se io caccio i demoni con il dito di Dio significa che è giunto a voi il Regno di Dio » (Luca 11,20). Gesù è il più forte che ha legato Satana (Marco 3,27), lo ha spogliato, ha saccheggiato il suo regno che sta perfinire (Marco 3,26). Gesù risponde a quei tali che lo avvertono sulla volontà di Erode di ucciderlo: « Andate a dire a quella volpe: ecco, io caccio i demoni oggi e domani; il terzo giorno avrò finito » (Luca 13,32).

Gesù dà agli apostoli il potere di cacciare i demoni; poi estende tale potere ai settantadue discepoli e infine lo conferisce a tutti coloro che crederanno in lui.
Il libro degli Atti ci testimonia come gli apostoli seguitarono a cacciare i demoni dopo la discesa dello Spirito Santo; e così continuarono i cristiani. Già i più antichi Padri della Chiesa, come Giustino e Ireneo, ci espongono con chiarezza il pensiero cristiano sul demonio e sul potere di cacciarlo, seguiti dagli altri Padri, di cui cito in particolare Tertulliano e Origene. Bastano questi quattro autori per svergognare tanti teologi moderni che praticamente al demonio non credono o non ne parlano affatto.

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Anche se questa la contro Satana riguarda tutti gli uomini di tutti i tempi, non c’è dubbio che in certe epoche della storia il potere di Satana si fa sentire più forte, per lo meno a livello comunitario e di peccati di massa. Ad esempio, i miei studi sull’Impero Romano della decadenza mi fecero porre in risalto lo sfacelo morale di quell’epoca. Ne è fedele e ispirata testimonianza la Lettera di Paolo ai Romani. Ora ci troviamo allo stesso livello, anche dovuto al cattivo uso dei mezzi di comunicazione di massa (in se stessi buoni), oltre al materialismo e al consumismo
che hanno avvelenato il mondo occidentale.

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In che modo il demonio si oppone a Dio e al Salvatore? Volendo per sé il culto dovuto al Signore e scimmiottando le istituzioni cristiane. Perciò è anticristo e antichiesa. Contro l’Incarnazione del Verbo, che ha redento l’uomo facendosi uomo, Satana si avvale dell’idolatria del sesso, che degrada il corpo umano a strumento di peccato. Inoltre, scimmiottando il culto divino, ha le sue chiese, il suo culto, i suoi consacrati (spesso con patto di sangue), i suoi adoratori, i seguaci delle sue promesse. Come Cristo ha dato particolari poteri agli apostoli e ai loro successori, volti al bene delle anime e dei corpi, così Satana dà dei poteri particolari ai suoi seguaci, volti alla rovina delle anime e alle malattie dei corpi. Ci addentreremo su questi poteri parlando del maleficio.

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Alcuni si meravigliano della possibilità che hanno i demoni di tentare l’uomo o addirittura di possederne il corpo (mai l’anima, se non è l’uomo a dargliela liberamente), attraverso la possessione o la vessazione.

Sarà bene ricordare quanto dice l’Apocalisse (12,7 e seguenti): « E vi fu una guerra in cielo: Michele con i suoi angeli ingaggiò battaglia con il dragone; e questo combattè insieme ai suoi angeli. Ma non prevalsero; non si trovò più posto per loro in cielo. Fu infatti scacciato il grande drago, il serpente antico, quello che è chiamato Diavolo o Satana... fu precipitato sulla terra, e con lui furono precipitati anche i suoi angeli... Il dragone, vistosi precipitato sulla terra, s’accinse a perseguitare: « La Donna vestita di sole » da cui era nato Gesù (è chiarissimo che si tratta anche della SS. Vergine; ma gli sforzi del dragone furono vani); si mise quindi a far guerra contro i rimanenti della discendenza di lei, quelli cioè che osservano i comandamenti di Dio e posseggono la testimonianza di Gesù ».

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L’Apocalisse ci dice che i demoni sono stati precipitati sulla terra; la loro condanna definitiva non è ancora avvenuta, anche se è irreversibile la scelta fatta, che ha distinto gli angeli dai demoni. Conservano quindi ancora un potere, permesso da Dio, anche se « per breve tempo ». Perciò apostrofano Gesù: « Sei venuto qui per tormentarci prima del tempo? » (Matteo 8,29). Il giudice unico è Cristo, che assocerà a sé il suo Corpo Mistico. Così va intesa l’espressione di Paolo: « Non sapete che noi giudicheremo gli angeli? » (2 Cor. 6,8). E per questo potere che ancora detengono che gl’indemoniati di Gerasa, rivolgendosi a Cristo, « lo supplicavano che non comandasse loro di andare nell’abisso..., ma permettesse loro di entrare nei porci » (Luca 8, 31-32).

Quando un demonio esce da una persona e viene precipitato nell’inferno è per lui come una morte definitiva. Perciò vi si oppone più che può. Ma dovrà pagare le sofferenze che causa alle persone, con un aumento di pena eterna. S. Pietro è molto chiaro nell'affermare che il giudizio definitivo sui demoni non è ancora stato pronunciato, quando scrive: « Dio non perdonò agli angeli che avevano peccato, ma, condannandoli al tartaro, li confinò nelle fosse tenebrose perché vi fossero trattenuti fino al giudizio » (2 Pietro 2,4). Anche gli angeli avranno un aumento di gloria per il bene che ci fanno; è perciò molto utile invocarli.

Fonte:
Don Gabriele Amorth, Un esorcista racconta, Ediz. Dehoniane, Roma 1991, pp. 21-30.
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