Francesco I
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“Un Sinodo che necessita di includere nell’assemblea giovani atei e agnostici: una strategia perdente”

“Un Sinodo che necessita di includere nell’assemblea giovani atei e agnostici: una strategia perdente” di Finan Di Lindisfarne
Poichè ci siamo prefissati di pubblicare solo riflessioni di preghiera, cercherò di essere brevissimo, segnalandovi solamente questo articolo:
www.lastampa.it/…/pagina.html
L’ho trovato sinceramente dissonante e mi sono sentito in dovere di parlarne, cercando di trarne spunto per una riflessione adatta alla Settimana Santa.
I punti chiave da evidenziare nell’articolo di Vatican Insider (link sopra) sono:
1- i vescovi anziani verranno esclusi (la saggezza non è più inclusa) per lasciare spazio a giovani atei e agnostici che saranno parte attiva dell’assembela sinodale;
2- le polemiche sulle eterodossie di Amoris Laetitia sono le medesime di quando uscirono “Humanae Vitae” o “Populorum Progressio” (entrambe di Papa Paolo VI), a detta del Cardinale Kevin Farrell (boh! – su questo non voglio spendere parole n.d.r.).

La Chiesa, quindi, diventa ufficialmente un “laboratorio” progressista, perdendo totalmente di serietà, rendendosi sottomessa al mondo e alle sue logiche.
Per la Chiesa, quindi, non è sufficiente predicare Cristo e la sua Croce, ma ha bisogno di trarre insegnamento da giovani ragazzini che giocano a fare gli atei, pur non conoscendo nulla della vita. Una Chiesa che non vuole più insegnare.
Se ci si vuole convincere che questa sia una strategia vincente per evangelizzare i lontani, l’intento crollerà qualora si ometta proprio di predicare Gesù Cristo come unica Via, Verità e Vita.
Infatti non verrà predicato Cristo, ma solo un senso di fratellanza generale. E il giovinetto ateo se ne andrà contento di essere stato accolto dalla Chiesa, ammirandola, ma rimanendo un ateo. Quindi, punto e a capo.
La Chiesa umanista e di umana invenzione (si veda la “Chiesa Stravagante” della Beata Emmerick) continua imperterrita a sminuire l’importanza e il dovere di essere “stolti” nella Croce di Cristo e di predicare solo Cristo, concentrandosi su altre cose.

Al fine di concludere e uscire dalla vena sterile della polemica, propongo che questo articolo sia uno spunto per uscire dalla logica del sincretismo (“tutte le religioni sono uguali”) e della “fratellanza senza Padre”.
Solo Cristo è importante. Se un giovane ateo vuole perseverare a non credere ai comandamenti, non sarà certo fare finta che quei comandamenti non esistano, che lo si aiuterà a diventare cristiano. Lo avremo fatto diventare un cristiano a metà.

La carità deve andare a braccetto con la verità, altrimenti avremo ingannato il giovane ateo che dirà, una volta che qualcuno serio gli dirà come stanno le cose: “ma come? ma allora siete ancora ancorati ai comandamenti? pensavo che foste cambiati, invece siete rimasti nuovamente fermi al Medioevo!”. E il rischio sarà che si alzerà e se ne andrà per non tornare davvero più.
Meglio è, invece, predicare la Verità così com’è fin da subito. Parlando del peccato! Parola che i giovani atei (ma anche i cosiddetti cattolici odierni) hanno tolto dal loro vocabolario, per lasciare spazio alla parola “diritto”.
Ricordiamoci cosa disse Gesù – per non aver paura di dire la verità fin da subito a chiunque- quando tutti si erano scandalizzati davanti alle sue parole e se ne andavano.
“Da quel momento, molti discepoli di Gesù si tirarono indietro e non andavano più con lui. Allora Gesù domandò ai Dodici:
– Forse volete andarvene anche voi?
Simon Pietro gli rispose:
– Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole che danno la vita eterna. E ora noi crediamo e sappiamo che tu sei quello che Dio ha mandato.” (Giovanni 6)

Augurandovi un buon proseguimento di Settimana Santa, vi linko la Lettera Enciclica di Benedetto XVI “Caritas In Veritate”, che trovo adeguata al contesto.

www.sfisp.it/Img/Caritas in veri…

Finan Di Lindisfarne