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zagormau
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Accettare il dolore non vuol dire essere insensibile a esso. È la ribellione che ne riduce il valore. COME IL GIARDINIERE Figlia mia, abbandonati alla mia Volontà e lasciami disporre di te e di tutte …Altro
Accettare il dolore non vuol dire essere insensibile a esso. È la ribellione che ne riduce il valore.

COME IL GIARDINIERE

Figlia mia, abbandonati alla mia Volontà e lasciami disporre di te e di tutte le cose che riguardano la tua famiglia come meglio credo.
Io sono come il giardiniere che irrora, taglia, strappa, trapianta, libera le piante da insetti cattivi e dannosi, rivolta il terreno, lo concima, perché il raccolto sia abbondante.
Voglio che tutta la tua famiglia si salvi e la salverò per mezzo della tua preghiera e facendoti sanguinare il cuore; ma tu sai che nulla va perso: perciò accetta quanto disporrò per il bene di tutti, perché tutto è per la realizzazione di un piano di salvezza.
Cerca di starmi vicino con la preghiera assidua e costante per tutti i tuoi figli, nessuno escluso, e apri il tuo cuore a una grande carità. Quando si solleva il vento tu prevedi il temporale e chiudi porte e finestre dopo aver messo al riparo ciò che ti preme.
Soffia un vento forte di burrasca e di male nel mondo. I tuoi cari sono i tuoi tesori: raccoglili nel tuo cuore accanto a Me; anche se lontani, raccomandameli, offrendomi per essi i tuoi sospiri, le tue azioni, il bene che fai e che desideri fare. Te li salverò tutti, te lo prometto. Nessuno si deve perdere di questa famiglia tanto protetta e benedetta.
D. - Gesù, mi sento indegna tanto che mi pare di scrivere delle bugie.
R. - Figlia, non è la tua indegnità e non sono i tuoi meriti che mi attraggono verso di te, ma è il mio amore che viene in cerca di tutto ciò che è da salvare.
Se trovo un po' di corrispondenza al mio amore nelle anime, Io impazzisco per esse e mi dono interamente, chiedendo la loro collaborazione e il loro aiuto. Divento un mendicante. Mi faccio povero, piccolo. Mi nascondo sotto diverse spoglie e oso chiedere, chiedere.
A ogni piccolo dono che ricevo gioisco e ricambio il dono chiedendo una lacrima, un dolore, una sofferenza. Arrivo persino a chiedere l'immolazione completa per amore. Allora le vittime si identificano. Io divento l'anima immolata ed essa diventa Me. Allora il sacrificio è compiuto, la gioia è quasi perfetta nel dolore più intenso.
Io vado in cerca di anime disposte a donarsi così. Accanto a esse si salvano tutti i familiari. La luce che emana dalla loro anima avvolge e illumina tutti coloro che Dio ha messo sulla loro strada.
Io non cerco i meriti, la grandezza, la sapienza, cerco anime generose e disponibili. Cerco chi mi vuol dare tutta la miseria che possiede e si vuol mettere al mio servizio.
D. - Signore, e se piango quando mi adoperi per mezzo del dolore, che avviene? ne annullo l'efficacia salvifica?
R. - Oh, figlia mia, come pensare ciò? Accettare il dolore non vuol dire essere insensibile a esso. È la ribellione che ne riduce il valore.
Se tu piangi, e ciò è permesso, Io piango con te. Le lacrime sono un dono che Io ti faccio per offrire e che tramuto in luce cristallina per l'eternità.
Asciuga le lacrime di chi piange, falle indirizzare al Cielo e, se puoi, nascondi le tue e serbale per Me. Io te le asciugherò unendole alle mie. Soffriremo assieme in una donazione reciproca totale.

PENSIERI E RIFLESSIONI 4. Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia