Tanti professionisti, hanno una deontologia professionale, un'etica? Mi chiedo. Quando non c'è Dio tutto può essere sperimentato, non contano le opinioni, le sensibilità dei più deboli, conta la professionalità sbandierata, vale a dire le teorie psicanalitica, psicologiche, pedagogiche, che a volte possono andare bene, alle volte male, perchè ne fanno un assoluto di se stesse, e diventano principio universale, ma senza una base morale ed etica a cui riferirsi. E poi morale, quale morale? Quella che discende dalla filosofia? Nella quale si costruiscono principi di natura umana, che non possono avere leggi universali. Voi direte come? Perché l’uomo bastardo com’è si lascia trascinare da ogni piacere e confonde il piacere e il vizio con il principio e il valore e ne fa un assoluto. Per questo la sua filosofia, in quanto filosofia non può avere leggi eterne, perché solo Dio può fornire tale leggi e non cambiano e costituiscono una base morale, che è “ordine” interno all’anima ed ordine esterno all’uomo per organizzare la vita attorno a sè e non essere schiavo dei beni e delle cose, ma anche dei propri piaceri e perversioni. In tutto questo Dio ci vuole superiori, alle cose materiali, poiché noi abbiamo in noi una scintilla divina, l’anima, che è libera di scegliere: il male o il bene. Solo che per scegliere occorre conoscere e chi non conosce si lascia sopraffare. Voi che vi ergete come maestri, educatori, guardate bene qual’è il bene, il vero bene e se non lo esaminate con Dio e con le sue leggi, chiudete i battenti, perché prima o dopo dovrete risponderne pesantemente.
«Quanto è bene affidarsi in tutto a Dio e permettere a Dio di agire pienamente nella nostra anima» (1)
«Camminate dunque nel Signore Gesù Cristo, come l'avete ricevuto, ben radicati e fondati in lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, abbondando nell'azione di grazie. Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo». (2)

(1) S. Faustina Kowalska, “La Misericordia divina della mia anima”, Libreria Editrice Vaticana, Roma, 2007, pp. 143-144;

(2) S. Paolo lettera ai Colossesi 2, 6-8.