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· Fin dal concepimento vi è una vita che corre verso l’avvenire: a 18 giorni c’è già un cuoricino che pulsa: ad un mese e mezzo i ditini si precisano, con le loro impronte digitali, già inconfondibili …Altro
· Fin dal concepimento vi è una vita che corre verso l’avvenire: a 18 giorni c’è già un cuoricino che pulsa: ad un mese e mezzo i ditini si precisano, con le loro impronte digitali, già inconfondibili e uniche; a due mesi vi è una creatura perfettamente simile ad un grande, che misura 3 centimetri, ma ha una precisione assoluta. A tre mesi il bimbo è alto 8 centimetri, vive una vita sua, in stretto collegamento con quella della mamma: si sveglia se si sveglia lei, la ascolta parlare e cantare, fa le capriole, scalcia, sembra addirittura che distingua il dolce dall’amaro, che si lasci cullare dal battito del cuore della madre e che sogni.
"Qualcosa che non è umano non diventa tale crescendo e diventando più grande. Chiunque è umano lo è dal principio".
Randy Alcom
Riccardo Giachino
Esatto ! E soprattutto vi e' una nuova anima che viene concepita da Nostro Signore dal primo istante del concepimento. In questo siamo fatti a Sua immagine e somiglianza - Un saluto ! CSSML-NDSMD
giandreoli
Come bene esprimeva Tertulliano, il concepito è già una “persona”. Si tratta di una verità comprensibile anche solo attraverso la ragione, valida e vincolante tanto per credenti quanto per non credenti. Secoli più tardi, lo riaffermava il Vescovo s. Vincenzo di Lerins, servendosi di un esempio semplice e pratico (la crescita del nostro corpo) che ripropongo in altra forma.
Guardo questa mia mano …Altro
Come bene esprimeva Tertulliano, il concepito è già una “persona”. Si tratta di una verità comprensibile anche solo attraverso la ragione, valida e vincolante tanto per credenti quanto per non credenti. Secoli più tardi, lo riaffermava il Vescovo s. Vincenzo di Lerins, servendosi di un esempio semplice e pratico (la crescita del nostro corpo) che ripropongo in altra forma.

Guardo questa mia mano rugosa di settantenne, mano della “mia persona” (unica e irripetibile fra tutti gli uomini del passato, presente e futuro), soggetto di diritti inalienabili e indisponibili, tra i quali il primo è il diritto alla vita, che li comprende tutti. E’ la medesima mia mano che, robusta, quando ero quarantenne, sollevava pesi in un’impresa edile: stessa mano, stessa persona, stesso diritto alla vita; la stessa mano che, delicata, da ventenne, scriveva lettere d’innamorato all’amata: stessa mano, stessa persona, stessi diritti. Mano che a sei anni, esile, scriveva le prime lettere dell’alfabeto, poi le prime parole: stessa mano, stessa persona, stessi diritti. Mano che, nato da pochi giorni, paffuta, afferrava il petto della mamma per succhiarne il latte: stessa mano, stessa persona, stessi diritti. Mano che, nel grembo della mamma, già formata, si succhiava il pollice: stessa mano, stessa persona, stessi diritti. Ed è questa stessa mia mano che, anche se ancora in formazione, già mi apparteneva quando, appena concepito, m’affacciavo alla vita e chiedevo solo che mi si dessero il tempo e le condizioni per crescere, sviluppare la mia vita, trascorrerla nelle sue diverse epoche e vicende, la medesima vita di cui godo ora, settantenne. M’avessero abortito, m’avrebbero ucciso. Questo dice che il concepito è già "persona umana" e chiede solo che gli si riconosca il diritto di vivere che già gli appartiene, e che gli si concedano le condizioni dignitose per trascorrerla fino al suo compimento. Aggiungo una considerazione: il grembo della donna è il luogo più nobile ed alto dell’intero creato: tutte le leggi che regolano l’universo (macrocosmo e microcosmo), l’apparire della vita biologica e il concepimento della vita umana sono finalizzate ad esso e in esso raggiungono il loro fine più elevato: generare la persona umana all’esistenza e introdurla, con la sua nascita, nella famiglia umana.