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zagormau
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Chi vive desiderando e attuando la volontà di Dio, prolunga sul mondo quel compiacimento da parte del Padre che rende feconda la sua opera. LA NATIVITÀ 7 Febbraio 1975 Figli diletti, sia pace a voi. …Altro
Chi vive desiderando e attuando la volontà di Dio, prolunga sul mondo quel compiacimento da parte del Padre che rende feconda la sua opera.

LA NATIVITÀ

7 Febbraio 1975

Figli diletti, sia pace a voi. Ecco, vi ritrovo ferventi e amanti, desiderosi di perfezione, e questo consola il mio cuore. Vi accenno stasera a quel grande mistero della natività del mio Bambino, per comunicarvi il gaudio che mi riempì il cuore in quella notte santa.
Nella più squallida miseria, nell'austerità della notte fonda, il Salvatore veniva al mondo e, a rallegrarlo, gli bastavano il cuore di Giuseppe e il mio e il tepore del fiato di due giumenti, a cui faceva come contorno il coro degli angeli. Notte d'incanto, notte d'amore, si può dire. Figli, nella notte di peccato del mondo, ancora devono ripetersi le notti d'incanto e d'amore. Voi sarete chiamati a compiere una rinascita e a portare il Signore.
Con umiltà di cuore e con intensità d'amore si operano prodigi di grazia. Piacque al Padre l'umiltà della sua ancella, e chi vive desiderando e attuando la volontà di Dio, prolunga sul mondo quel compiacimento da parte del Padre che rende feconda la sua opera. Non vi è miracolo maggiore nel mondo che quello di dar vita ad una creatura che porta in sé l'immagine di Dio. Ma non vi è opera più divina di quella di riportare a Dio un'anima in cui la vita della grazia è venuta meno. È una rinascita spirituale che parla di risurrezione. Voi siete chiamati all'una e all'altra cosa.
Se avete abbracciato il matrimonio o pensate di contrarlo a suo tempo, vi spetta un diritto e un dovere, quello di dare la vita a delle creature. Ma anche se questa non fosse la vostra chiamata, avete ugualmente il diritto e il dovere di abbracciare quella paternità e maternità spirituale che vi fa collaborare con Dio per un'opera di salvezza.
Ogni donna deve essere madre, non importa se secondo la carne o secondo lo spirito. Non saranno più orfani i molti bambini del mondo, perché il vostro cuore li abbraccerà in tutti i luoghi della terra. Di quei bambini abbandonati da genitori senza cuore, dei bambini lebbrosi che le famiglie abbandonano, e di tutti quegli innocenti che la trascuratezza della società e la cattiveria degli uomini riducono a poveri esseri che non hanno mai conosciuto la bontà e che vengono trascinati nel peccato, voi dovete sentirvi madri. Di tutti quei sacerdoti che si trovano come sbandati e agitati dal vento delle passioni e che una preghiera e una sofferenza offerta possono riabilitare, dovete essere mamme.
Vi sono figlie che sono consumate da un desiderio che forse non sarà mai appagato. Voi non siate in questo numero. Guardate la vita con serenità e, mentre andate preparandovi alle gioie e alle croci del matrimonio, diffondete la vita. Arriverete al raggiungimento del vostro ideale, e sarete come ulivi carichi di frutti o come quegli alberi ubertosi, alla cui ombra gli uccelli del cielo trovano sollievo alle arsure del calore estivo. La mia benedizione sarà quel segno che vi accompagnerà, passo passo, fino all'altra sponda.
Vi benedico tutti e vi abbraccio. Buona notte.

MARIA MADRE E MAESTRA 13. Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia