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1999

PD, il partito della guerra

Sul sito Facebook del prof. Francesco Agnoli troviamo queste osservazioni, che mi sembrano molto interessanti:

In questi giorni il partito più guerrafondaio è il PD.

A seguire FDI. Dei 5 stelle non mi occupo perché gestiscono come sempre tutto e il suo contrario (vedi Di Maio e Conte).

Il PD che nacque, come tutti ricordano, dal PCi più la sinistra DC, cioè dal partito più filo russo, e dalla parte della DC meno atlantista. Stupirsi?

Non direi. Se ieri veneravano Stalin e oggi demonizzano Putin, è altrettanto vero che ieri non volevano l’ Europa e oggi la divinizzano.

Soprattutto va ricordato che i referenti dei Dem nostrani sono i Dem americani, cioè il partito più interventista degli Usa (forse la vocazione del PD è di fare i servi, ieri di Mosca, oggi di Washington).

Quella che stiamo vivendo è la seconda guerra in Europa dopo la caduta del muro.

La prima fu contro la Serbia filorussa. Al governo, in Italia, c’era il comunista D’ Alema, e la sinistra regnava dovunque: oltre a D’ Alema, Clinton, Blair e Schroder.

Dopo la guerra, che distrusse ponti, industrie ed uccise civili in gran numero (un missile Nato uccise in una sola volta circa 70 kossovari), in un libro intervista del 1999 con Federico Rampini, D’ Alema, dovendo giustificare di essere sceso in guerra contro un altro comunista come lui, Milosevic, cominciò così: “il mio grande problema era il rapporto con gli Usa, il loro giudizio”.

In quello stesso libro D’ Alema aggiungeva: “L’ opinione pubblica russa era avvelenata dai sentimenti antioccidentali. Le minacce della Nato erano vissute come un’arroganza dell’ Occidente. Non bisogna sottovalutare la frustrazione di una ex superpotenza che ha tuttora un grande arsenale militare e si sente gettata ai margini della politica mondiale. È un sentimento che nacque fin dalla guerra del Golfo”.
m. luisa daminelli
Ma fammi il santo piacere, mostraci la sacra Sindone e inginocchiati!