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Viganò sa perché la Summorum Pontificum DEVE sparire

L'arcivescovo Carlo Maria Viganò ha commentato in un comunicato del 9 giugno la prevista abolizione della Summorum Pontificum.

Nel testo, Viganò vuole rispondere alla domanda del perché, nonostante il moltiplicarsi delle vocazioni e dei fedeli, Francesco vuole rendere la vita impossibile dei Cattolici di Rito Romano.

Viganò osserva che gli eretici e i fornicatori (che al momento hanno il potere nella Chiesa) non tollereranno che i loro errori e il modo deplorevole in cui vivono vengano messi in discussione da una minoranza di fedeli pii e da un clero privo di protezioni.

Tollerare i Cattolici sarebbe per loro "come una sconfitta" che è sopportabile solo se si limita a piccoli gruppi di "vecchi nostalgici" o "esteti eccentrici", spiega Viganò.

Viganò sa che "chi non viene da Dio" odia tutto ciò che ricorda un'era in cui la Chiesa era governata dai pastori Cattolici. Per lui, quindi, è impossibile tenere insieme due forme opposte di culto (il Rito Romano e il Novus Ordo) nel nome di una "pluralità di espressione liturgica".

Questo tentativo era già stato fatto dalla pseudo Riforma, ricorda Viganò, quando i Protestanti tolleravano alcune usanze liturgiche che affondavano le loro radici nella gente, ma solo per breve tempo, perché la devozione alla Madonna, agli inni Latini, le campane della consacrazione, doveva tutto sparire, perché erano espressioni di una Fede contro cui i seguaci di Lutero protestavano (per questo furono chiamati "Protestanti").

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