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030 - La cultura della vita contro la cultura della morte: presentazione del Popolo della Famiglia - Rif. 00030 Porto Potenza Picena, Domenica 15 gennaio 2018 - Presentazione del Partito del Popolo …Altro
030 - La cultura della vita contro la cultura della morte: presentazione del Popolo della Famiglia - Rif. 00030

Porto Potenza Picena, Domenica 15 gennaio 2018 - Presentazione del Partito del Popolo della Famiglia, in preparazione delle elezioni politiche italiane del 4 marzo 2018 ---
“A” come ambiente, per una ecologia integrale. Più prati meno sprechi.
L’ambiente è il giardino di casa dell’umanità, per questo va rispettato. Dobbiamo lasciare alle generazioni future un ambiente migliore di come l’abbiamo trovato. È compito della nostra generazione rispettare la biodiversità, utilizzare le risorse con sobrietà e senza sprechi, valorizzare le biotecnologie che soddisfano l’alimentazione e la salute, senza fare della natura un dio assoluto ma una risorsa al nostro servizio. La cooperazione internazionale favorisce la libera circolazione di beni primari come acqua e cibo tra i popoli. In assenza di studi scientifici, la ricerca e la tecnologia si attengono ad un principio di precauzione. Tutelare la biodiversità significa anche assistere allo spettacolo della ricchezza e della diversità favorendo il mantenimento delle specie (Compendio DSC, n. 466).
“B” come bene comune.
Nella Costituzione degli Stati Uniti d’America ogni cittadino è dotato dal suo Creatore di alcuni diritti inalienabili, tra i quali vi è la ricerca della felicità. Il bene comune è la strada per raggiungere la propria felicità più pienamente e celermente, grazie alla società (cfr. Compendio DSC, n. 164). Non siamo soli. Come nel calcio si vince tutti insieme e si perde tutti insieme, così il bene comune è un traguardo che si raggiunge tutti insieme o non si raggiunge. La centralità della persona e la intoccabilità della vita umana fanno sì che non si possano sacrificare esseri umani pretendendo di conseguire il “bene” (aborto, divorzio, eutanasia, stepchild adoption).
“C” come carità. La carità come criterio supremo del comportamento sociale.
Come la persona umana è il centro della Dottrina sociale della Chiesa, la carità è il motore della società. Senza carità, la società è fredda, le persone isolate, la giustizia una condanna, la libertà egoismo, la verità un giudizio, la famiglia una convenzione, lo Stato un burocrate, l’associazionismo un affare, il mercato opportunismo. Con la carità, la società è accogliente, le persone comunità, la giustizia una grazia, la libertà felicità, la verità libertà, la famiglia un nido, lo Stato servizio, l’associazionismo partecipazione, il mercato relazione. La carità è il primo servizio della politica (cfr. Compendio DSC, nn. 204-208).
“D” come destinazione universale dei beni. Una casa, un lavoro.
La destinazione universale dei beni della terra serve ad assicurare la funzione sociale di qualsiasi forma di possesso privato. Richiede, quindi, che buona parte dei beni pubblici siano redistribuiti permettendo alle persone ed alle famiglie non in condizione di rispondervi da sole, di accedere ai propri bisogni primari (alimentazione, salute, casa, istruzione e lavoro). Di conseguenza, la legislazione dovrà fare in modo che tutti gli altri diritti, dalla proprietà privata al libero commercio, siano subordinati a questo principio, facilitandone la realizzazione (cfr. Compendio DSC, nn. 171-181). L’obiettivo finale? Che tutti i cittadini possano diventare, almeno in qualche misura, proprietari. Concretamente, per le autorità pubbliche consegue fra l’altro il dovere di: 1) permettere a tutti l’accesso ai servizi pubblici essenziali, 2) favorire al maggior numero possibile di cittadini di poter disporre di una abitazione di proprietà, 3) consentire l’accesso di singoli e aziende ai mercati del lavoro e del credito, 4) indurre i proprietari di immobili a non tenere inoperosi i beni posseduti e di destinarli all’utilizzo di chi ha bisogno o all’attività produttiva, 5) estendere il più possibile i frutti del recente progresso e tecnologico, 6) favorire l’equa distribuzione della terra coltivabile.
“E” come educazione. Il figlio è mio e me lo istruisco io.
La famiglia ha un ruolo del tutto originale e insostituibile nell’educazione dei figli (cfr. Compendio DSC, n. 239). La famiglia provvede alla cura e all’educazione dei figli, si configura come strumento primario per la crescita integrale di ogni persona e per il suo positivo inserimento nella vita sociale (Compendio DSC, n. 227). Nell’educazione dei figli, il ruolo materno e quello paterno sono ugualmente necessari (Compendio DSC, n. 242). Data la sua funzione sociale nella crescita dei cittadini, la famiglia ha diritto all’assistenza da parte della società per quanto concerne i suoi compiti circa la procreazione e l’educazione dei figli (Compendio DSC, n. 237). Il diritto di tutti a una cultura umana e civile implica il diritto delle famiglie e delle persone ad una scuola libera e aperta (Compendio DSC, n. 557).
“F” come famiglia. Voglio la mamma, e anche il papà.
La famiglia è una realtà originaria e precedente lo Stato. Quest’ultimo, come riconosce anche la Costituzione italiana, «agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi con particolare riguardo alle famiglie numerose» (art. 31). Oltre che dovere di giustizia, si tratta di un compito necessario per il benessere di ogni Nazione (cfr. Compendio DSC, n. 483). Infatti, come sanno gli specialisti, le dinamiche demografiche condizionano sotto vari aspetti (attitudine all’imprenditorialità ed alla ricerca, tenuta dei sistemi della sanità e delle pensioni etc.) un sistema economico: non c’è bisogno di aspettare decenni per verificare gli effetti dell’assenza di figli sull’economia nazionale. L’invecchiamento demografico rallenta il prodotto interno lordo, gonfia il debito pubblico, fa calare gli investimenti e indebolisce l’efficacia delle politiche monetarie delle banche centrali. Secondo l’ultimo rapporto Istat, in Italia il tasso di fecondità è pari a 1,37 contrariamente a quanto accade nel Nord Europa, dove oscilla tra 2 e 1,8 figli per donna. In Italia aumenta la disoccupazione femminile e diminuiscono le nascite, in particolare nel Mezzogiorno nonostante il desiderio del 60% delle italiane di avere almeno due figli senza rinunciare a lavorare. È quindi assolutamente necessario attuare misure che possano favorire la crescita della natalità nel nostro Paese ed agevolare i compiti di quelle già esistenti, soprattutto se numerose.
“G” come giustizia. A ciascuno il suo.
La giustizia sociale, una volta tramontate le ideologie ed affermatasi la “globalizzazione dell’indifferenza”, è un principio da riproporre oggi nel modo più deciso. Dal punto di vista soggettivo essa si traduce anzitutto nel riconoscimento dell’altro, concepito, malato o handicappato che sia, come persona pienamente umana, dotata degli stessi diritti e doveri di ogni uomo sano ed efficiente. La giustizia, che regola i rapporti sociali in base al criterio dell’osservanza della legge, non è una semplice convenzione umana, perché quello che è “giusto” non è originariamente determinato da assemblee o parlamenti, bensì dalla sua conformità all’identità profonda dell’essere umano (cfr. Compendio DSC, nn. 201-203). La legge morale naturale riguarda non solo la bioetica ma anche i temi economici, come il giusto prezzo o il giusto salario. Non defraudare l’operaio della sua paga è un principio di legge morale naturale, perché la giustizia è dare a ciascuno il suo.
“H” come handicap. Dignità, diritti e doveri.
Le persone handicappate sono soggetti titolari di diritti e doveri e, per la loro condizione di svantaggio, devono essere aiutate dalla comunità a partecipare alla vita familiare, lavorativa e sociale. Nel promuovere con misure efficaci ed appropriate la loro dignità, una particolare attenzione dovrà essere rivolta alle condizioni di lavoro fisiche e psicologiche ed alla tutela della salute della persona handicappata (cfr. Compendio DSC, n. 148). Occorre poi promuovere un’opera di sensibilizzazione sui temi della disabilità nelle scuole e sui mass media, dove l’handicap non ha quasi nessuno spazio, perché la sofferenza del disabile dipende spesso più dall’ambiente che dalla malattia. Inoltre, l’idea che il disabile abbia una vita che “non merita di essere vissuta” si diffonde, e conduce progressivamente all’eugenetica. D’altronde, ormai, di disabili non ne nascono quasi più, per via di una selezione prenatale e, l’eutanasia diretta, quella che consiste cioè nel mettere fine, con un atto o l’omissione di un’azione dovuta, alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte, merita di essere rubricata come reato penale.
“I” come impresa. Piccola è bella.
Una delle espressioni della soggettività creativa del cittadino è l’esercizio del diritto di iniziativa economica (cfr. Compendio DSC, n. 336). La piccola impresa e l’impresa familiare, in particolare, sono frutto di relazioni, di fiducia reciproca e di solidarietà “Piccolo è bello”, insomma, perché vi si fanno tanti mestieri contemporaneamente e si imparano anche tante professioni. Il rapporto ad esempio di un direttore di banca con il cliente è basato sulla stretta di mano. Questo dovrebbe comportare, per lo Stato e le autonomie territoriali, il dovere di favorire le piccole e medie imprese (PMI) e l’impresa familiare attraverso, per esempio, l’unione del capitale del piccolo risparmio con il credito alla piccola impresa agraria, artigianale, industriale, commerciale o, da parte del legislatore nazionale, operare per una detassazione delle spese fisse, per ricerca e investimento delle PMI.
“J” come Jackpot. Etica della responsabilità e gioco d’azzardo.
Giochi d’azzardo, casinò e scommesse, nell’attuale crisi etica, hanno peggiorato il loro carattere di mezzi moralmente inaccettabili di svago, tanto più in quanto promossi da pubblicità ingannevoli e, soprattutto, perché “commissionati” dallo Stato. La “cultura jackpot” si oppone all’etica della responsabilità ed aliena la persona e la famiglia privandole di ciò che è loro necessario per vivere (cfr. Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2413). I danni sociali causati affliggono …
Diodoro
@Acchiappaladri Grazie mille! È qualcosa.
Io credo di non aver MAI sentito né la prima parola né il secondo concetto, nelle decine di "Giornate per la vita"
Acchiappaladri
@berghy direi nella parrocchia di un don Abbondio fra i tanti.
Cambi parrocchia se possibile: canonicamente ogni battezzato può scegliere la parrocchia da frequentare.
Acchiappaladri
@Diodoro Io! :-) Sicuro per la prima, per la seconda non proprio tutte quella parole ma il senso era quello (esclusa l'esplicita proclamazione della natura criminale).
Questo ieri alla messa vespertina "standard" in italiano (con quel "PER TUTTI" che da un annetto mi fa rabbrividire tutte le volte che lo ascolto, rammentando la truffaldina traduzione della CEI tollerata da TUTTI i papi post C.V. …Altro
@Diodoro Io! :-) Sicuro per la prima, per la seconda non proprio tutte quella parole ma il senso era quello (esclusa l'esplicita proclamazione della natura criminale).
Questo ieri alla messa vespertina "standard" in italiano (con quel "PER TUTTI" che da un annetto mi fa rabbrividire tutte le volte che lo ascolto, rammentando la truffaldina traduzione della CEI tollerata da TUTTI i papi post C.V. II e il "macellai!" rivelato a San Pio da Pietrelcina) nella mia parrocchia, celebrata dal parroco (mai visto in talare e nemmeno nel completo clergyman: ma nelle liturgie dimostra di avere ancora forte fede nella presenza reale di N.S.G.C.): in Italia preti con l'anima non ancora completamente bollita ce ne sono ancora molte centinaia.
Senza una loro esplicita reazione esplicita alla bollitura neo-modernista temo che fra fra 4 o 5 anni quasi tutti loro saranno bolliti.
berghy
Il mio parroco è esordito dicendo che parlare dell'aborto in quella sede ( messa domenicale festa della vita ) non era il caso e nemmeno il luogo . Il discorso lo ha rimandato a chi ? A chi di dovere ! Vi rendete conto dove sono finita?
Diodoro
Se qualcuno, ieri "Giornata per la vita" della Chiesa Italiana, ha sentito pronunciare dal pulpito la parola "aborto" o ha sentito proclamare "il bambino non ancora nato è una persona umana, sopprimerlo è un crimine", per favore lo dica