"Lettera aperta" di Ouellet peggiora ulteriormente la situazione
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Ouellet definisce le dichiarazioni di Viganò "incomprensibili ed estremamente riprovevoli" perché "intaccano seriamente la reputazione dei Successori degli Apostoli".
Ouellet mette "molto" in discussione che Francesco fosse interessato quando Viganò gli ha parlato nel giugno 2013 del caso McCarrick, perché - così Ouellet - McCarrick aveva già 82 anni e Francesco era probabilmente oberato dalla quantità di informazioni ricevute da altri nunzi che aveva incontrato quello stesso giorno.
Ouellet ammette che, come Prefetto della Congregazione per i Vescovi, non aveva mai portato il caso McCarrick davanti a Francesco fino a tempi recenti.
Inoltre, Ouellet discute la dichiarazione di Viganò, che afferma che il caso McCarrick fosse perfino stato "sanzionato" da Benedetto XVI [ma questo è un gioco di parole]: "L'ex cardinale, che si era ritirato nel maggio 2006, aveva ricevuto forti raccomandazioni di non viaggiare e di non apparire in pubblico, per non provocare altre voci su di lui" come spiega Ouellet.
Ouellet afferma che il Vaticano [forse] non aveva "prove sufficienti" sulle malefatte di McCarrick e di questo incolpa la nunziatura di Washington per non aver prodotto informazioni "recenti e decisive" sul caso.
Nondimeno, Ouellet si chiede come McCarrick potesse fare tutta questa carriera. [La risposta è: perché, come liberale, era protetto dai media e dall'establishment della Chiesa].
Il grosso della lettera di Ouellet è costituito da attacchi personali contro Viganò, combinati con lodi indiscriminate di Francesco, che Ouellet definisce alla fine "un pastore fantastico, un padre compassionevole e fermo, una grazia profetica per la Chiesa e per il mondo”.
Foto: Marc Ouellet, © Mazur/catholicnews.org.uk, CC BY-NC-SA, #newsPiomwcrgda