La Milizia dell'Immacolata e le profetiche intuizioni di san Massimiliano Kolbe

Desidero con questo post, amici e fratelli, rendere un omaggio al grande apostolo dell’Immacolata, al riformatore dell’Ordine francescano del XX sec., al martire di Auschwitz, al creatore di due città dell’Immacolata dedite alla salvezza e alla santificazione di tutte le anime per mezzo dell’Immacolata e alla diffusione del Regno di Cristo sulla terra per mezzo di quello di Maria!

Vorrei ricordare, di questo eroe della fede del secolo scorso, il momento decisivo della fondazione della MI, l’Associazione con cui diede inizio al suo immane lavoro missionario e da cui dipende, quanto all’ispirazione originaria, tutto quello che avrebbe fatto in seguito fino alla morte, soprattutto per mezzo della fondazione di due “città dell’Immacolata” (una in Polonia e l'altra in Giappone) con cui si prefiggeva di far indietreggiare il regno delle tenebre e estendere quello della luce sotto il patrocinio della BVM con la collaborazione dei suoi religiosi tutti consacrati alla Vergine SS.

Mentre consolidava la propria formazione a Roma, si era reso conto di dover operare per la difesa del Regno di Dio, sotto la protezione di Maria Immacolata. Sapeva di vivere in tempi influenzati dal Modernismo e dalla massoneria e forieri di totalitarismi sia di destra che di sinistra. Così, dopo aver ottenuto il permesso dei superiori, la sera del 16 ottobre 1917 diede vita, con altri sei compagni, alla “Milizia di Maria Immacolata” (in sigla, MI), che aveva come scopo "Rinnovare ogni cosa in Cristo attraverso l’Immacolata".

La fondazione della Milizia è frutto di anni di intensa preghiera e sofferenza per una situazione in cui le forze avverse prendevano ormai il sopravvento e, cosa peggiore, strappavano tante anime a Dio conducendole alla dannazione eterna e tolgiendo loro la felicità del Paradiso. Questo pensiero non dava pace al padre Kobe. La sua opera missionaria sgorgò dal Cuore trafitto di Cristo e di quello coronato di spine dell’Addolorata in cui, il giovane frate, immergeva le sue ansie e le sue preoccupazioni spirituali.

Riporto a questo punto delle testimonianze attinte dall’ottima biografia del padre Antonio Ricciardi (ediz. 1971) postulatore per la causa di beatificazione del frate polacco:

Un testimone ricordava :
« Dopo aver maturato il suo progetto, lo manifestò ad alcuni compagni più intimi che ne condivisero le idee. Si tennero alcune riunioni nelle quali si delinearono l’essenza e il fine della Milizia. Il fine principale fu di porre un argine a quel dilagare di empietà, a quei movimenti ostili alla Chiesa i quali andavano sempre più crescendo, perché quantunque si fosse in periodo della guerra nella fase sua più penosa, dopo la ritirata di Caporetto, tuttavia sembrava che le ostilità, più che contro i nemici politici, si dirigessero contro la Religione con aperte e pubbliche dimostrazioni antireligiose.
Fr. Massimiliano suggerì questa riflessione:

E’ possibile che i nostri nemici debbano tanto adoprarsi sino ad avere la prevalenza e noi rimanere oziosi, al più pregare, senza però adoperarci con l’azione? Non abbiamo, forse, armi più potenti, la protezione del Cielo e della Vergine Immacolata? La « Senza macchia », vincitrice e debellatrice di tutte le eresie, non cederà al nemico che rialza la cervice; se troverà dei servi fedeli, docili al suo comando, riporterà nuove vittorie, maggiori di quelle che non si arrivi ad immaginare.

Certo
— continuò Fr. Massimiliano con profonda modestia — la Madonna non ha bisogno di noi, ma si degna di servirsi di noi per darcene il merito e per rendere più stupenda la vittoria con persone povere e con mezzi secondo il mondo così inadatti quali sono le armi spirituali da esso derise e disprezzate. Bisogna che noi ci mettiamo quali strumenti docili nelle sue mani, adoperandoci con tutti i mezzi leciti, insinuandoci con la parola, con la diffusione della stampa mariana e della Medaglia Miracolosa, avvalorando l’azione con la preghiera e col buon esempio.

Perciò i mezzi dell’apostolato mariano saranno l’ascriversi alla santa Milizia con l’intento di militare sotto la bandiera dell’Immacolata, portarne come distintivo la Medaglia Miracolosa, rendendo quotidiana tra i militi la giaculatoria nella quale mentre s’implora la protezione della Madonna sopra di noi, particolarmente si chiede la conversione dei massoni che sono i maggiori e più accaniti nemici della Chiesa.

Si dette il nome in attesa di poterne incominciare la diffusione »

Un secondo testimone aggiungeva:

« Fr. Massimiliano presentava il sogno che gli riempiva la mente e il cuore in un modo tanto sentito e tanto vivo che il programma a noi proposto a lui sembrava già in atto. E davvero per bontà della Vergine già si ottenevano i frutti voluti da Dio. I colloqui di quei giorni si intramezzavano a causa del santo fervore dei cuori, con un canto insegnatoci da P. Glowinski ”J’irai La voir un jour”. Al ritmo di quel canto Fr. Massimiliano sembrava ridiventato fanciullo, tutto sfavillante di sorrisi e quasi in rapimento, e la dolcezza che il Nome e l’amore per la comune Madre celeste gl’intenerivano il cuore, egli la manifestava chiedendo più volte nella stessa sera che la devota canzone venisse ricantata ».

Così completa la testimonianza un terzo testimone:

« Parlava con calore e passione di azione missionaria e un giorno lo vidi oltremodo scosso ed agitato quando gli dissi che di Militi di Maria Immacolata ne aveva bisogno non solo la Polonia, ma l’Europa, la Cina, il Giappone e il mondo intero ».

E concludo con un passo tratto dai suoi scritti in cui, con lucidità notevole, delineava il piano di azione spirituale degli apostoli dell'Immacolata e che, quanto alla sostanza, si adatta ad ogni apostolo di Maria degli "ultimi tempi" (ovvero i nostri!):

« La parola stampata o trasmessa per radio, le proiezioni, la televisione, il cinema ed altri mezzi, sono già molto, ma non tutto. Per far conoscere l’Immacolata alle anime e farla amare incitando in loro quell’amore vero, non sentimentale, che procede dalla volontà, unita in perfetta conformità a quella di Lei, è necessario che gli operai « cavalieri », scrittori, annunziatoti, registi ed altri, escano da Niepokalanów, viaggino, avvicinino personalmente le anime in corsi di esercizi spirituali, in missioni, nei discorsi, nelle confessioni, nelle visite alle sedi della M. I, affinché ritornando conoscano meglio quanto e come si debba scrivere per questa o quell’altra nazione.

Ma chi vuole convertire gli altri alla causa dell’Immacolata deve avere la propria volontà unita a quella dell’Immacolata, cioè unita alla volontà della Misericordia Divina, conforme cioè, ai desideri del Cuore Sacratissimo di Gesù.

Dopo questi viaggi fuori delle sacre mura di Niepokalanów (la città dell’Immacolata polacca, ndr.) vorranno tornarvi come il ferro è attratto dalla calamita per ivi nascondersi dopo il lavoro, a fine di purificarsi dalle macchie del mondo, guarire le ferite ricevute tra le spine del secolo e prendere nuovo spirito, assimilare nuove energie per altri viaggi.

Anche i Fratelli con le stampe e le Medaglie, secondo i bisogni dei diversi paesi, sciameranno da per tutto, ma sempre col pensiero a Niepokalanów, dove, in umile obbedienza e con gaudio, si purificheranno anch’essi delle piccole macchie contratte nei viaggi.

Sarà così che l’Immacolata dominerà da Signora in ciascuna anima consacrata a Lei in Niepokalanów e per mezzo di essa penetrerà in altre per purificarle, renderle più belle e condurle a Gesù ».

San Massimiliano Kolbe