La guerra spietata mossa dai santi al Carnevale, festa pagana e saturnale
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4. CONSIDERAZIONI
Da queste brevi note storiche emerge che il carnevale è, nella sua essenza, ambiente ideale per far sguazzare satanasso... Il numero dei peccati commessi in questi giorni (specialmente impuri) è enorme... Innumerevoli santi in questi giorni facevano grandi penitenze riparatrici e più di qualcuno ha lottato strenuamente per la sua abolizione. Un nome su tutti: san Carlo Borromeo, che cercò prima di ridurre i giorni di festeggiamenti, poi di limitarne gli effetti, infine di abolirlo del tutto. In tempi di miopia ecclesiale in cui il carnevale si celebra perfino nelle Parrocchie e, purtroppo, anche in qualche Seminario (!), cerchiamo di portare sempre alta la sana allegria e gioia cristiana, che non ha bisogno di sfrenarsi e di divertimenti estremi per essere sempre viva, allietando la vita propria e altrui dalla ridondanza della vita di grazia, come disse l'Immacolata: "il mio spirito esulta in Dio... Tutte le generazioni mi chiameranno beata". Senza bisogno di alcuna carnevalata.
Questa una sintesi di ciò che fece san Carlo.
“Hora qui ricordati, Milano, le mascare, le comedie, i giuochi paganeschi, i balli, i banchetti, gli eccessi delle pompe, le spese disordinate, le risse, le questioni; gli homicidii, le lascivie, le disonestà, le mostruose pazzie e dissolutezze tue”. Così tuonava San Carlo Borromeo nel 1576, anno della peste, contro i milanesi e la loro brama di divertirsi. Anzi due anni prima l'arcivescovo era riuscito, dopo una lunga campagna contro il carnevale, a convincere i fedeli a rinunciare al “quinto” giorno in modo da far finire l'ultimo giorno di carnevale alla mezzanotte del sabato e non della domenica (il carnevale ambrosiano, tradizionalmente, è quattro giorni più lungo...).In seguito riuscì a proibire i festeggiamenti nella piazza del Duomo ma una delegazione cittadina si appellò addirittura al papa perché l'arcivescovo tornasse sui suoi passi.In questo clima si giocava la partita della vittoria piena della Quaresima sul Carnevale, che il vescovo conduceva a colpi di editti e di censure; significativamente, quello che a Milano era per tradizione l'ultimo giorno di festa doveva diventare giorno di penitenza e di astinenza.Da una parte il Borromeo dispensava indulgenze a chi si comunicasse in quella domenica, dall'altra proibiva a chiunque di circolare in maschera nei pressi delle chiese mentre vi si svolgevano le sacre funzioni. L'immagine insistentemente proposta nelle esortazioni alla coesione e all'ordine era quella di un tempio assediato dalla follia del Carnevale, al cui interno si resisteva con eroismo:
“Celebravamo nella nostra chiesa Metropolitana i divini Offici…e quando predicavamo la parola di Dio et il popolo tutto che era nella chiesa con prieghi ad alta voce dimandava a Dio misericordia, strepitavano quasi su tutte le porte della chiesa, et intorno, tamburri, trombe, carozze di concorso, gridi e tumulti di tornei, correrie, giostre, mascherate.”
Nel 1630, dopo la terribile peste descritta dal Manzoni nei “Promessi Sposi”, il Cardinale Federico Borromeo e il governo spagnolo cercarono di abolire quei quattro giorni in più di festa, ma purtroppo senza successo. Pochi sanno che anche S. Filippo Neri, per riparare i peccati che si commettevano il giorno di carnevale, organizzava a Roma la visita alle sette chiese annualmente.
I santi hanno lottato con coraggio. A noi proseguirne senza remore e timore, l'opera eroica e lodevole.
Di seguito la preghiera composta da S. Antonio di Padova in riparazione dei peccati commessi nel carnevale...
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