Danilo Quinto
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Maria e il serpente, di Danilo Quinto: un libro fotografico senza fotografie! - 26 novembre 2019

La prefazione di Gabriele Gatti (*) all’ultimo libro di Danilo Quinto, “Maria e il serpente: Chiesa, politica, società immersi nel mistero dell’iniquità”, Edizioni Controvento, pp. 236, euro 18,00. In copertina, l’immagine di un dipinto di un grande Maestro contemporaneo, Giovanni Gasparro, “La visione di san Giovanni a Patmos. La Donna vestita di sole”, Olio su tela, 325 X 180 cm, 2012. Image copyright © Archivio dell'Arte / Luciano e Marco Pedicini.

L’ultima fatica letteraria di Danilo Quinto sembra un libro fotografico senza fotografie!

Quest’affermazione può sembrare un ossimoro, ma a mio avviso rende meglio l’idea del contenuto del libro. Sono istantanee dal mondo occidentale declinante, perché non si riconosce più nei suoi valori fondanti. Si spazia dal politico, al sociale, al religioso, senza sconti per nessuno.

La realtà è descritta - nello stile che ormai conosciamo del suo autore - senza finzioni, nella sua impietosa nudità. Si legge la sorpresa e lo sconforto di fronte allo spettacolo dei cristiani che si lasciano sedurre e trascinare dalla mondanità, dall’Islam, da un laicismo ammiccante, ma profondamente anticristiano.

Mi vengono in mente due fotografi: Robert Capa e William Klein. Questo libro sembra, infatti, la foto del miliziano morente di Robert Capa. È all’aperto, si sente al sicuro e all’improvviso parte il colpo che lo ucciderà. Non è stato prudente, si sentiva al sicuro. Così il nostro Occidente, ormai ex cristiano. Come William Klein, Quinto non solo descrive la realtà, ma la esplora. In questa sua esplorazione non sempre riesce a contenere il suo sdegno e, in alcuni casi, il dolore.

Il cavallo di Troia è entrato nella nostra società, nella nostra Chiesa, ma i nostri contemporanei o non vedono o fanno finta di nulla. Questo cavallo è stato costruito dai laicisti, dai massoni, dai liberal-comunisti, dagli islamisti, dagli infiltrati nella Chiesa che vogliono cambiare e trasformare la Città di Dio nella città degli uomini o nella città del loro Dio.

Esemplare è quanto riporta Quinto sull’incontro Vian-Pannella, avvenuto a Radio Radicale il 16 aprile 2014: «Mentre ascoltavo il direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, che commentava al TG1 l'apertura del Giubileo della Misericordia nel giorno dedicato all'Immacolata Concezione, mi è venuto alla mente il lungo dialogo del 16 aprile 2014 che si consumava a Radio Radicale tra Vian e Pannella. Pannella accenna alla laicità e Vian replica: “La laicità è una dimensione intrinseca al Cristianesimo”. Pannella: “Completamente d’accordo! È un chiodo fisso per me!”. Vian: “La secolarizzazione non è solo e principalmente negativa, prendiamo l’esempio del femminismo, si nota che sia avvenuto solo nei Paesi cristiani”. Pannella: “L’Immacolata Concezione!”. Vian: “Beh, certo, quella è l’origine”».

Il direttore del giornale del Vaticano, cinguetta con colui che ha battagliato per introdurre in Italia divorzio, aborto, unioni civili, eutanasia. È come se l’agnello si mettesse a dialogare alla pari con i lupi. Ma esistono ancora gli agnelli? O coloro che ci guidano sono già passati al nemico?

Le parole d’ordine dei nostri giorni sono dialogo con tutti, anche con l’ISIS, misericordia, meticciato culturale…

Ce ne ha per tutti il nostro autore: per la Banca d'Italia, che dà le colpe all'Europa; per l'Europa, governata da un manipolo di mestieranti, legati al potere e alle lobby massoniche; per il sistema bancario italiano, in mano di pochi e al servizio di pochi; per i partiti, che in nome del bene comune (che non sanno neanche cosa voglia dire) calpestano ogni giorno la nobiltà della politica; per la società cosiddetta civile, per la maggior parte corrotta e corruttrice; per i sindacati, grandi carrozzoni burocratici che vogliono salvare solo i loro interessi; per gli intellettuali da strapazzo, asserviti solo al potere, qualsiasi esso sia... vale poco o niente la vita di un pensionato che scopre all'improvviso di non avere i suoi risparmi o il destino di milioni di italiani che vivono nella povertà. D'altra parte, che cosa si può pretendere da uno Stato che in 40 anni ha deciso che potevano essere soppresse oltre sei milioni di vite con la legge sull'aborto? Le società non muoiono per ragioni economiche, ma per la mancanza di princìpi etici e morali e di guide coraggiose e oneste capaci di indicarli.

E allora buona lettura e, soprattutto, buona meditazione.

*Avvocato giuslavorista, esecutore testamentario delle ultime volontà di Bruno Cornacchiola, il veggente delle apparizioni della Santa Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane, a Roma.

Chi vuole acquistare il libro può scrivere il suo indirizzo postale a Danilo Quinto, all’email pasqualedanilo.quinto@gmail.com ed effettuare una donazione di 18 euro con:

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• Bonifico sul CONTO POSTEPAY intestato Pasquale Quinto
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