Tempi di Maria
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La Madonna SCHIACCERÀ la Rivoluzione! (Plinio Correa de Oliveira)

MAGISTRALE! DA NON PERDERE!...

Occorre trovare il tempo per leggere e meditare su questo straordinario testo del prof. Plinio Correa de Oliveira, così attuale in chiave mariana profetica

Prima Parte...


I. LA PREDICAZIONE DI SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT

Oggi sono molti – fuori dagli ambienti progressisti, è chiaro – i cattolici che conoscono e ammirano l’opera del grande e ardente missionario popolare del secolo XVIII.

Nato a Montfort-sur-Meu o Montfort-la-Cane, in Bretagna, nell’anno 1673, fu ordinato sacerdote nel 1700, e fino alla morte nel 1716 si dedicò alla predicazione di missioni alle popolazioni rurali e urbane della Bretagna, Normandia, Poitou, Vandea, Aunis, Saintonge, Anjou, Maine. Le città in cui predicò, comprese le più importanti, vivevano in gran parte dell’agricoltura ed erano profondamente segnate dalla vita rurale. Per questa ragione san Luigi Maria, benché non abbia predicato esclusivamente a contadini, può però essere considerato essenzialmente un apostolo di popolazioni rurali.

APOSTOLATO BATTAGLIERO E INVITTO

Nelle sue predicazioni, che in termini moderni potrebbero dirsi sommamente “aggiornate”, non si limitava a insegnare la dottrina cattolica in termini che servissero per qualsiasi epoca e per qualunque luogo, ma sapeva dare risalto ai punti più necessari per i fedeli che lo ascoltavano.

Il tipo del suo “aggiornamento” lascerebbe probabilmente sconcertati molti proseliti del moderno “aggiornamento”. Gli errori del suo tempo non erano da lui visti come semplici frutti di equivoci intellettuali nati da uomini di insospettabile buona fede: errori che perciò stesso un dialogo abile e piacevole può sempre dissipare. Capace di sostenere il dialogo cortese e conquistante, egli tuttavia non perdeva di vista tutta l’influenza del peccato originale e dei peccati attuali, e neppure l’azione del principe delle tenebre nella genesi e nello svolgimento della immane lotta mossa dalla empietà contro la Chiesa e la civiltà cristiana. La celebre trilogia demonio, mondo e carne, presente nelle riflessioni dei teologi e dei missionari di buona dottrina di tutti i tempi, l’aveva presente come uno degli elementi basilari per la diagnosi dei problemi del suo secolo.

E così, come le situazioni richiedevano, sapeva essere ora soave e dolce come un angelo messaggero della dilezione e del perdono di Dio, ora battagliero e invitto, come un angelo incaricato di annunciare le minacce della giustizia divina contro i peccatori ribelli e incalliti. Questo grande apostolo seppe alternativamente dialogare e polemizzare, e in lui il polemista non ostacolava l’effusione delle dolcezze del Buon Pastore, e la mansuetudine pastorale non annacquava i santi rigori del polemista.

Con questo esempio, siamo ben lontani da certi progressisti per i quali tutti i nostri fratelli separati, eretici o scismatici, sono necessariamente in buona fede, ingannati da semplici equivoci, così che polemizzare con loro è sempre un errore e un peccato contro la carità.

LA BUONA DOTTRINA E LA SAPIENZA DELLA CROCE CONTRO LA COALIZIONE DEGLI ERRORI.

La società francese dei secoli XVII e XVIII (il nostro santo visse, come abbiamo visto, al tramonto dell’uno e nei primi decenni dell’altro) era gravemente malata. Tutto la preparava a ricevere passivamente la inoculazione dei germi dell’enciclopedismo, e a franare poi nella catastrofe della Rivoluzione francese.

Per presentare in questa sede un quadro circoscritto e, quindi, necessariamente molto semplificato – indispensabile tuttavia per comprendere la predicazione del nostro santo -, si può dire che nelle tre classi sociali, clero, nobiltà e popolo, prevalevano due tipi spirituali: i lassisti e i rigoristi. I lassisti, propensi a una vita di piaceri che portava alla dissoluzione e allo scetticismo. I rigoristi, propensi a un moralismo aspro, formalista e tetro, che portava alla disperazione quando non alla ribellione. Mondanismo e giansenismo erano i due poli che esercitavano una nefasta attrazione, anche in ambienti reputati tra i più pii e di solida moralità della società del tempo.

L’uno e l’altro – come spesso accade con gli estremi dell’errore – portavano a uno stesso risultato. Infatti, ciascuno per la sua strada allontanava le anime dal sano equilibrio spirituale della Chiesa. Questa, effettivamente, ci predica con ammirevole armonia la dolcezza e il rigore, la giustizia e la misericordia. Essa da un lato ci afferma la grandezza naturale autentica dell’uomo – sublimata dalla sua elevazione all’ordine soprannaturale e dal suo inserimento nel Corpo Mistico di Cristo -, e d’altro lato ci fa vedere la miseria in cui ci ha gettato il peccato originale, con tutta la sua sequela di nefaste conseguenze.

Niente di più normale della coalizione degli errori estremi e contrari contro l’apostolo che predicava la dottrina cattolica autentica: il vero contrario di uno squilibrio non è lo squilibrio opposto, ma l’equilibrio. E così l’odio che anima i seguaci degli errori opposti non li scaglia gli uni contro gli altri, ma piuttosto li lancia contro gli apostoli della verità. E ciò capita soprattutto quando questa verità è proclamata con vigorosa franchezza, che mette in risalto i punti di più acuta divergenza con gli errori in voga.

La predicazione di san Luigi Maria Grignion de Montfort fu proprio di questo tipo. Le sue prediche, pronunciate generalmente di fronte a grandi uditori popolari, culminavano abbastanza spesso in autentiche apoteosi di contrizione, di penitenza e di entusiasmo. La sua parola chiara, fiammeggiante, profonda, coerente, scuoteva le anime illanguidite dalle mille modalità di mollezza e di sensualità che in quell’epoca si diffondevano dalle classi alte agli altri strati della popolazione. Alla fine delle sue prediche, gli uditori riunivano spesso sulla pubblica piazza piramidi di oggetti frivoli o sensuali e di libri empi a cui davano fuoco. Mentre ardevano le fiamme, il nostro infaticabile missionario prendeva nuovamente la parola, incitando il popolo all’austerità. Quest’opera di rigenerazione morale aveva un senso fondamentalmente soprannaturale e pio. Gesù Cristo crocifisso, il suo Sangue prezioso, le sue Piaghe sacratissime, i dolori di Maria, erano il punto di partenza e il termine della sua predicazione. Proprio per questo promosse a Pont-Chateau la costruzione di un grande calvario che avrebbe dovuto essere il centro di convergenza di tutto il movimento spirituale da lui suscitato.

Nella Croce il nostro santo vedeva la fonte di una superiore sapienza, la sapienza cristiana, che insegna all’uomo a vedere e ad amare nelle cose create manifestazioni e simboli di Dio; a preporre la fede alla ragione orgogliosa, la fede e la retta ragione ai sensi ribelli, la morale alla volontà sregolata, lo spirituale al materiale, l’eterno al contingente e al transitorio.

LA DEVOZIONE ALLA MADONNA MEDIATRICE UNIVERSALE

Ma questo ardente predicatore dell’austerità cristiana genuina non aveva niente dell’austerità taciturna, biliosa e gretta di un Calvino. Essa era addolcita da una tenerissima devozione alla Madonna.

Si può dire che nessuno portò a maggiori altezze la devozione alla Madre di Misericordia. La Madonna, in quanto mediatrice necessaria – per divina decisione – tra Gesù Cristo e gli uomini, fu l’oggetto del suo continuo trasporto, il tema che suscitò le sue più profonde e più originali meditazioni. Nessun critico serio può negare a esse l’ispirata genialità. Intorno alla Mediazione Universale di Maria – oggi verità di fede – san Luigi Maria Grignion de Montfort costruì tutta una mariologia che è il maggior monumento di tutti i secoli alla Vergine Madre di Dio.

Questi sono i tratti principali della sua mirabile predicazione.

Tutta questa predicazione è condensata nei tre principali scritti dal santo, la Lettera circolare agli amici della Croce, il Trattato della Sapienza e il Trattato della vera devozione alla santa Vergine, una specie di mirabile trilogia, tutta d’oro e di fuoco, dalla quale emerge, capolavoro tra i capolavori il Trattato della vera devozione alla santa Vergine.

Attraverso queste opere possiamo renderci conto di quale fu la sostanza della predicazione di san Luigi Maria Grignion de Montfort.

PERSEGUITATO DAI GIANSENISTI, VATICINA LA RIVOLUZIONE E PREPARA GLI EROI DELLA CONTRO-RIVOLUZIONE

Il nostro santo fu un gran perseguitato. Questo carattere della sua esistenza è messo in luce da tutti i suoi biografi.

Un uragano furioso si levò contro la sua predicazione, scatenato dai mondani, dagli scettici infuriati da tanta fede e da tanta austerità, e dai giansenisti indignati da una insigne devozione alla Madonna, dalla quale emanava una soavità inesprimibile. Da ciò un turbine che gli sollevò contro, per così dire, tutta la Francia.

Spesso, come successe nel 1705 nella città di Poitiers, i suoi magnifici autos de fe contro la immoralità furono interrotti per ordine di autorità ecclesiastiche, che evitavano così la distruzione di quegli oggetti di perdizione. In quasi tutte le diocesi di Francia gli fu negato l’esercizio del ministero sacerdotale. Dopo il 1711, solo i vescovi di La Rochelle e di Lucon gli permisero l’attività missionaria. E, nel 1710, Luigi XIV ordinò la distruzione del calvario di Pont-Chateau.

Di fronte a questo enorme potere del male, il nostro santo si rivelò profeta. Con parole di fuoco, denunciò i germi che minavano la Francia di allora, e vaticinò una catastrofica sovversione che da essi sarebbe derivata. Il secolo in cui san Luigi Maria morì non ebbe termine senza che la Rivoluzione francese confermasse in modo sinistro le sue previsioni.

Fatto nello stesso tempo sintomatico ed entusiasmante: le regioni nelle quali il nostro santo fu libero di predicare la sua dottrina e in cui le masse umili lo seguirono, furono quelle in cui gli chouans si sollevarono con le armi in pugno contro l’empietà e la sovversione. Erano i discendenti dei contadini ai quali il grande santo aveva predicato le sue missioni e che aveva preservato così dai germi della Rivoluzione (...)

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Nota

Il testo riportato è traduzione italiana del prologo scritto dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira per l’edizione argentina di Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (Tradicion Familia Propiedad, Buenos Aires 1970).
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo
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Jeffrey Ade
Plinio is my go to guy for Our Lady and the Counter Revolution!