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Falsificazione leggendaria del 25 dicembre??? – Difendiamoci!

[PS_a scanso di equivoci avverto subito che l'immagine è parodica...]

In Gesù, che è Maestro di verità, tutto deve essere verità: e Vinsegnamento e la storia. Ma nella storia il punto più importante è la nascita. È incomprensibile quindi Verrore cristiano di cotesta data. Il Natale infatti venne fissato al 25 dicembre arbitrariamente, solo per sostituire una festa pagana che cadeva in quel giorno (P.L. - Napoli).

Scandalizzatissimi lettori, prima di placarvi lasciate che io aggravi la misura. P. L. parla dell’errore del giorno. Ma più importante del giorno è l’anno di nascita. Probabilmente voi credete che, trovandoci ora nel 1962, Gesù Cristo sia nato 1962 anni fa. Ciò non è vero. Gesù è nato circa 6 anni prima del comune computo, e quindi noi siamo in realtà nell’anno 1968 dalla nascita di cristo. Ecco come è sorto l’errore. Nei primi secoli del Cristianesimo gli anni ecclesiastici si computavano dall’èra dell’Imperatore Diocleziano - che si chiamava anche, per le grandi persecuzioni contro i cristiani, l’èra dei martiri - finché il pio e dotto Dionigi il Piccolo (fiorito all’inizio del iv secolo) non ebbe la felice idea di mettere al centro dei tempi il fatto culminante della storia umana che è la nascita del Redentore - « la pienezza del tempo », come luminosamente dice S. Paolo (Galati 4,4) - e di contar le date da quel giorno. Ma disgraziatamente, non avendo a disposizione i comodi mezzi d’indagine storica che abbiamo oggi fece corrispondere la nascita del Signore all’anno 754 della fondazione di Roma, cioè con ritardo di circa 6 anni dall’anno vero. Senza entrare nei particolari, basta dire che nell’anno indicato da Dionigi, Erode era già morto da tempo, mentre tanto S. Matteo che S. Luca dichiarano che Gesù nacque « nei giorni di Erode ». Ma ormai chi ha coraggio di ricambiar tutte le date ? Tanto più che la correzione di 6 anni in più, che andrebbe apportata, non è certa, ma solo approssimativa.

Prima di dire su tutto ciò la parola che mi preme, placare il vostro scandalo e trasformarlo anzi in edificazione, debbo ora toccare l’errore dal sig. P. L. lamentato: quello del giorno. Le cose qui sono diverse. Che la data del 25 dicembre sia certissima non si può affermare: ma neanche che sia certamente arbitraria. Essa si basa - come già ai suoi tempi osservava S. Agostino - su un’antica tradizione della Chiesa di Roma, che nel secolo iv finì per essere accettata anche in oriente (dove prima si celebrava solo l’Epifania) e divenne universale. È vero però che tale data coincide con la festa del dio solare Mithra - come risulta dal cosiddetto Cronografo del 354 che riporta un calendario ufficiale pagano-cristiano dell’epoca - il cui culto era particolarmente antagonista al culto cristiano. Sicché l’ipotesi che cotesto giorno sia stato scelto per neutralizzare quel culto pagano non manca di qualche fondamento. A meno che si tratti d’una coincidenza provvidenziale: che nascesse cioè proprio quel giorno il Divino Sole di Verità che doveva disperdere il sole pagano della menzogna. Nel quadro dei fatti debbo aggiungere che, anche nell’ipotesi dell’incertezza storica del 25 dicembre, la Natività sarebbe dovuta avvenire comunque in inverno, e quindi non molto distante da quella data, perché corrispose al censimento che i romani presumibilmente dovettero indire in tale stagione, in cui il popolo era libero dai lavori campestri e poteva più facilmente recarsi nei luoghi di origine.

Questo per precisare i fatti. Ed ora: Scandalo? Falsificazione? Leggenda? Certo, supposta l'incertezza storica dell’anno e del giorno preciso, vi confesso anch’io, amici lettori, che una gran bella figura, con la loro reticenza... i venerati Evangelisti non l’hanno fatta. Ma intendete in che senso: come cronisti moderni. Ah! se invece di loro ci fosse stato uno storico moderno o il cronista del Messaggero! Quello sì avrebbe messo mese, giorno, ora: avrebbe spaccato il minuto. Ma li scuso e li dovete scusare anche voi. Non erano preparati a fare i cronisti. Erano più pratici a fare i pescatori - come il grande S. Giovanni, per es. (cfr. Matteo 4, 22) - che i narratori. Uno era gabelliere, un altro medico, il che non vuol dire scrittore, né tanto meno storiografo con la minuziosa mentalità critica moderna. Ma a differenza del cronista del giornale hanno scritto soltanto la verità: che è quella che conta. A ciò li ha ispirati lo Spirito Santo: ad essere banditori infallibili dell’Evangelo di Cristo, non tecnici moderni di cronistoria o esperti compilatori di schedario di anagrafe. Pochi elementi - secondo la mentalità storica di allora - che inquadrano essenzialmente, nel tempo, Gesù: questi ce li hanno dati. Poi la verità del suo messaggio. Non si sono preoccupati di puntellare i fatti o di accarezzare la curiosità con la cronaca, ma di viverli, i fatti, nel loro contenuto umano-divino. All’opposto di oggi che si guarda tanto ai puntelli e poco al contenuto.

E la prima cristianità nei commenti e nella trasmissione dell’Evangelo seguì il medesimo criterio. L’importante fu poi di concretare una data, a gloria e memoria del supremo evento, che a rigore poteva anche essere diversa da quella reale, ed essere anche scelta in antagonismo all’opposta festa pagana. Suggestiva controprova della spontanea veridicità del Vangelo.

Servo di Dio mons. Pier Carlo Landucci, teologo della Casa Pontificia

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Per approfondire segnalo questo interessante studio, disponibile sul web in formato pdf:
www.cristianicattolici.net/files/NATALE-data-nas…