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Omelia diP. Gregorio Battaglia - 14.03.2010
Omelia di P. Gregorio Battaglia
della Freaternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
-IV Domenica di Quaresima C - 14.03.2010
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Matithyans
Il Modernismo fu un'eresia, sì, e il suo erede è il Progressismo
Rino Cammilleri, su Il Giornale 9 gennaio 2008
Mise la coscienza al centro di tutto. E fece della fede non più l’assenso dell’intelletto alla verità rivelata da Dio ma un cieco sentimento religioso.

È praticamente passato sotto silenzio, lo scorso settembre, il centenario dell’enciclica "Pascendi Dominici gregis" con cui il papa …Altro
Il Modernismo fu un'eresia, sì, e il suo erede è il Progressismo
Rino Cammilleri, su Il Giornale 9 gennaio 2008

Mise la coscienza al centro di tutto. E fece della fede non più l’assenso dell’intelletto alla verità rivelata da Dio ma un cieco sentimento religioso.


È praticamente passato sotto silenzio, lo scorso settembre, il centenario dell’enciclica "Pascendi Dominici gregis" con cui il papa San Pio X condannava il modernismo definendolo «sintesi di tutte le eresie». Eppure, rileggendola oggi nelle edizioni Cantagalli (pagg. 134, euro 13,50), ci sarebbe ogni motivo per un ampio dibattito, dal momento che il modernismo, scomunicato cent’anni fa, ha conquistato gran parte del clero (e dei vescovi) con il nuovo nome di progressismo.

In appendice al testo dell’enciclica sono riportati il decreto "Lamentabili" (che condannava 65 proposizioni moderniste) e il «giuramento antimodernista» che quel papa impose nei seminari. Il vescovo di San Marino, Luigi Negri, nella prefazione così si esprime: «Sono rimasto quasi sgomento; le proposizioni fondamentali, tutte chiaramente in contrasto con la dottrina cattolica, hanno costituito in questi ultimi vent’anni il contenuto anche esplicito di tante pubblicazioni teologiche ed esegetiche e hanno sicuramente influenzato l’insegnamento in facoltà teologiche e in seminari».

La "Pascendi Dominici gregis" venne addirittura elogiata, «per la sua potenza filosofica e la sua coerenza» (come ricorda lo storico Roberto De Mattei nell’introduzione), dai due massimi esponenti del pensiero laico del tempo, Benedetto Croce e Giovanni Gentile. Era, infatti, un «affare interno» della Chiesa, che così isolava i suoi nemici più pericolosi e subdoli, il cui obiettivo era trasformare il cattolicesimo «da dentro» lasciandone intatto l’involucro strutturale.

Così, infatti, si esprimeva uno dei loro esponenti di spicco, il sacerdote Ernesto Buonaiuti, riferendosi alla Chiesa nella sua opera "Il modernismo cattolico": «Diventerà un protestantesimo; ma un protestantesimo ortodosso, graduale, e non uno violento, aggressivo, rivoluzionario, insubordinato; un protestantesimo che non distruggerà la continuità apostolica del ministero ecclesiastico né l’essenza stessa del culto». Un altro famoso modernista, il romanziere Antonio Fogazzaro, quando vide una sua opera messa all’Indice fece atto (esteriore) di pentimento ma si giocò il Nobel, che gli antipapisti del comitato assegnarono all’anticlericale Carducci.

Non era facile, in effetti, cogliere esattamente l’eresia modernista, dal momento che essa non si opponeva a questa o a quella delle verità rivelate. Ma Papa Sarto ne individuò il punto centrale nel mutamento della nozione stessa di «verità», che per il modernismo era in evoluzione; così anche i dogmi. In tal modo la coscienza diventava il centro di tutto, la regola universale, l’autorità suprema. Perciò, la fede non era più assenso dell’intelletto alla verità rivelata da Dio, bensì una specie di cieco sentimento religioso. Ma non fu facile la lotta al modernismo, proprio per l’evanescenza del suo insegnamento: ci vollero dieci lunghi anni prima che Buonaiuti venisse sospeso a divinis. Negli anni Quaranta il modernismo riemerse con la cosiddetta "Nouvelle théologie", che ebbe tra i suoi ispiratori Maurice Blondel e fu condannata da Pio XII con l’enciclica "Humani generis" del 1950. Tra i suoi eredi successivi, il panteismo cosmico-mistico del gesuita-archeologo Pierre Teilhard de Chardin e la svolta razionalista del teologo, celebre negli anni Sessanta, Karl Rahner.

La trasformazione del vecchio modernismo nel progressismo odierno si ebbe al tempo del concilio Vaticano II; soprattutto dopo, quando il cosiddetto «spirito del concilio» convertì molto clero a «quell’ermeneutica della rottura» che l’attuale pontefice non si stanca di condannare: il Vaticano II - dice in sostanza Benedetto XVI - va letto in continuità con tutta la tradizione precedente, e non costituisce affatto una «rottura» con il cattolicesimo definito sprezzantemente «pacelliano» o «preconciliare». Infine, una vera e propria leggenda nera è stata artatamente creata attorno al prete Umberto Benigni, che affiancò San Pio X nella lotta al modernismo con il "Sodalitium Pianum" (Sodalizio San Pio V, creato nel 1909 e sciolto nel 1921) e l’agenzia di informazioni Corrispondenza romana.

Come nota De Mattei, certa storiografia contemporanea «ha ripreso le accuse di “delazione” e “spionaggio” già lanciate dai modernisti contro il prelato romano». Il che costituisce un’ulteriore conferma dell’odierna egemonia culturale del progressismo. Ma si dovrebbe, del pari, ricordare il clima del tempo, e soprattutto quello che lo storico Lorenzo Bedeschi definiva il «multiforme e fervido lavorio segreto» dei modernisti, che costituivano «un reticolo inafferrabile e variegato» diffuso nelle principali città italiane. La lotta antimodernista di San Pio X ebbe anche l’appoggio di un santo come don Orione, che aveva compreso come il modernismo, sganciando l’uomo da ogni realtà oggettiva posta al di fuori di sé e della propria coscienza, preparasse il terreno al nichilismo. ✍️
Gianfranco70
Gesù è venuto per salvare gli ultimi ed in particolare i peccatori, come ad esempio la Maddalena.
Anche la parabola del Padre misericordioso ci vuole insegnare che Dio, se saremo veramente pentiti, perdonerà i nostri peccati, anche in nome del sacrificio di Suo Figlio Gesù Cristo.
La nostra religione permette tutto, in quanto Dio ci ha lasciato il libero arbitrio e quindi siamo liberi anche di …Altro
Gesù è venuto per salvare gli ultimi ed in particolare i peccatori, come ad esempio la Maddalena.
Anche la parabola del Padre misericordioso ci vuole insegnare che Dio, se saremo veramente pentiti, perdonerà i nostri peccati, anche in nome del sacrificio di Suo Figlio Gesù Cristo.
La nostra religione permette tutto, in quanto Dio ci ha lasciato il libero arbitrio e quindi siamo liberi anche di peccare. Dio ci ha indicato la strada per essere felici, se peccheremo, lo faremo soprattutto a nostro danno.
Essere liberi di peccare, però, non vuol dire che un determinato comportamento non sia peccato. Dio ci lascia liberi di abortire, ma non vuol dire che l'aborto non sia un crimine abominevole. Nell'infinita Misericordia di Dio, credo che il Signore avrà pietà anche di quella madre veramente pentita per il suo crimine verso una creatura completamente indifesa. I metri di giudizio di Dio non sono i nostri è in questo sta la seconda parte della parabola dove l'altro figlio, quello sempre fedele, si rammarica poichè il Padre perdona il figlio che lo aveva lasciato portandosi e sperperando le ricchezze ricevute.
Umanamente sembrerebbe che il fratello abbia ragione, ma la misericordia divina è così grande che noi piccoli uomini spesso non riusciamo a comprenderla.
Anche nella parabola del vignaiolo che chiama degli operai a lavorare nell sua vigna in diversi momenti della giornata, umanamente sembrerebbe commettere un'ingiustizia tra coloro che hanno lavorato dalla mattina e quelli che hanno lavorato un'ora sola al pomeriggio. Noi, però, non dobbiamo giudicare Dio, perchè egli scruta nei nostri cuori e
sa che magari l'operaio che ha lavorato una sola ora ed ha ricevuto la stessa paga degli altri, è stato tutto il giorno a cercare disperatamente un modo per sfamare la sua famiglia ed i suoi figli. Certamente in questo caso anche egli avrebbe preferito stare a lavorare tutto il giorno nella certezza che alla fine della giornata avrebbe avuto il necessario per sfamare la famiglia.
Così anche il figliol prodigo, dopo aver sperperato tutti gli averi ricevuti dal padre, si è messo a fare il guardiano dei porci. Con grande umiltà e pentimento è tornato dal Padre, non con l'arroganza del figlio che vuole che il Padre continui a dargli soldi, ma chiedendogli di servirlo come uno dei suoi servi, che sicuramente stavano meglio di un guardiano di porci.

Che Dio ci benedica
Rita Madonna
Questa trovata contro i valori non negoziabili e la conservazione della Croce nei luoghi pubblici rovina tutta la predica, per giunta tenuta nel Marzo 2010, quindi un anno dopo la morte di Eluana Englaro, che ha mostrato dove porta la non difesa di questi valori. Il Padre che predica, e che ho ascoltato più volte su questo social network e per il quale, fino ad oggi, ho avuto simpatia, è di quei …Altro
Questa trovata contro i valori non negoziabili e la conservazione della Croce nei luoghi pubblici rovina tutta la predica, per giunta tenuta nel Marzo 2010, quindi un anno dopo la morte di Eluana Englaro, che ha mostrato dove porta la non difesa di questi valori. Il Padre che predica, e che ho ascoltato più volte su questo social network e per il quale, fino ad oggi, ho avuto simpatia, è di quei cattolici adulti che alterano il significato della Misericordia di Dio, dando a pagine come quella del figliuol prodigo il significato di una religione che dovrebbe permettere tutto, dal concubinaggio alla procreazione eterologa per coppie omosessuali e dall'aborto all'eutanasia? E' questo il significato che il Padre da alla parola "accoglienza", accusando chi ricorda i Comandamenti di essere asfissiante? L'utente Claudio oggi ha pubblicato un testo su "Don" Gallo
Don Gallo: “Voglio un Papa gay, liberate gli omo o vi stupreranno i bambini”
Purtroppo non è l'unico Sacerdote di idee radicali. Ce ne sono già troppi ma su questo social network cattolico non dovrebbero trovare spazio, altrimenti non ci stupiamo di Vescovi che permettono la pillola del giorno dopo presso ospedali cattolici (notizia attinta sulla home page di gloria.tv. Un Padre che vuole insegnare l'apertura del cuore a Dio non può metterla in contrapposizione ai valori della vita e della morale sessuale, voluti direttamente dai 10 Comandamenti.