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GLI APPLAUSI IN CHIESA: COSA AVREBBE DETTO, OGGI, PADRE PIO DA PIETRELCINA?

Una volta chiesero a Padre Pio qual’era il problema di applaudire nella Messa.
Egli rispose: “Nel Calvario c’erano quelli che applaudivano la morte di Cristo: i soldati e i demoni”.

Di fronte a una tale risposta, tutti i cristiani dovrebbero tacere e cambiare radicalmente il loro metro di giudizio sulle liturgie, in special modo sulla Santa Messa. Occorre capire, una volta per sempre, che la Santa Messa non è uno spettacolo teatrale, come pensano molti di voi oggi, ma è la mistica ripetizione di quanto avvenuto nel Cenacolo e sul Calvario.
Tuttavia, visto che il cristiano di oggi “è di dura cervice”, per aiutarvi a cogliere il significato della Messa e l’incongruenza degli applausi, vi metto qui sotto un dialogo tra Padre Pio e Cleonice Morcaldi che, spero, possa aiutarvi a inquadrare la celebrazione della Santa Messa:

“- Padre, che cos’è la vostra messa?
- Un completamento sacro della passione di Gesù.
- Che cosa debbo leggere nella vostra Santa Messa?
- Tutto il Calvario.
- Padre, ditemi quanto soffrite nella Santa Messa?
-Tutto quello che ha sofferto Gesù nella sua Passione, inadeguatamente, lo soffro anch’io, per quanto a umana creatura è possibile. E ciò contro ogni mio demerito e per sola sua bontà.

- Padre, è vero che durante la Messa soffrite il supplizio della coronazione di spine?
- E lo metti in dubbio?
- Vi ho visto tremare mentre salivate i gradini dell’altare. Perché? Per quello che dovevate soffrire?
- Non per quello che dovevo soffrire, ma per quello che dovevo offrire.
- Perché piangete, quasi sempre, Padre, quando leggete il Vangelo?
- E ti par poco che un Dio conversi con le sue creature? E che sia da loro contraddetto? e che sia continuamente ferito dalla loro ingratitudine e incredulità?
- Perché piangete all’offertorio?
- Vorresti strapparmi il segreto? E sia pure. Allora è il momento che l’anima viene separata dal profano.
- Ditemelo perché soffrite tanto nella consacrazione.
- Perché è proprio lì che avviene una nuova e ammirabile distruzione e creazione. I segreti del Sommo Re non si svelano senza profanarli. Mi domandi perché soffro? Non lacrimucce, ma torrenti di lacrime vorrei versare! Non rifletti al tremendo mistero? Un Dio vittima dei nostri peccati!... Noi, poi, siamo i suoi macellai.
- Padre, perché non cedete anche a noi un po’ di questa vostra passione?
I monili dello Sposo non si regalano a nessuno” .

Solo Cleonice riesce ad aprire, e neanche totalmente, lo scrigno prezioso del cuore di Padre Pio. Un affetto spirituale, bellissimo, sublime la lega al Padre ed è parimenti corrisposto da lui. Il segreto della breccia che Cleonice riesce ad aprire nel suo cuore sta nello spirito quasi infantile e nella singolare docilità con la quale segue la sua guida spirituale.
Questo scambio di battute scritte tra Cleonice e Padre Pio apporta una luce ulteriore sui profondi sentimenti del Frate di Pietrelcina:

“- Quanta gloria dà a Dio la Messa?
- Infinita gloria.
- Che benefizi ricevo ascoltandola?
- Non si possono enumerare. Li vedremo in Paradiso.
- In quale momento della Messa soffri la flagellazione?
- Dal principio all’ultimo, ma più intensa da dopo la consacrazione.
- Quando fai la santa comunione che devo dire?
- Chiedi che sia anch’io un altro lui, tutto lui e sempre lui” .

Occorre capire, una volta per sempre, che la Santa Messa non è uno spettacolo teatrale, come pensano molti cristiani di oggi, ma è la mistica ripetizione di quanto avvenuto nel Cenacolo e sul Calvario: Gesù consacra il Pane e il vino, mutandoli nel suo Corpo e nel suo Sague.

Come ebbe a scrivere Jean Galot sulla Civiltà Cattolica, “Non si tratta di mangiare la carne del Figlio dell’uomo nello stato presente della sua esistenza terrena, ma nello stato celeste che sarà quello della sua esaltazione alla destra del Padre. Nella vita terrena, la carne non avrebbe la capacità di nutrire spiritualmente l’uomo; deve essere riempita e trasformata dallo Spirito, come nel Cristo salito al cielo. « È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla»(Gv 6,63). Soltanto la carne del Cristo glorificato, vivificata dallo Spirito, può comunicare la vita divina” .

Una volta compreso questo, ci rendiamo conto perché Gesù offre il suo Pane del Cielo solo alla vigilia della sua passione, morte, e risurrezione.

È Gesù stesso a offrire la chiave di interpretazione delle sue audaci parole sulla sua carne e sul suo sangue intesi come alimenti: “E` lo Spirito che dá la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita” . “Queste parole devono essere comprese secondo il loro significato semitico: «Le parole che vi ho dette» significano «le cose di cui vi ho parlato». Gesù aveva parlato della sua carne e del suo sangue: questa carne e questo sangue sono spirito e vita, perché si tratta di carne e di sangue pieni di Spirito divino e di vita divina. È nel loro stato glorioso che il corpo e sangue di Cristo sono dati nell’Eucaristia”[1].

Alla vigilia della sua Passione, Gesù ha offerto il suo Corpo e il suo Sangue che verserà il giorno dopo sulla croce.

Questa è la Santa Messa. Allora, è un divertimento che richiede applausi, o un EVENTO da adorare, meditare, contemplare, e MANGIARE, visto che Gesù stesso ce lo permette?????????????

Basta con gli applausi! Basta con gli spettacoli degradati delle nostre chiese! Tutto ciò mi sa di satanico! Altro che Messa.

Nel nome di Cristo, di Maria Santissima, e di Padre Pio, ve lo dico e lo ripeto: Date al teatro ciò che è teatro: nel teatro. Date a Dio ciò che è di Dio: nelle Chiese!

E che il Signore illumini i vostri pastori e i vostri sacerdoti. Amen!

[1] ( Jean Galot, Il valore dell’Eucaristia, in, La Civiltà Cattolica, anno 151, vol. II, quaderno 3599, 3 giugno 2000, 439-440.)
La Verità vi farà liberi
Applausi a parte, è chiaro come Padre Pio testimoni la Messa essere Sacrificio e Offerta di Cristo sul monte Calvario, non apericena con canti e balli come da 53 anni a questa parte.
Via Verità Vita
Se lo ha detto anche Giovanni XXIII... arrivateci che in chiesa le mani non si battono, no?
Papa Giovanni XXIII chiede di non applaudire in Chiesa