La tunica della regina Batilde
(Batilde (626 o 627 – Chelles, 30 gennaio 680) è stata moglie del re franco Clodoveo II, regina di Neustria e Borgogna e per un breve periodo anche di Austrasia ed è venerata come santadalla Chiesa cattolica da wikipedia)
La tunica fu rinvenuta all’intero del reliquiario della regina conservato presso la chiesa parrocchiale di Saint-André (a Chelles, n.d.r.), ad oggi si presenta come un panno di lino di forma rettangolare con un incavo semicircolare per il passaggio della testa. Anche se si è conservata solo la parte anteriore, l’assenza di tracce di cucitura sui fianchi lascerebbe supporre che la parte anteriore e quella posteriore non fossero unite tra loro. Si tratterebbe quindi di una veste destinata ad essere indossata sopra ad altre, sciolta o verosimilmente trattenuta in vita da una cintura.
La tunica presenta alcuni ricami che riproducono una serie di gioielli, in modo assai realistico e dettagliato. Nonostante alcuni fili siano purtroppo scomparsi, la presenza delle tracce di cuciture sul tessuto permette di recuperarne tutta la decorazione. Il colore dei fili di seta impiegati riproduce i 7 materiali originariamente usati nei laboratori degli orafi altomedievali: giallo dorato per l’oro, giallo opaco per il rilievo delle incastonature, rosso, verde e blu per le pietre preziose e gli smalti.
ab. cFig. 2 (a, , c) - Tunica della regina Batilde e particolari (da Périn, Vallet, 91)
La decorazione si componeva di una serie di collane sovrapposte. Le prime due, più vicine al collo, riprendevano le tecniche decorative a cloisonné merovinge, in oro decorate con pietre preziose. La terza collana è sormontata da motivi a V in seta blu che potrebbero rappresentare delle graffe di sospensione al vestito del gioiello, appesantito da gocce a forma di lacrima e da una croce pettorale, decorata anch’essa con pietre preziose e i cui bracci (alto e basso) avevano originariamente le stesse misure. La prima collana si può ricostruire solo sulla base dei fori d’ago delle cuciture e dei numerosi medaglioni che vi sono appesi: semplici gocce a forma di lacrima, come sulla seconda collana e sulla croce, ma anche volatili, personaggi umani e fantastici contrapposti con al centro l’albero della vita.
L’insieme dei gioielli rappresentati si collega, per tecnica e iconografia, a numerosi esempi di oreficeria datati alla seconda metà del VII e gli inizi di quello successivo che si ispirerebbero soprattutto a modelli longobardi e bizantini. L’aspetto complessivo della decorazione indica che l’anonimo autore ha sicuramente avuto una versione originale che gli ha consentito di poterlo riprodurre fedelmente. La ricchezza del vestiario ne indica l’appartenenza a un personaggio di alto rango, forse la stessa regina, mentre la posizione centrale riservata alla croce ne sottolinea il coinvolgimento nella vita religiosa.
Il motivo decorativo di questa tunica solleva diversi interrogativi. Secondo la Vita Eligii, Sant’Eligio chiese a Batilde di abbandonare i suoi gioielli per Cristo. È possibile che Batilde gli abbia obbedito ma che, ritiratasi nell’abbazia di Chelles, abbia comunque mantenuto la dignità regale.
Questa veste potrebbe allora essere stata ricamata sulla base dei gioielli reali per rispettare la volontà di Sant’Eligio, permettendo allo stesso modo alla regina di ricordare, rappresentandolo, il proprio rango sociale e la sua funzione politica.
archeomedia.net/…uploads/2018/12/Figlie_di_Re_Lorena_Cannizzaro.pdf
La tunica fu rinvenuta all’intero del reliquiario della regina conservato presso la chiesa parrocchiale di Saint-André (a Chelles, n.d.r.), ad oggi si presenta come un panno di lino di forma rettangolare con un incavo semicircolare per il passaggio della testa. Anche se si è conservata solo la parte anteriore, l’assenza di tracce di cucitura sui fianchi lascerebbe supporre che la parte anteriore e quella posteriore non fossero unite tra loro. Si tratterebbe quindi di una veste destinata ad essere indossata sopra ad altre, sciolta o verosimilmente trattenuta in vita da una cintura.
La tunica presenta alcuni ricami che riproducono una serie di gioielli, in modo assai realistico e dettagliato. Nonostante alcuni fili siano purtroppo scomparsi, la presenza delle tracce di cuciture sul tessuto permette di recuperarne tutta la decorazione. Il colore dei fili di seta impiegati riproduce i 7 materiali originariamente usati nei laboratori degli orafi altomedievali: giallo dorato per l’oro, giallo opaco per il rilievo delle incastonature, rosso, verde e blu per le pietre preziose e gli smalti.
ab. cFig. 2 (a, , c) - Tunica della regina Batilde e particolari (da Périn, Vallet, 91)
La decorazione si componeva di una serie di collane sovrapposte. Le prime due, più vicine al collo, riprendevano le tecniche decorative a cloisonné merovinge, in oro decorate con pietre preziose. La terza collana è sormontata da motivi a V in seta blu che potrebbero rappresentare delle graffe di sospensione al vestito del gioiello, appesantito da gocce a forma di lacrima e da una croce pettorale, decorata anch’essa con pietre preziose e i cui bracci (alto e basso) avevano originariamente le stesse misure. La prima collana si può ricostruire solo sulla base dei fori d’ago delle cuciture e dei numerosi medaglioni che vi sono appesi: semplici gocce a forma di lacrima, come sulla seconda collana e sulla croce, ma anche volatili, personaggi umani e fantastici contrapposti con al centro l’albero della vita.
L’insieme dei gioielli rappresentati si collega, per tecnica e iconografia, a numerosi esempi di oreficeria datati alla seconda metà del VII e gli inizi di quello successivo che si ispirerebbero soprattutto a modelli longobardi e bizantini. L’aspetto complessivo della decorazione indica che l’anonimo autore ha sicuramente avuto una versione originale che gli ha consentito di poterlo riprodurre fedelmente. La ricchezza del vestiario ne indica l’appartenenza a un personaggio di alto rango, forse la stessa regina, mentre la posizione centrale riservata alla croce ne sottolinea il coinvolgimento nella vita religiosa.
Il motivo decorativo di questa tunica solleva diversi interrogativi. Secondo la Vita Eligii, Sant’Eligio chiese a Batilde di abbandonare i suoi gioielli per Cristo. È possibile che Batilde gli abbia obbedito ma che, ritiratasi nell’abbazia di Chelles, abbia comunque mantenuto la dignità regale.
Questa veste potrebbe allora essere stata ricamata sulla base dei gioielli reali per rispettare la volontà di Sant’Eligio, permettendo allo stesso modo alla regina di ricordare, rappresentandolo, il proprio rango sociale e la sua funzione politica.
archeomedia.net/…uploads/2018/12/Figlie_di_Re_Lorena_Cannizzaro.pdf