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22 Luglio ~ Santa Maria Maddalena ~

Cap. CCXLVII.
Maria Ss. ammaestra la Maddalena sull'orazione mentale.
Maria Valtorta

8 agosto 1945.

[…] La Maddalena, che si era sciolti i capelli non potendo resistere al loro peso, se li raccoglie di nuovo e dice: «Vado da Giovanni, ora che è con Simone, a guardare con loro il mare».
«Vengo io pure», risponde Maria Ss.
Marta e Susanna restano presso le compagne dormenti.
Per raggiungere i due apostoli devono passare presso il roveto in cui si è isolato Gesù per pregare.
«Mio Figlio trova riposo nella preghiera», dice piano Maria.
La Maddalena le risponde: «Credo che gli sia anche indispensabile l’isolarsi per mantenere il meraviglioso dominio che ha e che il mondo mette a dura prova. Sai, Madre? Ho fatto quanto tu mi hai detto. Ogni notte mi isolo per un tempo più o meno lungo per potere ristabilire in me stessa la calma che molte cose turbano. Mi sento molto più forte dopo».

«Per ora forte, più tardi ti sentirai beata. Credi pure, Maria, che sia nella gioia come nel dolore, sia nella pace come nella lotta, lo spirito nostro ha bisogno di tuffarsi tutto dentro all’oceano della meditazione, per ricostruire ciò che il mondo e le vicende abbattono e per creare nuove forze per sempre più salire. In Israele noi usiamo e abusiamo della preghiera vocale. Non voglio già dire che essa sia inutile e invisa a Dio. Ma dico però che è sempre molto più utile allo spirito l’elevazione mentale a Dio, la meditazione, in cui, contemplando la sua divina perfezione e la nostra miseria, o quella di tante povere anime, non già per criticarle ma per compatirle e capirle, e per avere riconoscenza al Signore che ci ha sorrette per non farci peccare, o ci ha perdonate per non lasciarci cadute, noi giungiamo a pregare realmente, ossia ad amare. Perché l’orazione, per essere realmente tale, deve essere amore. Altrimenti è borbottio di labbra dal quale l’anima è assente».

«Ma parlare con Dio è lecito quando si hanno le labbra ancora sporche di tante parole profane? Io, nelle mie ore di raccoglimento, che faccio come tu mi hai insegnato, tu, mio apostolo dolcissimo, faccio violenza al mio cuore che vorrebbe dire a Dio: “Io ti amo”…».

«Nooh! Perché?».

«Perché mi pare che farei sacrilega offerta a offrirgli il mio cuore…».

«Non lo fare, figlia. Non lo fare. Il tuo cuore è, prima di tutto, riconsacrato dal perdono del Figlio, e il Padre non vede che questo perdono. Ma se anche Gesù non ti avesse ancora perdonata, e tu, in una solitudine ignorata, che tanto può essere materiale come morale, gridassi a Dio: “Io ti amo. Padre, perdona le mie miserie. Perché io di esse me ne spiaccio per il dolore che ti danno”, credi pure, o Maria, che il Padre Iddio ti assolverebbe di suo, e caro gli sarebbe il tuo grido di amore. Abbandonati, abbandonati all’amore. Non fare violenza ad esso. Lascia anzi che esso divenga violento come incendio avvampante. L’incendio consuma tutto ciò che è materiale, ma non distrugge una molecola di aria. Perché l’aria è incorporea. Anzi la purifica dai detriti minuscoli che i venti vi seminano, la fa più leggera. Così l’amore allo spirito. Consumerà più presto la materia dell’uomo, se Dio lo permette, ma non distrugge lo spirito. Anzi ne accresce la vitalità e lo fa puro e agile per le ascensioni a Dio”.
Maria di Magdala shares this
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