Cosa fare poco prima di morire: Consigli del Ven. Tommaso di Gesù

Cosa fare poco prima di morire? Presentiamo ai lettori questo consiglio utile (e non scontato) del Ven. Tommaso di Gesù, tratto dal suo capolavoro I patimenti di Gesù.

Conferendo alcuni santi Padri un giorno tra loro sulla miglior maniera di prepararsi a questo ultimo passo, ognuno d’essi propose quella che gli suggeriva il Santo Spirito. Uno disse, che non conosceva altra miglior preparazione alla morte di una sincera contrizione. Un altro, che bisognava soprattutto munirsi dei Sacramenti della Chiesa. Il terzo preferiva la pura orazione e l’unione con Dio.

Il quarto inculcava molto d’implorare l’aiuto dei Santi; e l’ultimo protestò che, per ben morire, egli non desiderava che una perfetta rassegnazione alla divina volontà.

Quest’ultimo parlava così molto giustamente, poiché questa disposizione racchiude tutte le altre; rende perfetta la contrizione; prepara l’anima a ricevere con pienezza la virtù dei Sacramenti; innalza e unisce il cuore a Dio con maggior purità; e ci procaccia il soccorso dei Santi.

Oltre di che essa umilia lo spirito dell’uomo, fortifica la sua fede, sostiene la sua speranza, perfeziona la sua carità e fa che diffidi di se stesso, e ponga la sua fiducia in Dio. Essa scema altresì i terrori della morte, togliendoci quel timore servile che nasce dall’amor proprio e che in quell’ultimo momento ci reca tanta inquietezza.

Poiché chi s’abbandona a Dio senza riserva, niente più desidera ed altro non chiede che l’esecuzione della divina volontà; rinunzia a tutto ciò che una volta ha amato contro Dio, o fuori di Dio: in quell’ora così orribile l’unico suo timore è che si trovi un motivo di separazione tra Dio e lui, perché egli non ama più che la sovrana bontà.

Si getta in quest’immenso oceano di misericordia, e non pensa che a perdersi in Gesù Cristo, in cui solo può trovare la sua vera vita. Così un affettuoso abbandono di se stesso nelle mani di Dio, unito ad una fede viva, ad un’umile fiducia nei meriti del Salvatore, contiene ciò che è necessario per morire santamente; e questa disposizione è tutta racchiusa nelle parole di Gesù Cristo moribondo: Mio Padre, io raccomando il mio spirito nelle vostre mani.

Poiché questa parola Mio Padre, è una parola d’amore e di tenerezza; Io raccomando, è una parola di fiducia e di rassegnazione; Il mio spirito, cioè l’anima mia, la mia vita e, per conseguenza, tutto ciò che ho di più caro; Nelle vostre mani, in queste mani divine, che la fede m’insegna essere piene di misericordia, che possono supplire a tutti i miei difetti, e farmi meritare i beni che esse mi offrono.

Donde si può anche concludere che quelli, i quali, per dovere o per carità, assistono il prossimo in punto di morte, non possono fare niente di meglio, quanto esortarlo, dopo un’esatta confessione dei suoi peccati, a dimenticare se stesso, ed a non pensare né alle pene che ha meritato, né allo stato in cui si troverà dopo morto e ad abbandonarsi di tutto cuore a Dio per la sanità e per la malattia, per la vita e per la morte, per il tempo e per l’eternità; senza chiedere altra cosa, se non che la divina Maestà si glorifichi sulla sua creatura nel modo che le piacerà.

Non v’ha altro mezzo migliore di questo per morire cristianamente e per assicurare l’eterna sua salute.

IV. Dopoché il Salvatore spirò, il sole riprese il suo primo splendore, il cielo divenne sereno, e accaddero molte altre cose, che fecero bastantemente vedere che quegli che era morto, non era un uomo ordinario.

L’Arca dell’alleanza e le tavole della Legge si custodivano nel Tempio di Gerusalemme: il luogo ove erano poste era coperto d’un velo, e non vi entrava se non il sommo Sacerdote e neppure lo faceva se non con molte cerimonie; il velo indicava che ciò che era contenuto nella legge di Mosè, era stato sino allora velato, oscuro, misterioso, e non era che la figura del vero Messia e della Legge nuova.

Ma per farci comprendere che le figure erano finite, che la verità era svelata ed era venuto il tempo in cui Cristo doveva essere adorato da tutte le nazioni, mentre egli moriva in Croce, il velo del Tempio si ruppe in mezzo da capo a piedi; e ciò che era stato ascoso per tanti secoli, restò esposto agli occhi di tutti.

Lì finì la legge di timore che faceva gli schiavi, e lì fu confermata la legge d’amore che era per i figli.
veritas iustitia veritas iustitia
In realtà tutta la vita dovrebbe essere un abbandono fiducioso a Dio.
Se cosi facciamo sarà meno difficile vivere e volgendoci indietro, sapremo distinguere, che la nostra vita è stata in mano sua e Lui l'ha condotta. Se invece vogliamo condurla noi, continueremo ad accumulare fallimenti su fallimenti.
Impariamo ad arricchire davanti a Dio, pregando incessantemente, accumulando grazie spirituali …More
In realtà tutta la vita dovrebbe essere un abbandono fiducioso a Dio.
Se cosi facciamo sarà meno difficile vivere e volgendoci indietro, sapremo distinguere, che la nostra vita è stata in mano sua e Lui l'ha condotta. Se invece vogliamo condurla noi, continueremo ad accumulare fallimenti su fallimenti.
Impariamo ad arricchire davanti a Dio, pregando incessantemente, accumulando grazie spirituali, facendo azioni di carità, testimonianze di fede, il resto lasciamo farlo a Lui, sara più facile vivere se consacreremo la nostra vita al Cuore immacolato di Maria, al Sacro Cuore di Gesù, al sangue di Gesù.
Figli di Maria
E' conveniente che il comportamento suggerito non si fa soltanto in punto di morte ma che si inizia a praticarlo gia' da adesso.
Mario Sedevacantista Colucci shares this
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Grazie!
Radio Spada shares this
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Grazie!