Oremus pro
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NOSTRA SIGNORA D’EUROPA Fu nell’ottobre del 1955 che l’Assemblea adottò la bandiera dell’Europa, ma solo il giorno 8 dicembre , festa dell’Immacolata, fu adottata dai ministri del Consiglio d’EuropaAltro
NOSTRA SIGNORA D’EUROPA

Fu nell’ottobre del 1955 che l’Assemblea adottò la bandiera dell’Europa, ma solo il giorno 8 dicembre , festa dell’Immacolata, fu adottata dai ministri del Consiglio d’Europa. Pochi giorni dopo veniva issata a Strasburgo.

La bandiera per l’Unione Europea ha una storia singolare, e anche un po’ «mariana».
A pochi anni dal secondo conflitto mondiale, nel 1949, venne affidato ad una commissione il compito di progettare la bandiera dell’Europa.

Il suo primo compito fu di escludere possibili contrasti o rassomiglianze troppo vicine a bandiere di altri stati, evitando così spiacevoli accuse di «copiature». Dopo lunghe discussioni si arrivò alle seguenti decisioni:

Il colore dell’Europa sarebbe stato il blu:
il nero è il colore dell’Africa,
il giallo dell’Asia,
il rosso dell’America,
il verde dell’Australia.


– Sul campo blu sarebbero comparse delle stelle uguali, per significare l’uguaglianza in dignità di stati grandi e piccoli. Il problema era: quante stelle? Un problema non da poco. Fu scelto il 12. Perché fortemente simbolico: come le 12 ore del giorno, i 12 mesi dell’anno, i 12 segni dello zodiaco… e anche i 12 apostoli. Dodici stelle, uguali, a forma di cerchio.

Ci sono ben 2 Madonne protettrici dell’Europa, una nella chiesa di «Our Lady of Europe» di Gibilterra, l’altra a Motta di Madesimo (Italia) alta 13 metri e tutta ricoperta d’oro.

In realtà il nostro continente era stato consacrato a Maria già nel lontano 1300. Ancora oggi a Gibilterra si venera la Madonna con titolo di «Our Lady of Europe» ovvero Nostra Signora d’Europa.

C’è una statua che testimonia questo culto della Vergine Maria. Esso viene fatto risalire al 1300 circa, quando i principi cristiani occuparono il promontorio. Dopo aver espulso, secondo l’uso del tempo, la popolazione musulmana, i nuovi padroni dedicarono non solo quel luogo ma l’intero continente a Maria invocandola con il titolo di «Nostra Signora d’Europa». Venne scelto come luogo una piccola moschea edificata dagli Arabi nel 711, durante il loro primo sbarco. Essa era posta sul punto più a sud del continente.

In questa nuova chiesa collocarono la statua. Questa visse poi una singolare vicenda. Nel 1333 i musulmani riconquistarono la rocca. Ma i cristiani, prima della fuga, sotterrarono la statua della Madonna (fu ritrovata soltanto nel 1967). I guai della cappella-santuario non erano finiti. Subì lungo i secoli altre distruzioni e saccheggi ad opera questa volta di inglesi e olandesi.

Finalmente nel 1962 il vescovo John F. Healy celebrava la messa in una cappella di nuova costruzione. Fu poi nel 1979 che Giovanni Paolo II affidò la diocesi di Gibilterra, la più a sud del continente Europa, alla speciale protezione di Nostra Signora d’Europa.

SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA D’EUROPA

Situato a 2000 metri di quota, Il Santuario di Nostra Signora d’Europa è sede del Centro Ecumenico Europeo per la Pace
.

La Statua metallica, alta 13 metri, che rappresenta la Vergine delle Vette, è ricoperta di lamina d’oro ed è stata realizzata, grazie all’iniziativa del Gruppo Alpini di Casatenovo Brianza ed all’interessamento dell’amico don Luigi Re, dallo scultore Egidio Casagrande, di Borgo Valsugana; l’inaugurazione data al 15 ottobre 1957.

Posata su di una struttura a settore circolare, pesa 4 tonnellate e funge da Santuario all’aperto.

Inizialmente rimase per un anno a Casatenovo; poi venne progettata una collocazione “alpina”, che doveva essere originariamente il pizzo Stella, poi scartato perché l’azione degli agenti atmosferici, particolarmente intensa oltre i 3000 metri, ne avrebbe compromesso l’integrità. Si optò, quindi, per l’attuale collocazione alla Motta di Madesimo.

Il trasporto presentava, però, non pochi problemi, che furono superati grazie all’intervento dell’Esercito, che supportò lo sforzo degli Alpini di Casatenovo.

Infine fu l’intervento di orafi provetti provenienti non solo dall’Italia, ma anche da paesi europei a contribuire alla realizzazione del rivestimento aureo che impreziosisce e conferisce una splendida luminosità alla maestosa statua.