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Francesco I
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Gli studenti, il Papa e Bergoglio. Come ti corrompo il pupo. di Belvecchio Sabato 6 aprile 2019, Papa Francesco ha ricevuto in udienza circa 3300 tra docenti, studenti, parenti e amici del Collegio …Altro
Gli studenti, il Papa e Bergoglio. Come ti corrompo il pupo.

di Belvecchio

Sabato 6 aprile 2019
, Papa Francesco ha ricevuto in udienza circa 3300 tra docenti, studenti, parenti e amici del Collegio San Carlo di Milano. L’udienza si è svolta nell’Aula Paolo VI, quella che sullo sfondo, a edificazione dei presenti, offre l’incredibile scultura che vorrebbe rappresentare la Resurrezione del Signore e che invece mostra un inquietante groviglio da foresta tropicale, nel mezzo del quale sembra ergersi una figura umana che più che ascendere in alto sembra essere trattenuta in basso.
È dal 1975 che ci si chiede se questo orribile lavoro, commissionato e approvato da Paolo VI, rappresenti la gloria di Cristo che vince la morte o l’invadenza del mondo infero che trattiene in modo impossibile Cristo in terra.

È su questo sfondo che, come di consueto, si è svolta l’udienza; organizzata e preparata, logicamente, per permettere di rivolgere delle domande al Papa alle quali lui potrà rispondere in linea con i suoi intendimenti.
Dopo i saluti protocollari, il primo a rivolgersi al Papa è stato uno studente, che ha incominciato con: “Santo Padre, buonasera”, costringendo tutti a chiedersi se si sia trattato di uno sfottò o di una servile iniziativa.
Lo studente ha raccontato una sua esperienza di volontariato in Perù: «Ho visto con i miei occhi la povertà estrema, … Ho conosciuto tre ragazze della mia età che hanno subito violenza… Ho sentito storie di ragazzi che venivano sequestrati dalle loro famiglie, uccisi e deprivati dei loro organi in cambio di un paio di dollari. Mi ha colpito molto quell’esperienza e mi domando: Perché Dio sembra fare preferenze? A noi, a me, ai miei amici ci dà una vita meravigliosa e ad

altri no... ?»
Papa Bergoglio risponde:
«“Perché Dio sembra fare preferenze?” È una bella domanda la tua. Io le domande le conoscevo, le ho scritte qui, e prendo qualche idea per rispondere.»
E continua:
«Ci sono domande che non hanno né avranno risposte e dobbiamo abituarci a questo.»
E quindi si lancia in una serie di aggrovigliate osservazioni che tendono ad affermare due cose assurde: il rifiuto degli insegnamenti della famiglia e della Chiesa e la bellezza edificante di vivere solo nel dubbio e nell’ignoranza:
«Qualcuno di voi che vuole avere risposte preconfezionate va sulla strada sbagliata, finirà per sbagliare e la sua vita sarà sbagliata, perché le risposte preconfezionate non servono» … «È la grandezza della fecondità che ti fa crescere e le domande che non hanno risposte vi faranno crescere nel senso del mistero. ‘Perché Dio sembra fare delle differenze?’, è una bella domanda, ripetetela sempre: ma perché, perché? E crescere con questo perché, insoddisfatto, senza una risposta preconfezionata.»
Le risposte preconfezionate sarebbero, secondo Bergoglio, quelle che possono dare i genitori, gli insegnati, i parroci, i vescovi e il Papa, … così che qui si arriva all’assurdo che Bergoglio è come se dicesse che questa sua “risposta” “non serve” e porta ad “una vita sbagliata” … come si fa ad essere così sconclusionati e contraddittori?
Eppure una giustificazione c’è… tipicamente bergogliana… “non date retta a quello che spiegano quelli più grandi di voi… non date retta agli insegnamenti della famiglia e della Chiesa”, perché sono le “domande senza risposta” che fanno crescere, perché si cresce “con questo perché, insoddisfatto, senza una risposta preconfezionata”.
E l’ulteriore assurdo è che Bergoglio si sta rivolgendo a degli studenti, quelli stessi che vanno a scuola proprio per apprendere le risposte preconfezionate e proprio per non rimanere ignoranti, e proprio per rispondere a quegli stessi “perché” che Bergoglio dice devono rimanere senza risposta.
Insomma, questa risposta di Bergoglio, fuorviante e diseducativa, tende a distruggere ogni certezza negli studenti e mira a convincerli che il valore non è l’apprendimento del certo, ma la persistenza nel dubbio e nell’incerto. Il che, detto da uno che sembra fare il Papa, equivale a mettere una bomba sotto la sedia su cui sta seduto, e ciò nonostante pretendere di rimanere seduto anche dopo l’esplosione.
Ma, attenzione, dopo la parte distruttiva della risposta, ecco che arriva la parte costruttiva:
«Perché oggi nel mondo ci sono tanti affamati? Perché Dio fa questa differenza? No! La fa questo sistema economico ingiusto dove ogni giorno ci sono sempre più meno ricchi, ma con tanti soldi, e sempre più tanti poveri, ma senza nulla! Siamo noi con un sistema economico ingiusto a fare la differenza, a fare che i bambini siano affamati! Qualcuno potrebbe dirmi: “Papa, non sapevo che Lei fosse comunista”! No! Questo ci ha insegnato Gesù…» … e cita Matteo 25.
Ora, cos’ha a che fare Gesù – finalmente ricordato! – col “sistema economico ingiusto”?
Ovviamente nulla! Ma Bergoglio si compiace di citarLo strumentalmente per ammannire agli studenti uno dei vecchi luoghi comuni della propaganda comunista. Cosa di cui peraltro è ben cosciente, al punto da dichiararlo lui stesso, ma scaricandone la responsabilità, in maniera inappropriata e falsa, su Gesù. Come se Gesù avesse insegnato che il dare da mangiare agli affamati sarebbe roba da ricchi e non dovere di tutti, anche dei poveri (Cfr. Luca, 21, 1-4).
«Sono sicuro che tutti voi volete la pace. “E perché ci sono tante guerre?”… Perché? Se loro non avessero le armi, non farebbero la guerra. Ma perché fanno una guerra così crudele? Perché altri Paesi vendono le armi, con le quali ammazzano i bambini, la gente. Siamo noi a fare le differenze! E questa cosa voi dovete dirla chiaramente, in faccia, senza paura. E se voi giovani non siete capaci di fare queste domande, di dire queste cose, non siete giovani, manca qualcosa nel cuore che ti faccia “ribollire”»
Così passiamo da un luogo comune comunista, con annessa strumentalizzazione del Vangelo, ad un altro luogo comune comunista, con ammessa questa volta l’istigazione alla sovversione, atta a stravolgere la realtà.
Non v’è dubbio che chi vende le armi abbia tutto l’interesse che ci siano le occasioni per usarle, e che non è la prima volta che dai paesi produttori di armi, capitalisti e comunisti, partano iniziative per fomentare le guerre; ma è ancora più indubbio che le guerre le vogliono, le combattono e le moltiplicano proprio coloro che si scontrano spesso in maniera fratricida per interessi ancora più sporchi di quelli dei venditori di armi. Costoro non sono le vittime, come suggerisce falsamente Bergoglio, ma sono gli attori principali delle guerre che si combattono da decenni nel mondo, e senza tali attori non ci sarebbero gli approfittatori pronti a lucrare sciacallescamente sulle loro disgrazie.
Allora, cosa dovrebbero dire “chiaramente, in faccia, senza paura” i giovani qui interpellati da Bergoglio? Per essere veramente onesti, per essere veramente giovani, come sollecita Bergoglio, dovrebbero dire che le armi non devono essere sciacallescamente vendute e che un papa non dovrebbe raccontare delle corbellerie in una udienza ufficiale.
Dopo lo studente, è stata la volta di una insegnante, che ha esordito presentando a Bergoglio un tema a lui caro, a riprova che le domande sono state preparate per compiacere Bergoglio.
«Viviamo infatti in una società multietnica e multiculturale, proiettata verso il futuro e che offre costantemente possibilità di incontro e confronto con persone, strumenti e metodi educativi diversi» … «Oggi vorremmo quindi chiederLe come possiamo trasmettere al meglio ai nostri studenti i valori radicati nella cultura cristiana e al tempo stesso come possiamo conciliarli con l’esigenza sempre più ineludibile di educare al confronto e all’incontro con le altre culture».
Bergoglio va in brodo di giuggiole.
«“Come possiamo trasmettere al meglio ai nostri studenti i valori radicati nella cultura cristiana?”» … «La parola chiave qui è radicati. E per avere delle radici, ci vogliono due cose: consistenza, cioè terra – un albero ha delle radici perché ha terra – e memoria.» … «La gioventù non può andare avanti se non è radicata. I valori sono radici, ma con questo tu devi crescere» … «Per questo consiglio tanto di parlare con i vecchi: … dobbiamo parlare con i vecchi, perché loro sono la memoria del popolo, della famiglia, della storia» … «…i vecchi facevano vivere loro i valori della loro storia, della loro personalità, valori che sono promessa per andare avanti. Per questo sono importanti i valori radicati – uso la tua parola: è tanto importante.»
E qui, Bergoglio, saltimbanco, ha subito scordato la storiella delle “risposte preconfezionate” ammannita prima. Ma lui è fatto così, non si cura delle contraddizioni. Cosa sono infatti i discorsi dei vecchi, che rappresentano “la memoria del popolo, della famiglia, della storia”, se non il modo per trasmettere delle risposte preconfezionate: dall’esperienza, dalla storia e dagli insegnamenti a sua volta ricevuti e anch’essi preconfezionati?
Non v’è dubbio che il passato, con i suoi insegnamenti e i suoi valori, rappresenta la base per costruire il futuro, ma allora è ancora più importante buttare al macero i moderni discorsi psicanalitici che istigano i giovani a vivere nel dubbio e nella ricerca continua rifiutando le “risposte preconfezionate”: con gli incredibili “perché” supposti edificanti da Bergoglio.
E posta l’insanabile contraddizione, Bergoglio affronta la questione a lui cara del “dialogo”, affermando una cosa che secondo lui sarebbe indispensabile per il “dialogo”, ma senza spiegare la necessità del dialogo stesso e dandolo invece come una cosa scontata.
«Noi non possiamo fare una cultura del dialogo se non abbiamo identità» … «Io con la mia identità dialogo con te che hai la tua identità, e ambedue andiamo avanti» … «Noi non siamo funghi, nati soli: siamo gente nata in famiglia, in un popolo e tante volte questa cultura liquida ci fa dimenticare l’appartenenza a un popolo» … «Non si può avere identità senza appartenenza. Se io voglio sapere chi sono io, devo farmi la domanda: “A chi appartengo?”».
La verità è che non è vero, come dice Bergoglio, che «Io …
Marziale
Capisco che il video serva a suffragare lo scritto ma io X non lo riesco a guardare in faccia né ascoltare il sibilo delle sue parole: nemmeno per mezzo secondo.
Francesco I
Le do pienamente ragione, ma sono stato accusato, da un altro utente, di citare frasi di Bergoglio che "magari sono state fraintese, o manipolate" oppure che ho riferito "una sola frase al di fuori di un contesto più ampio" e così , in questo caso ho deciso di riportare una parte di una registrazione insopportabilmente più lunga di un discorso di Bergoglio.
Buona serata.
ricgiu
✍️ Bergoglio casca male in Italia a parlare degli immigranti come portatori di civiltà.
I muri sono stati edificati per proteggere i valori del proprio popolo. Chi non ha nulla da perdere non ha bisogno dei muri.
L'indifferenza è anche non rispondere alle domande quando vertono sulla sua competenza.
"........avviare processi......"le stesse parole del massone Monti
pecorellesmarrite
😡