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Comunione agli adulteri: Francesco crede ancora che il peccato sia "amore"

La Congregazione per la Dottrina della Fede ha risposto il 2 ottobre ai dieci Dubia sulla Comunione agli adulteri, Dubia inviati a luglio dal cardinale Duka (Praga) a nome dei vescovi cechi.

Il 2 ottobre è arrivata la notizia che i cinque cardinali avevano pubblicato i cinque Dubia riguardanti l'ex Sinodo. La risposta di Tucho a Duka è stata sottoscritta anche da Francesco.

La questione principale riguarda l'ammissione degli adulteri alla Comunione di Novus Ordo. Tucho risponde che ciascuno dovrebbe esaminare la propria "coscienza" e valutare se è o meno nelle condizioni di ricevere la Comunione. L'autovalutazione equivale a un'autogiustificazione.

Tucho afferma, contrariamente al vero, che il controverso «Amoris laetitia» di Francesco si basa sul Magisterium di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II (sic), il quale aveva detto che gli adulteri possono ricevere la Comunione solo se non hanno fornicato.

Secondo Tucho, Francesco crede che ci siano "difficoltà" nella pratica dell'astinenza e pertanto "permette in alcuni casi" [quali?] e "dopo un adeguato discernimento" [che giustifichi il peccato] di ricevere l'assoluzione in confessione, rinunciando alla fornicazione.

L'«Amoris laetitia» "permette" di ricevere l'assoluzione e di partecipare alla Eucarestia "quando, in un caso particolare [ogni caso è per definizione 'particolare'] ci siano limitazioni che attenuino responsabilità e colpa", pontifica Tucho.

Questo è il caso, prosegue Tucho, della fornicazione con un partner illegittimo percepita dalla "coscienza" dell' adultero come "vera espressione d'amore."

Foto: Victor Fernandez, Dominik Duka © wikicommons CC BY-SA, #newsAsoaviatew

giandreoli
Profondamente amareggiato dalle parole di papa Bergoglio, ripropongo un post che avevo inviato parecchio tempo fa, in occasione della pubblicazione del Documento firmato da tutti i Vescovi dell’Emilia Romagna in data 31.01.2018.
Leggo nel Decalogo di “ non desiderare la donna d’altri”, e nel Vangelo di san Giovanni che Gesù ha detto alla donna adultera: “Neppure io ti condanno. Va’ e non peccare piùAltro
Profondamente amareggiato dalle parole di papa Bergoglio, ripropongo un post che avevo inviato parecchio tempo fa, in occasione della pubblicazione del Documento firmato da tutti i Vescovi dell’Emilia Romagna in data 31.01.2018.
Leggo nel Decalogo di “ non desiderare la donna d’altri”, e nel Vangelo di san Giovanni che Gesù ha detto alla donna adultera: “Neppure io ti condanno. Va’ e non peccare più”. (Gv 8,11).
Leggo invece nel Documento che, pur suggerendo ai divorziati risposati o conviventi di astenersi dagli atti coniugali, tuttavia, “questa scelta non è considerata l'unica possibile, in quanto la nuova unione e quindi anche il bene dei figli potrebbero essere messi a rischio in mancanza degli atti coniugali.” (n. 9). Possono dunque continuare a convivere praticando gli atti coniugali ed accostarsi ugualmente all’Eucaristia, sia “per la propria santificazione” come “per assicurare l’educazione cristiana dei figli”. E’ una prassi apertamente contraria non solo al Decalogo, al Vangelo, e al Magistero della Chiesa, ma anche alla stessa logica! Spiego.
1) là dove Gesù raccomanda all’adultera: “va’ e d’ora in poi non farlo più”, i Vescovi dicono: “puoi farlo ancora”!
2) chiamandoli “atti coniugali”, riconoscono che sono “atti propri dei coniugi”, perciò, quando sono praticati da divorziati risposati civilmente, rimangono “atti adulterini”
3) l’Eucaristia è “sacramento dei vivi”: il “farmaco” appropriato per guarire dai peccati veniali e santificare coloro che sono e vivono nella comunione di grazia con Gesù
4) il sacramento istituito da Gesù per rinascere dalla morte (peccato mortale) alla vita nella grazia con Lui è il “sacramento dei morti” cioè la Confessione, che, a sua volta, per essere vera ed efficace, deve comprendere: un attento esame di coscienza - il dolore per il peccato compiuto - la sua accusa al Signore nella persona del Sacerdote - la volontà di non più commetterlo e di evitarne le occasioni - la riparazione al male compiuto.
Che dire? La prassi della comunione ai divorziati risposati che non si astengono dagli atti coniugali non solo contraddice apertamente il Decalogo, il Vangelo, il Magistero della Chiesa già espresso da Papa san Giovanni Paolo II (Familiaris Consortio) e da Papa Benedetto XVI, ma anche oscura le loro coscienze di cristiani, li conserva nella loro condizione extraconiugale, li allontana dal sacramento della Riconciliazione, li illude di poter educare i figli alla fede e alla castità testimoniando la loro incoerenza nella fedeltà a Cristo, ed infine compromette la stessa credibilità del Magistero della Chiesa (compreso quello bergogliano).
Ci salvi la Vergine Maria, Madre della Chiesa!
Franco Toscano
Amore è un atto della volontà con cui si vuole il bene proprio e dell'altro, quindi anche se uno prova un sentimento di "amore" verso chi non dovrebbe e lo segue, non ama né se stesso né l'altro.
lamprotes
Facciamo chiarezza: un omosessuale praticante cercherà SEMPRE di giustificare i suoi atti semplicemente perché non vuole staccarsi da essi. Per lui il sesso è amore, punto e fine, anche se fosse fatto dietro ad una siepe con uno sconosciuto.
Molto clero ha QUESTA mentalità e da questo tipo di clero non possiamo chiedere la dottrina tradizionale, anche per quanto riguarda i divorziati risposati. …Altro
Facciamo chiarezza: un omosessuale praticante cercherà SEMPRE di giustificare i suoi atti semplicemente perché non vuole staccarsi da essi. Per lui il sesso è amore, punto e fine, anche se fosse fatto dietro ad una siepe con uno sconosciuto.
Molto clero ha QUESTA mentalità e da questo tipo di clero non possiamo chiedere la dottrina tradizionale, anche per quanto riguarda i divorziati risposati. Poi, vedendo Tucho con quel sorrisino (che fanno gli ebeti, mi si permetta) ho forte tentazione di metterlo nella categoria di cui sopra per cui: che fai? Vai a chiedere, al "diavolo" di comportarsi da angelo del cielo? Certi arcivescovi che compulsano ancora il Vaticano sono degli ingenui patentati! Non si rendono conto in che mani è oggi finita la Curia romana??