Ma è proprio vero (come dicono i modernisti) che i primi cristiani ricevevano la Comunione in mano?

Ormai è frequentissimo vedere fedeli che vanno a comunicarsi prendendo l’Eucaristia in mano. Chi è favorevole, dice che Gesù nel Cenacolo diede la prima Eucaristia nelle mani degli Apostoli. E inoltre che nei primi tempi della Chiesa non vi sarebbe stata l’usanza di ricevere l’Eucaristia direttamente in bocca. Ma è proprio così?

Prima di tutto facciamo parlare papa Giovanni Paolo II che nell’Ecclesia de Eucharistia scrive al n.61:“Dobbiamo badare con ogni premura a non attenuare alcuna dimensione o esigenza dell’Eucaristia. Così ci dimostriamo veramente consapevoli della grandezza di questo dono. (…) Non c’è pericolo di esagerare nella cura di questo Mistero!”

Fatta questa autorevole premessa, veniamo al dunque.

A proposito del fatto che Gesù nell’Ultima Cena non diede agli Apostoli l’Eucaristia direttamente in bocca ma in mano, va detto che ciò non è affatto scontato. Anzi, è possibile supporre che Gesù abbia dato il pane direttamente in bocca a ciascun apostolo. In Medio Oriente, al tempo di Gesù vi era un’usanza che perdura tuttora: il capofamiglia nutre i suoi ospiti con la propria mano, mettendo un pezzo simbolico di cibo nella bocca degli ospiti. Ma, ammesso e non concesso che sia andata davvero così, cioè che Gesù abbia dato l’Eucaristia nelle mani degli apostoli, va fatta una precisazione importante: in quel momento gli Apostoli già erano stati ordinati sacerdoti, addirittura sacerdoti in pienezza, quindi vescovi.

Per quanto invece riguarda il secondo argomento e cioè che i primi cristiani ricevessero la Comunione in mano vanno fatte due premesse.

Prima premessa

Non è detto che ciò che vi era nell’antichità è sempre migliore di ciò che si è approfondito e si è istituzionalizzato in seguito. Liturgicamente, come è sbagliato il progressismo, per cui ciò che viene dopo sarebbe sempre migliore di ciò che è venuto prima, è altrettanto sbagliato l’archeologismo, ovvero ciò che è venuto prima sarebbe sempre migliore di ciò che viene dopo.

Seconda premessa

Nei primi secoli del Cristianesimo si facevano forti penitenze per l’Eucaristia, per esempio ci si asteneva da qualsiasi cibo e bevanda dalla vigilia fino al momento della Comunione. Ora, se valesse il principio archeologista, bisognerebbe chiedere a tanti sostenitori della Comunione nella mano: perché non recuperate anche le rigide penitenze dei primi secoli? Se è giusto riprendere ciò che vi era all’inizio, allora si riprendano anche le dure penitenze dell’inizio. E’ da prevedere che molti si tirerebbero indietro.

Veniamo ai fatti

Davvero nei primi tempi della Chiesa l’Eucaristia si riceveva nella mano? No, si tratta di un falso.

Ci sono testimonianze certe che attestano come sin dall’inizio era diffusa la consuetudine di deporre le sacre Specie sulle labbra dei comunicandi e anche della proibizione ai laici di toccare l’Eucaristia con le mani. Solo in caso di necessità e in tempo di persecuzione, assicura per esempio san Basilio, si poteva derogare da questa norma e quindi era concesso anche ai laici di comunicarsi con le proprie mani.

Papa Sisto I fu papa dal 115 al 125. Questi proibì ai laici di toccare i vasi sacri, per cui è ampiamente fondato supporre che vietasse agli stessi di toccare le Sacre Specie eucaristiche.

Sant’Eutichiano, papa dal 275 al 283, affinché non toccassero l’Eucaristia con le mani, proibì ai laici di portare le sacre Specie agli ammalati.

Il Concilio di Saragozza, nel 380, emanò la scomunica contro coloro che si fossero permessi di trattare la santissima Eucaristia come in tempo di persecuzione, tempo nel quale –come abbiamo già detto- anche i laici potevano trovarsi nella necessità di toccarla con le proprie mani.

Sant’Innocenzo I, dal 404, impose il rito della Comunione solo sulla lingua.

Papa Sant’Innocenzo I (401-417), nel 416, nella Lettera a Decenzio, Vescovo di Gubbio, che gli chiedeva direttive riguardo alla liturgia romana che intendeva adottare, rispose affermando per tutti l’obbligo di rispettare al riguardo la Tradizione della Chiesa di Roma, perché essa discende dallo stesso Pietro, primo Papa. Ebbene, lo stesso Sant’Innocenzo –come abbiamo detto prima- dal 404 aveva imposto il rito della Comunione solo sulla lingua.

San Gregorio Magno narra che sant’Agapito, papa dal 535 al 536, durante i pochi mesi del suo pontificato, recatosi a Costantinopoli, guarì un sordomuto all’atto in cui “gli metteva in bocca il Corpo del Signore”, dunque l’Eucaristia si dava direttamente in bocca.

Il Concilio di Rouen, verso il 650, proibì al ministro dell’Eucaristia di deporre le sacre Specie sulla mano del comunicando laico: “(Il sacerdote) badi a comunicarli (i fedeli) di propria mano, non ponga l’Eucaristia in mano a nessun laico o donna, ma la deponga solo sulle labbra con queste parole…” ‘.

Sulla medesima linea il Concilio Costantinopolitano III (680-681), sotto i pontefici Agatone e Leone II, vietò ai fedeli di comunicarsi con le proprie mani e minacciò la scomunica a chi avesse avuto la temerarietà di farlo.

Il Sinodo di Cordoba dell’anno 839 condannò la setta dei “casiani” a causa del loro rifiuto di ricevere la sacra Comunione direttamente in bocca.

In Occidente, il gesto di prostrarsi e inginocchiarsi prima di ricevere il Corpo del Signore si osservava negli ambienti monastici già a partire dal VI secolo (per esempio nei monasteri di san Colombano) Più tardi nei secoli X e XI questo gesto si diffuse ancora di più.

Quando san Tommaso d’Aquino espose nella Summa (III, 9, 82) i motivi che vietavano ai laici di toccare le sacre Specie, non parlò di un rito di recente invenzione, bensì di consuetudine liturgica antica come la Chiesa.

Ecco perché il Concilio di Trento (Decreto sull’Eucaristia, Sessione III) poté affermare che non solo nella Chiesa di Dio fu una consuetudine costante che i laici ricevessero la Comunione dai sacerdoti, mentre i sacerdoti si comunicassero da sé, ma anche che tale consuetudine è di origine apostolica: “Nell’assunzione di questo Sacramento (l’Eucaristia) fu sempre costume nella Chiesa di Dio che i laici ricevessero la comunione dai Sacerdoti e i Sacerdoti celebranti invece comunicassero se stessi, costume che con ogni ragione deve ritenersi come proveniente dalla Tradizione apostolica.”

Abbiamo iniziato con papa Giovanni Paolo II, concludiamo con lui. Sempre nella Ecclesia de Eucharistia, al n.49, scrive: “Sull’onda dell’elevato senso del mistero si comprende come la fede della Chiesa nel mistero eucaristico si sia espressa nella storia non solo attraverso l’istanza di un interiore atteggiamento di devozione, ma anche attraverso una serie di espressioni esterne.”

Fonte:

itresentieri.it/…munione-direttamente-in-bocca/

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UNA GLOSSA (IMPORTANTE) ALL'ARTICOLO

Le opportune note storiche passate in rassegna illustrano come la ricezione della Santa Comunione direttamente sulla lingua sia una pratica radicata nella Tradizione apostolica che anche i primi cristiani, quelli delle prime generazioni, non hanno trascurato di seguire.

Allo stesso tempo ci offrono un interessante ed importante parallelo storico che, in questo singolare momento, ci sembra particolarmente illuminante per dirimere un'accesa questione che si è aperta tra diverse persone di fede.

Ci si chiede se davanti all'imposizione del sacerdote (che si appella alle recenti norme delle Conferenze episcopali) di dare la comunione esclusivamente in mano sia lecito o meno al fedele dovutamente disposto ricevere la Santa Comunione in mano e se ricevendoLa si commetta un sacrilegio e quindi un peccato mortale.

Il confronto con quanto avveniva nei primi secoli, per l'appunto, ci dà la garanzia che casi di rara e vera necessità possono rendere legittima la ricezione della SS. Comunione anche in mano quando non sia possibile ai fedeli, dopo tutti i tentativi fatti, di trovare un sacerdote che la dia esclusivamente sulla lingua.

A questo punto mi sembra molto importante affermare categoricamente una cosa, per sollevare dallo scrupolo non poche anime fedeli che da un lato sentono l'esigenza vitale di accostarsi al Corpo e Sangue di Cristo e dall'altro percepiscono un sacro timore di contravvenire alla prassi tradizionale di ricevere la Santa Eucaristia in bocca.

Chi in coscienza senta opportuno astenersi dalla Santa Comunione sacramentale e fare solo quella spirituale sia libero di comportarsi in questo modo ma stia bene attento ad estendere questo imperativo di coscienza a tutti indistintamente, facendo credere che commette sacrilegio il fedele che non voglia precludersi la possibilità di comunicarsi sacramentalmente.

Sarebbe temerario e finanche blasfemo pensare e affermare che per circa due secoli quei santi e quelle sante cristiane abbiano commesso sacrilegio solo perché in quei tempi di cruda persecuzione era concesso ricevere il Signore eucaristico anche sulle proprie mani.

Suggerisco però ai fedeli di servirsi di questa estrema e ultima possibilità solo dopo aver visto fallire tutti gli altri tentativi che lo zelo e la prudenza suggeriscono per evitare la ricezione della Santa Eucaristia in mano.

Si cerchi con zelo un sacerdote che dia la Comunione in bocca o, se non lo si trovi, si manifesti prima della santa Messa al sacerdote celebrante l'intenzione di ricevere la Comunione su un piccolo panno di lino anziché direttamente in mano; se il sacerdote si rifiutasse... allora, come estrema ratio, faccia serenamente la Comunione anche se dovrà riceverLa sulla mano ma presti la massima attenzione a che eventuali frammenti della Sacra Ostia non vadano dispersi.
jack67
si ..forse in alcuni casi e per un certo periodo accadde, nell'antichità... ma la mi ariflessione è questa ...ma se i modernisti auspicano un "ritorno" alle origini, allora perchè non ci si divide in Chiesa..uomini e donne... le donne tutte velate...la Messa Vetus Ordo..lo facevano gli antichi.... o no ?
Marziale
Sembra di esser tornati ai tempi dei Maccabei e dello scriba Eleazaro dove un crudele voleva obbligar loro di mangiare carne di maiale . Essendo questo proibito dalla Legge tutti quanti rifiutarono di mangiarla e furono per questo torturati fino alla morte . Ad Eleazaro fu persino suggerito un sotterfugio per evitare la tortura ma egli piuttosto che trasgredire la Legge rifiutò ed affrontò la morte. …Altro
Sembra di esser tornati ai tempi dei Maccabei e dello scriba Eleazaro dove un crudele voleva obbligar loro di mangiare carne di maiale . Essendo questo proibito dalla Legge tutti quanti rifiutarono di mangiarla e furono per questo torturati fino alla morte . Ad Eleazaro fu persino suggerito un sotterfugio per evitare la tortura ma egli piuttosto che trasgredire la Legge rifiutò ed affrontò la morte.
Oggi è la gerarchia ecclesiastica il crudele, il persecutore che perseguita i fedeli obbligandoli a cambiare per modernizzarsi.
Niente e nessuno e per qualsivoglia motivo può autorizzare un laico a toccare la Santissima Eucaristia, nemmeno usando sotterfugi: i Frammenti inevitabilmente ed assolutamente verrano calpestati e dispersi.
Chi non ha ricevuto l'Ordine sacro non ha ricevuto nemmeno l'Unzione delle mani ed il divieto divino "Noli Me tangere!"rimane imperituro, totale ed assoluto: anche se indossiamo dei guanti di ferro.
Andiamo a Messa per adorare Dio e non per compiere sacrilegio sul Suo Corpo.
Se noi tocchiamo Dio allora i Maccabei ed Eleazaro facevano bene a toccare e mangiare la carne proibita.
Io non toccherò Dio con le mie mani nemmeno sotto tortura e non userò qualsivoglia sotterfugio per riceverLo: o inginocchiato e sulla lingua dalle sole mani del Sacerdote oppure nulla.
Quei santi furono uccisi per della banale carne di maiale ed un vero cristiano può benissimo non toccare per qualche Domenica il Santissimo Corpo e Sangue di NSGC. Se loro non toccarono la carne di maiale , io non toccherò mai e poi mai la Carne di Dio.
Se qualche laico tocca la Carne di Dio significa che per lui è solamente carne di maiale.
Un sacrilegio rimane sempre un sacrilegio, anche se camuffato.
Marziale
Dell Immacolata Corredentrice
Ave Maria, il paragone non mi pare opportuno in quanto una cosa era contravvenire alla Legge, altra è fare cosa consentita dalla legge della Chiesa la quale può disporre solo il Bene, anche se potrebbe esserci un Bene maggiore per cosi dire, ma mai potrà disporre una cosa sacrilega.
signummagnum
Esatto il paragone non regge. Sbagliate nel parlare di sacrilegio. Mostratemi un solo documento della Chiesa o un solo santo che dica questo. Non c'è. Quindi capisco il momento delicato ma non arrivate all'estremo opposto rispetto a quello in cui cadono i modernisti. Apprezzo la scelta di chi preferisce la sola Comunione spirituale. Ma biasimo chi generalizza la propria situazione di coscienza e …Altro
Esatto il paragone non regge. Sbagliate nel parlare di sacrilegio. Mostratemi un solo documento della Chiesa o un solo santo che dica questo. Non c'è. Quindi capisco il momento delicato ma non arrivate all'estremo opposto rispetto a quello in cui cadono i modernisti. Apprezzo la scelta di chi preferisce la sola Comunione spirituale. Ma biasimo chi generalizza la propria situazione di coscienza e pretende indistintamente per tutti appellandosi ad un peccato di sacrilegio che non esiste, almeno nelle circostanze in cui si riceverebbe la Comunione in mano in questo particolare momento. Si badi bene, chi dice queste cose non ha mai ricevuto la Comunione in mano da quando ha avuto la grazia della conversione.
Marziale
CCC 2120." Il sacrilegio consiste nel profanare o nel trattare indegnamente i sacramenti e le altre azioni liturgiche, come pure le persone, gli oggetti e i luoghi consacrati a Dio. Il sacrilegio è un peccato grave soprattutto quando è commesso contro l'Eucaristia, poiché, in questo sacramento, è reso presente sostanzialmente il Corpo stesso di Cristo."
Se un laico tocca con mani, piedi, gomiti …Altro
CCC 2120." Il sacrilegio consiste nel profanare o nel trattare indegnamente i sacramenti e le altre azioni liturgiche, come pure le persone, gli oggetti e i luoghi consacrati a Dio. Il sacrilegio è un peccato grave soprattutto quando è commesso contro l'Eucaristia, poiché, in questo sacramento, è reso presente sostanzialmente il Corpo stesso di Cristo."
Se un laico tocca con mani, piedi, gomiti o qualsivoglia altra parte del corpo che non sia la sola lingua la Santissima Eucaristia, allora la tratta indegnamente e compie su di Essa sacrilegio.
Che si debba spiegare questa semplice e banale verità usando parole la dice lunga su tante cose.
E che la Chiesa gerarchica di questi ultimi 60 anni non "abbia mai disposto cose sacrileghe" ma abbia pensato solo Bene del gregge è una barzelletta.
Oggi siamo arrivati al punto che la chiesa (minuscolo) benedice unioni omosessuali.
Fate quello che volete, Dio ha dato a tutti il libero arbitrio:anche quello di oltraggiarLo e di offenderLo.
Marziale
Stefania17
Prego tanto che la Comunione sulla mano non venga imposta anche qui dove vivo. Se dovesse avvenire la prenderò, dopo profonda genuflessione, con tutti gli accorgimenti proposti e col cuore spezzato, perché mai vorrei opporre un rifiuto a Nostro Signore Gesù che continua ad offrirsi per la nostra salvezza eterna.
Dell Immacolata Corredentrice
Purifichiamolo a casa per non conservare frammenti
Roby_73
Roby_73
Cultura e giusto/santo discernimento. Bravo frà Pietro!
alda luisa corsini
A casa di mio marito come in tutte le famiglie ebraiche il venerdì sera durante la Berakah il capofamiglia spezza il pane e prepara tanti piccoli pezzetti che intinge nel sale prima di lasciarlo davanti al commensale che lo prende con le mani e lo introduce direttamente nella bocca; poi versa il vino kosher nel calice d'argento che viene fatto girare e in cui bevono tutti in successione, prima i …Altro
A casa di mio marito come in tutte le famiglie ebraiche il venerdì sera durante la Berakah il capofamiglia spezza il pane e prepara tanti piccoli pezzetti che intinge nel sale prima di lasciarlo davanti al commensale che lo prende con le mani e lo introduce direttamente nella bocca; poi versa il vino kosher nel calice d'argento che viene fatto girare e in cui bevono tutti in successione, prima i maschi e poi le femmine a cominciare dal più grande. Praticamente è l'ultima cena di Pesach di nostro Signore Gesù. Sono molto attenti a non tralasciare nulla e ad osservare correttamente il più piccolo gesto per non incorrere nell'ira divina.