Bergoglio: "Come benedire le unioni sodomitiche"!

Documento vaticano. Coppie “di fatto” e dello stesso sesso, sì alla benedizione

Luciano Moia lunedì 18 dicembre 2023

Con “Fiducia supplicans” del Dicastero per la Dottrina della Fede, approvata dal Papa, possibile benedire coppie formate da persone dello stesso sesso ma al di fuori di qualsiasi ritualizzazione

Sul tema delle benedizione per le coppie irregolari o dello stesso sesso «non si debbono aspettare altre risposte su eventuali modalità per normare dettagli o aspetti pratici». La Dichiarazione firmata oggi dal cardinale Fernandez va intesa insomma come la parola finale sulla questione e va considerata come sufficiente «per orientare il prudente e paterno discernimento dei ministri ordinati a tal proposito». Una sottolineatura importante, quella indicata nel documento del Dicastero per la dottrina della fede. Quanto espresso in questo testo dev’essere considerato sufficiente, sia dal punto sostanziale, sia da quello formale. E qui le coordinate sono esplicite: nessuna forma rituale propria della liturgia, ma preghiere spontanee con benedizioni impartite in contesti “non ufficiali”, come durante un pellegrinaggio, una visita ad un santuario, un incontro con un sacerdote, cogliendo il meglio «dalle viscere della pietà popolare» che sa individuare le strade più opportune per «invocare lo Spirito Santo».

Non si tratta di una “semplice ripetizione” di quanto già detto all’inizio di ottobre, prima dell’avvio del Sinodo. La Dichiarazione sul senso pastorale delle benedizioni per le coppie irregolari e dello stesso sesso,

il nuovo documento reso noto dal Dicastero per la dottrina della fede, è «un contributo specifico e innovativo» sul tema «che permette di ampliarne e arricchirne la comprensione classica».

Dietro al nuovo testo c’è insomma una «riflessione teologica basata sulla visione pastorale di papa Francesco» che «implica un vero e proprio sviluppo rispetto a quanto è stato detto sulle benedizioni nel Magistero e nei testi ufficiali della Chiesa». È sulla parola “sviluppo” che dobbiamo soffermarci per comprendere il senso delle nove pagine firmate dal prefetto del Dicastero, il cardinale Victor Manuel Fernandez, e «approvate con la sua firma» dal Papa.

Uno “sviluppo” che ci fa comprendere, più sul piano pastorale che su quello dottrinale, che è possibile benedire le coppie in situazioni irregolare e le coppie dello stesso sesso «senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio».

Una contraddizione? Tutt’altro. Dietro questo ragionamento c’è un percorso coerente avviato da papa Francesco già nei due Sinodi sulla famiglia e poi nell’Esortazione Amoris laetitia: «Nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo. Non mi riferisco solo ai divorziati che vivono una nuova unione, ma a tutti, in qualunque situazione si trovino» (AL 297).
Quindi, se l’obiettivo è quello di “integrare tutti”, di aiutare ciascuno «a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale», è evidente che – come si legge nel nuovo documento – vanno accolti tutti coloro che adorano «il Signore con tanti gesti di profonda fiducia nella sua misericordia e che con questo atteggiamento viene costantemente a chiedere alla madre Chiesa una benedizione».

Un punto fermo che dovrebbe apparire esplicito alla luce del magistero di papa Francesco e, soprattutto, ai principi del Vangelo ma che, ammette il cardinale Fernandez, «ha suscitato non poche e diverse reazioni» quando è stato sintetizzato nel precedente Responsum ad dubium. «Alcuni hanno accolto con plauso la chiarezza di questo documento e la sua coerenza con il costante insegnamento della Chiesa», ma altri non hanno condiviso o non l’hanno ritenuto sufficientemente chiara. Da qui la necessità di una “seconda puntata” per entrare meglio nel dettaglio della questione e illustrare con più ampiezza il pensiero del Papa.

Proprio per evitare fraintendimenti il testo mette subito in chiaro che l’obiettivo non è quello di far confusione tra il matrimonio tra uomo e donna e altri tipi di unione. Il matrimonio è un sacramento che prevede un’unione «esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperte a generare figli». E su questo punto la dottrina resta ferma.

Altra cosa è la benedizione, considerata «tra i sacramentali più diffusi» – non sacramenti – gesti cioè che ci conducono «a cogliere la presenza di Dio in tutte le vicende della vita» e hanno per destinatari «persone, oggetti di culto e di devozione, immagini sacre, luoghi di vita, di lavoro e di sofferenza, frutti della terra e della fatica umana, e tutte le realtà create che rimandano al Creatore le quali, con la loro bellezza, lo lodano e lo benedicono».

A questo punto la grande domanda. L’amore di una coppia irregolare o dello stesso sesso rimanda al Creatore? Può diventare inno di lode e di benedizione? Finora la risposta della Chiesa è sempre stata negativa, perché – ribadisce il documento - ha da sempre «considerato moralmente leciti soltanto quei rapporti sessuali che sono vissuti all’interno del matrimoni».

Il discorso si sarebbe potuto chiudere qui se l’insegnamento di papa Francesco, ripreso nella Dichiarazione del cardinale Fernandez, non ampliasse il senso della benedizione, sollecitando quello sviluppo innovativo che riflette l’impegno di una Chiesa davvero in uscita, attenta a cogliere e a sostenere la fatica di tutte le periferie esistenziali.

Quindi una benedizione subordinata a «troppi prerequisiti di carattere morale» – come quelli previsti per un sacramento – finirebbe per porre in ombra «la forza incondizionata dell’amore di Dio», quando proprio papa Francesco «ci ha esortato a “non perdere la carità pastorale che deve attraversare tutte le nostre decisioni e atteggiamenti” ed evitare di “essere giudici che solo negano, respingono, escludono”».

Ecco allora la necessità – come appunto fa la Dichiarazione – di ripercorrere le benedizioni secondo la voce della Scrittura per andare a cogliere quelle numerose ed esplicite tracce di misericordia divina che ci fanno riconoscere il gesto di benedire come «dono sovrabbondante e incondizionato». E questo, secondo la ricognizione sintetizzata nel documento, è vero sia nell’Antico sia nel Nuovo Testamento dove la benedizione non è soltanto ascendente «in riferimento al Padre», ma anche discendente «riversata sugli altri come gesto di grazia, protezione e bontà». Ecco perché la benedizione dev’essere intesa anche come messaggio di «inclusione, solidarietà e pacificazione», ma anche di «conforto, custodia e incoraggiamento che esprime l’abbraccio misericordioso di Dio e la maternità della Chiesa e che invita il fedele ad avere gli stessi sentimenti di Dio verso i propri fratelli e sorelle».

Nessuno escluso. Opportuno ribadirlo.

Ecco perché papa Francesco sollecita a comprendere il senso della benedizione come «risorsa pastorale da valorizzare» piuttosto che come rischio e problema anche per le coppie irregolari e per quelle dello stesso sesso. L’importante è, appunto, evitare confusioni con il sacramento del matrimonio.
Ecco perché papa Francesco sollecita a comprendere il valore della benedizione come “risorsa pastorale da valorizzare” piuttosto che come rischio e problema anche per le coppie irregolari e per quelle dello stesso sesso.
L’importante è, appunto, evitare confusioni con il sacramento del matrimonio. Opportuna quindi una benedizione non ritualizzata per evitare di confonderla con un atto liturgico o semi-liturgico, che «priverebbe i ministri della libertà e della spontaneità nell’accompagnamento pastorale della vita delle persone». Per questa ragione non si deve promuovere né prevedere «un rituale per le benedizioni di coppie in una situazione irregolare, ma non si deve neppure impedire o proibire la vicinanza della Chiesa ad ogni situazione in cui si chieda l’aiuto di Dio attraverso una semplice benedizione».

Cosa chiedere quindi nella breve preghiera che precede la benedizione? «La pace, la salute, uno spirito di pazienza, dialogo e aiuto vicendevole, ma anche la luce e la forza di Dio per poter compiere pienamente la sua volontà».
E se, sempre con il proposito di evitare confusioni, vanno evitati «abiti, gesti e parole propri di un matrimonio», non bisogna mai dimenticare che «ricevere una benedizione può essere il bene possibile in alcune situazioni» e che «ogni fratello e ogni sorella potranno sentirsi nella Chiesa sempre pellegrini, sempre mendicanti, sempre amati e, malgrado tutto, sempre benedetti».

Fonte: Documento vaticano. Coppie “di fatto” e dello stesso sesso, sì alla benedizione
Francesco I
@padrepasquale
Ritiene ancora che il signor Bergoglio sia un cattolico?
padrepasquale
Mistificazione della verità
Francesco I
@padrepasquale
Ecco il parere di un vero sacerdote:
In base a quale criterio Pio X ha fatto l’elenco dei 4 peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio
Quesito
Gentilissimo p. Angelo
secondo il catechismo di san Pio X sono 4 i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio:
1 commettere omicidio volontario,
2 l’atto impuro contro natura
3 oppressione dei poveri
4 defraudare l’operaio della …
Altro
@padrepasquale
Ecco il parere di un vero sacerdote:
In base a quale criterio Pio X ha fatto l’elenco dei 4 peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio

Quesito

Gentilissimo p. Angelo
secondo il catechismo di san Pio X sono 4 i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio:
1 commettere omicidio volontario,
2 l’atto impuro contro natura
3 oppressione dei poveri
4 defraudare l’operaio della giusta mercede
.
In base a quale criterio Pio X ha fatto questo elenco?
a mio avviso il più grave atto è l'idolatria: e difatti i primi tre comandamenti lo attestano. Inoltre Gesù ha detto che tutti i peccati saranno perdonati, soltanto il peccato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato né in questa vita né nell’altra: ossia l’ostinazione nel peccato e l’incapacità di aprirsi alla grazia dello Spirito.
Capisco la gravità dei peccati elencati, ma addirittura che gridino vendetta…..mi sembra una dicitura poco pastorale, e che non tiene conto della misericordia di Dio.
Alla luce di quanto le ho detto, quello sancito da Pio X nel suo catechismo mi pare un" ordine" di peccati quantomeno arbitrario.
Inoltre le volevo chiedere se tali peccati si trovano anche elencati nel nuovo catechismo, quello del 1992, sempre sotto la stessa dicitura, oppure sono stati eliminati non come peccati – ovviamente – ma come peccati che gridano vendetta verso Dio.
Grazie della risposta che vorrà fornirmi, le chiedo di ricordarsi nella messa di un povero peccatore di nome Gianfranco.
La saluto cordialmente
Gianfranco

Risposta del sacerdote


Caro Gianfranco,
1. la dicitura è tratta dalla Sacra Scrittura che usa questo linguaggio di “gridare verso il cielo” proprio per i quattro peccati menzionati.
Quindi San Pio X ha ripreso pari pari quanto afferma la Sacra Scrittura in vari passi e l’ha messo in colonna.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica tralascia il gridare vendetta e si limita a dire che questi peccati gridano verso il cielo (CCC 1867).

2. Secondo la Sacra Scrittura gridano verso il cielo l’omicidio volontario, il peccato impuro contro natura, l’oppressione dei poveri, la frode della mercede agli operai.

3. Si afferma che gridano verso il cielo perché chiedono giustizia al Signore già nella vita presente a motivo della loro malizia e del grande turbamento che provocano nei rapporti tra gli uomini e nella società.
In realtà si può notare nella sacra Scrittura che Dio interviene perché si parla di distruzione e di uccisione di spada, secondo la legge allora vigente, che era la legge del taglione.

4. Noi non abbiamo bisogno di ricorrere alla legge del taglione perché sappiamo bene che il male danneggia anzitutto chi lo compie. Si tratta di una punizione (se così si può dire) che è immanente al peccato. Non gli viene dall’esterno.
In questi quattro casi il male compiuto è così grave che chi lo compie causa a se stesso un male enorme.
Così:
– Caino ha il rimorso della coscienza per sempre.
– Una società che si gloria della sodomia, si autodistrugge, finisce.
Non c’è bisogno che Dio la punisca.
Si punisce da sola, con la parola “fine”.
– L’oppressione di poveri non porta bene a chi opprime, ma solo sventura, come possiamo vedere in tutti i regimi dittatoriali che sono finiti nel sangue dei dittatori.
– La ricchezza accumulata con l’ingiustizia (frode del salario) è a rovina e perdizione dei ricchi.

5. Ecco i passi della Sacra Scrittura dove – come puoi notare – sempre ricorre il termine “gridare”:
– a proposito dell’omicidio di Abele perpetrato da Caino, Dio dice a Caino: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!” (Gn 4,10).
– a proposito del peccato impuro contro natura, che si identifica con il peccato dei sodomiti, degli abitanti di Sodomia (è il peccato di omosessualità): “Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!» Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli»” (Gn 18,20) e “Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli” (Gn 19,13).
– a proposito dell’oppressione dei poveri si parla del lamento del popolo oppresso in Egitto: “Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono” (Es 3,7-10).
Si parla anche del lamento del forestiero, della vedova e dell’orfano: “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido” (Es 22,20-22).
Il testo va avanti dicendo come ascolterà il loro grido: “la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani” (Es 22,23).
– a proposito dell’ingiustizia verso il salariato: “Non defrauderai il salariato povero e bisognoso, sia egli uno dei tuoi fratelli o uno dei forestieri che stanno nella tua terra, nelle tue città. Gli darai il suo salario il giorno stesso, prima che tramonti il sole, perché egli è povero e a quello aspira. Così egli non griderà contro di te al Signore e tu non sarai in peccato” (Dt 24,14-15) e: “Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente” (Gc 5,4).

6. Per quanto riguarda la salvezza eterna certamente i peccati contro lo Spirito Santo hanno una loro gravità a motivo dell’ostinazione nel peccato e dell’incapacità di aprirsi alla grazia dello Spirito.
Ma nell’elenco di questi peccati che potrebbero anche coincidere con alcuni peccati contro lo Spirito Santo, si vuole sottolineare che a motivo del grande turbamento che attuano nell’ordine sociale, provocano già di qua in chi li compie un male molto grave.

Così ho risposto a tutte le tue domande e mi auguro di essere stato chiaro.
Ti ricordo volentieri nella Messa, soprattutto perché me l’hai chiesto.
Ti ricordo anche nella preghiera quotidiana e ti benedico.
Padre Angelo
Francesco I
@padrepasquale
La prego, padre, non si lasci traviare: l'ex cardinale Bergoglio è consapevole di ciò che lo attende dopo la morte:
La telefonata di papa Francesco Bergoglio ad Andrea, ragazzo autistico
Mauro71
Porci schifosi
N.S.dellaGuardia
Ecco in foto un esempio illuminante di "paterno discernimento", direttamente davanti all'altare...
lamprotes
Foto con personaggi inquietanti!!!
N.S.dellaGuardia
Si da vomitare