Tempi di Maria
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Misteri svelati: per «spezzare» i demoni e gli uomini diabolici

«Perché alle vostre troppe, troppe, troppe maledizioni non abbia finalmente a rispondere una mia che vi stermini senza darvi tempo di invocarmi più; perché alle troppe, troppe, troppe accuse vostre a Me non abbia finalmente a tornare a voi la mia accusa tremenda; perché alle vostre troppe, troppe, troppe disperazioni, frutto naturale della vostra vita di figli illegittimi, non abbia finalmente a corrispondere la mia condanna eterna su voi, miei salvati che calpestate Me e la salvezza che vi ho dato, occorre che vi siano vittime che amano, soffrono, pregano, benedicono, sperano, ma – ripeto – soffrano, soffrano, soffrano di quel che fa soffrire i fratelli, le quali vittime purifichino col loro amare, soffrire, pregare, benedire, sperare, i luoghi in cui si va incontro alla Morte, non quella della carne ma dello spirito.

Io ti dico che se il numero di chi ama, crede e spera, fosse uguale a quello di coloro che non amano, non credono, non sperano, e che se nei tragici momenti in cui vi incombe la strage un uguale numero di invocazioni salissero insieme alle imprecazioni – bada che non dico un numero maggiore ma un numero uguale – tutte LE INSIDIE E LE VOLONTÀ DEI DEMONI E DEGLI UOMINI-DEMONI rimarrebbero SPEZZATE e cadrebbero senza farvi più male, come avvoltoio al quale vengono spezzate l’ali e non può più far preda.

Animo! Sii una che salva.

Salvare! Per salvare l’Umanità ho lasciato il Cielo. Per salvare l’Umanità ho conosciuto la morte.


Salvare! La più grande delle carità. Quella che fu la carità del Cristo. Quella che fa di voi, salvatrici, le anime che più sono uguali al Cristo».

(Maria Valtorta, Quaderni 9 gennaio 1944)

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UN MIO COMMENTO...

Si tratta di un messaggio bellissimo che occorre "spremere" per sorbirne il profondo significato spirituale ed esortativo. La rivelazione del Signore illumina il potere soprannaturale concesso ai figli di Dio. A loro (cioè a tutti noi, se vogliamo...) è dato SALVARE moltitudini non facendo chissà cosa ma semplicemente facendo ENTRARE IN AZIONE IN MODO ROBUSTO quell'attività soprannaturale legata alla pratica delle virtù e alla lotta contro il peccato. Nelle nostre mani riposano potenzialità divine inenarrabili che possediamo non per personale conquista ma per dono divino e che non possiamo lasciare inutilizzate. Ci sarà un giorno chiesto conto dal Giudice divino di come avremo messo a frutto doni di sì alto pregio, soprattutto in rapporto a quanto abbiamo letto poco sopra e che deve altamente meravigliare e non può lasciare insensibili ovvero che se ci fosse un buon numero di credenti che agissero in modo PIENAMENTE CRISTIANO «tutte le insidie e le volontà dei demoni e degli uomini-demoni rimarrebbero spezzate».

I santi di ogni tempo e categoria hanno speso la vita per la “salvezza” delle anime, senza risparmiarsi e senza badare a sacrifici e rinnegamenti. Con spirito di completa abnegazione hanno indirizzato i loro pensieri, le loro parole, le loro opere a questo altissimo fine. La nostra visione delle cose di Dio è, talvolta, così diversa e troppo spesso perdiamo di vista questi veritieri pensieri ed aspirazioni per accarezzare il mondo alla ricerca spasmodica di quello che ci offre per il soddisfacimento delle nostre voglie e, in ultima analisi, del nostro io che nutriamo più di quanto non nutriamo l’amore di Dio e del prossimo.

Occorre scuotersi di dosso la polvere dei desideri mondani, della ricerca del piacere ad ogni costo, dell’autonomia spirituale che porta a trattare le cose di Dio e anche la sua volontà (enunciata nei Comandamenti, nei doveri di stato e nella “vocazione” specifica che a cui destina ciascuno di noi) come un “complemento” aggiuntivo e non necessario alla nostra vita che scorre secondo un progetto da noi fabbricato e in cui, troppo spesso, non entra per nulla Dio ed i suoi desideri.

Le parole del Signore alla mistica Valtorta delineano un programma ben diverso dagli effimeri e illusori scenari di vita cristiana in cui vorremmo tenere congiunti – cosa impossibile! – il servizio a due padroni tra loro in opposizione: Dio e il mondo, Dio e la carne corrotta, Dio e Satana…Afferma inequivocabilmente San Giacomo: «Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi?» (Gc 4, 4-5).

Entrare nella logica dell’amore-sacrificio, dell’amore vero che si sostanzia in una vita all’insegna del credere, dello sperare, dell’adorare, del riparare, dell’obbedire, del rinnegarsi per andare “dietro al Signore” portando la croce appare cosa dura, certo. Si tratta della «porta stretta» in opposizione alla «porta larga» (cf Mt 7, 13-14) di cui ci parla il Maestro nel Vangelo. Però è la via della vita, della vera pace e felicità che né il demonio né il mondo sanno né possono dare. La scelta compete a noi, soltanto a noi: scegliamo bene e mettiamoci sulla via propostaci dal Signore Gesù.

Fr Pietro M (Tempi di Maria)

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Iosif Rachiteanu Rachiteanu condivide questo
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TeoCasta
A mio parere forse sarebbe meglio specificare cosa significhi "il mondo o la carne" per non sfociare in una scissione manicheista che può produrre diversi problemi... Grazie
Tempi di Maria
Ciò che ha sempre inteso la Tradizione della Chiesa. SI legga per es. l'ottima spiegazione fatta da padre A. Royo Marin in "Teologia della perfezione cristiana" a riguardo (pp. 411ss)
Maria di Magdala condivide questo
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