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Massimo M.I.
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E se Dibitonto avesse ragione come credo. In questo messaggio con sorpresa, vi è una affermazione per me sorprendente: Carbonia, 31.10.2018 [....] L'UNIVERSO SI APRE ALLA TERRA, GLI UOMINI SANTI SI …Altro
E se Dibitonto avesse ragione come credo.

In questo messaggio con sorpresa, vi è una affermazione per me sorprendente:

Carbonia, 31.10.2018

[....] L'UNIVERSO SI APRE ALLA TERRA, GLI UOMINI SANTI SI UNISCONO NELLA COMUNIONE PER AIUTARE I FIGLI DELLA TERRA. Dio sa! Dio comprende! Dio chiama a Sé tutti gli uomini, ma non tutti sono capaci di ascoltare, perché sordi alla Sua voce, giacché sono in comunione con Satana, che li ha resi sordi al Suo grido di salvezza!

Nel salmo leggiamo:

Sal 23:1 Di Davide. Salmo.
Del Signore è la terra e quanto contiene,
l'universo e i suoi abitanti.
Massimo M.I.
Raffaele Vargetto
Gli alieni non esistono, sono falsi prodigi provocati dagli spiriti delle tenebre.
Massimo M.I.
@Innocenza Mons. Balducci è stato un esorcista
Massimo M.I.
Fratelli nell'universo Parere Mons Balducci
«È invece ragionevole credere e affermare che gli alieni esistono - racconta nell'intervista
Balducci - le loro esistenze non possono essere negate più a lungo, perché ci sono troppe
evidenze dell'esistenza degli extraterrestri e dei dischi volanti... Fatti come l'esistenza dei dischi
volanti indicano che gli alieni si sono evoluti più rapidamente degli …Altro
Fratelli nell'universo Parere Mons Balducci

«È invece ragionevole credere e affermare che gli alieni esistono - racconta nell'intervista
Balducci - le loro esistenze non possono essere negate più a lungo, perché ci sono troppe
evidenze dell'esistenza degli extraterrestri e dei dischi volanti... Fatti come l'esistenza dei dischi
volanti indicano che gli alieni si sono evoluti più rapidamente degli esseri umani. Ma anche se si
scoprisse che gli extraterrestri sono in qualche modo superiori agli umani, questo non
metterebbe in dubbio gli insegnamenti del Cristianesimo. Questo significa che ogni cosa
nell'Universo, compresi gli extraterrestri, sono conciliabili con Dio.»
L'anno successivo monsignor Balducci in occasione del 2° Convegno Ufologico città di Ancona
"Civiltà Aliene tra dubbio e ragione", svoltosi il 17 Aprile 1999, rilasciò un'intervista ad Adriano
Forgione ed in seguito pubblicata sul bimestrale UFO Network (n3/4 Lug-Ago 1999 "Esistono
altri esseri intelligenti"). Ecco alcuni passaggi salienti della conversazione:
"In diverse occasioni - osserva Forgione - ha dichiarato che gli ET potrebbero essere
spiritualmente più evoluti di noi."
«Devo premettere che è da escludersi che gli angeli si servano di astronavi. Quali esseri
puramente spirituali, essi sono dove vogliono essere e, nei rari casi in cui si manifestassero, non
avrebbero alcuna difficoltà ad assumere forme visibili. Pertanto, quando si parla di extraterrestri,
si deve pensare o ad esseri come noi oppure, preferibilmente, ad altri tipi di viventi, che ad una
parte spirituale associano sempre una parte materiale, un corpo, sebbene in un rapporto diverso
rispetto a noi umani terrestri.»
"La scienza oggi accetta l'esistenza di forme di vita nel Cosmo, nonostante non voglia prendere
in considerazione il fatto che tali intelligenze possano trovarsi già nel nostro ambito planetario,
almeno in forma manifesta. La Teologia come affronta il problema?"
«A favore dell'abitabilità di altri mondi non esistono solo le opinioni di scienziati laici, ma anche di
teologi e di persone morte in concetto di santità come Padre Pio. Nel libro del sacerdote Nello
Castello, "Così parlò Padre Pio", del 1974, è scritto che il beato, alla domanda di un suo
confratello "padre, ho pensato che la Terra è un niente di fronte agli astri e tutti agli altri pianeti"
rispose "Sì e noi se usciamo dalla Terra siamo nulla. Il Signore non ha certo ristretto la sua gloria
a questo piccolo pianeta. In altri pianeti ci saranno degli esseri che non avranno peccato". Posso
menzionare anche il Cardinale Niccolò Cusano (1401-1464) che scrisse "non c'è stella dalla
quale siamo autorizzati ad escludere l'esistenza di esseri sia pure diversi da noi". Il gesuita e
astronomo, Padre Angelo Secchi (1818-1866) scriveva "È assurdo considerare i mondi che ci
circondano come deserti inabitati". E potrei continuare a lungo. Certo, non si ha ancora una
conferma scientifica su questo particolare punto. Tuttavia nell'ambito teologico e scritturale si
possono fare alcune considerazioni. Non essendoci limiti alla potenza di Dio, che esistano
pianeti abitati non è solo possibile, ma anche verosimile. Esiste infatti eccessiva diversità tra gli
angeli, esseri puramente spirituali, e noi, formati di spirito e materia e la cui anima è vincolata
nell'agire dalle capacità del corpo stesso. E questo si spiega con l'assioma che "la natura non fa
salti". Per cui è verosimile che la distanza tra noi e gli angeli venga ridotta dalla presenza di
esseri che, avendo comunque un corpo, magari più perfetto, posseggano un'anima che venga
meno condizionata nel suo agire evolutivo. Probabilmente questo non solo è possibile e
verosimile ma, a mio parere, anche desiderabile. In un futuro nemmeno tanto remoto, infatti, tali
esseri potrebbero esserci di aiuto, specie nel nostro cammino spirituale.»
"Alcuni studiosi credono che questo sia già avvenuto in passato."
«Interessante punto di discussione. È arguibile che questi esseri, già da tempo, potrebbero
esserci di protezione e di aiuto. Qualcuno ha anche avanzato l'ipotesi che alcuni disastri siano
stati evitati grazie a loro. Qualora esistessero realmente esseri intelligenti di altri pianeti si
troverebbe la soluzione di come conciliare la loro esistenza con la redenzione del Cristo. Se
Cristo è centro e capo della intera creazione, non esistono mondi che non facciano riferimento a
Cristo, essendo tutti sotto l'influsso del Verbo divino e della sua gloria. E nessuna gloria è
possibile senza l'esistenza di esseri intelligenti che possano comprenderla. In ogni caso è
assurdo pensare che l'unica forma di intelligenza sia la nostra. Che esistano forze intellettuali
diverse da quella umana, costruite su un tipo differente di struttura, non solo è possibile, ma
estremamente probabile.»
"Quali possono essere le possibili implicazioni del fenomeno sulla civiltà attuale o nel prossimo
futuro, ammettendo un'interazione tra l'uomo ed intelligenze extraterrestri?"
«È una domanda che mi induce a pensare che sarebbe meglio sapere come sono fatti questi
esseri. Mi sono già spinto in questo campo e ho motivato la mia opinione con un
"verosimilmente". Quello che lei vorrebbe sapere dipende dal fatto se sono inferiori o superiori a
noi. Se sono come noi, non ci sarebbero grandi implicazioni, in quanto potrebbero avere una
civiltà allo stesso grado della nostra. Diverso il caso in cui si tratti di esseri superiori. Allora
potrebbero mutare molti presupposti.»
Nello stesso mese di aprile un altro prelato, proprio sul tema della vita extraterrestre, si espresse
in termini quasi simili a quelli usati da monsignor Balducci.
Il 23 aprile a Parma si svolse un convegno ufologico del Centro Studi Galileo a cui partecipò
monsignor James Schianchi, Canonico della Cattedrale di Parma e docente di teologia morale, e
nel corso del quale affermò che:
«...Non c'è contrasto tra la dottrina cristiana e l'eventuale esistenza di intelligenze extraterrestri.
Non possiamo certo precludere alla grandezza di Dio la possibilità di avere creato altri mondi e
creature. Un atteggiamento di chiusura nei confronti di questa ipotesi sarebbe per lo meno
provinciale: se pensiamo alle scritture, ma anche all'archeologia babilonese, abbiamo numerosi
segni della possibile esistenza di intelligenze intermedie tra Dio e gli uomini. Nella Lettera ai
Filippesi, S.Paolo parla di Gesù come signore di tutte le potenze del cielo e della terra. Signore,
non redentore. È quindi ipotizzabile che creature di Dio diverse dall'uomo non si siano macchiate
del peccato di Adamo ed Eva.»
Singolare ma decisamente interessante il riferimento fatto da Schianchi all'archeologia
babilonese quale fonte di indizi della possibile esistenza di intelligenze extraterrestri (N.d.R. A
tale proposito rimando il lettore alla visione della precedente Terza Parte).
Tra l'altro proprio Schianchi insieme a Balducci, stando a quanto riportato da Alfredo Lissoni nel
volume "Gli enigmi del Vaticano" (pubblicato nel 2004 dal gruppo Editoriale Olimpia), sono stati i
protagonisti di un interessante confronto pubblico sul tema UFO ed Extraterrestri avvenuto nel
2002 e trasmesso addirittura dal canale satellitare del Vaticano SAT 2000 (N.d.R. L'emittente,
nata nel 1998, è il network radio televisivo via satellite dei cattolici italiani nel mondo di proprietà
della Conferenza Episcopale Italiana).
L'incontro avvenuto nel cinema parrocchiale President di Piacenza e a cui presenziò lo stesso
Lissoni venne riportato sulle pagine del quotidiano piacentino "Libertà" del 4 aprile in un articolo
redatto dalla giornalista Ilaria Molinari.
«Ci troviamo di fronte - scrive la giornalista - a un numero di testimonianze sempre crescente. E
le persone che ne fanno esperienza sono sempre più colte, qualificate e inizialmente incredule.
Tra queste migliaia di testimonianze è ragionevole pensare che qualcosa di vero ci sia. La Bibbia
non esclude la possibilità di altri pianeti con esseri intelligenti e volitivi con anima e corpo, dice
Monsignor Corrado Balducci, uno dei massimi esperti di demonologia e membro della
Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli del Vaticano. Di spessore il talk show di
attualità cristiana de La terra di mezzo, al President la scorsa sera, andato in onda su Sat 2000.
"Una posizione di scetticismo integrale - dichiara Balducci - è fuori luogo. Anche la religione
cristiana si basa su una testimonianza. L'esistenza di altri esseri viventi è possibile anche dal
punto di vista teologico: 'bonum est diffusium suis' è un concetto largamente ripetuto nella
Bibbia, il fine della creazione è la gloria divina. E creature, anche aliene, dotate di intelligenza e
volontà, possono contribuire alla sua maggior diffusione. Difficile pensare che nella creazione
dell'intelligenza e della volontà Dio si sia limitato alla terra. L'abitabilità di altri pianeti può essere
anche desiderabile. In un futuro remoto potrebbero anche esserci d'aiuto nel nostro cammino
spirituale". E conclude con un salmo della Bibbia pluricitato nelle scritture: "Del Signore è la terra
e quanto contiene, l'universo e i suoi abitanti". Presente anche Don James Schianchi, docente di
teologia all'Università cattolica, che ribadisce: "Nessuna contraddizione tra teologia e presenze
extraterrestri". "Ma - si chiede - c'erano altri viventi oltre a noi che avevano bisogno di
redenzione?" "A ciò non esiste alcuna obiezione sostanziale - risponde. E Monsignor Balducci
conclude la serata citando alcune parole di Padre Pio: "Vorresti che non ci fossero altre creature
che amano il Signore? Il Signore non avrà certo ristretto la sua gloria a questo pianeta".»
L'UNIVERSO: UNA FORESTA DI ALBERI DELLA VITA
Sempre nel 1999 uscì un interessante volume scritto dal Cardinale Carlo Maria Martini ed
intitolato "Orizzonti e limiti della scienza" pubblicato da Raffaello Cortina Editore (Milano) e
facente parte della collana "Scienza e Idee" diretta dal filosofo Giulio Giorello.
Martini, gesuita laureato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1958 e in
Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico, nei primi anni 60 è stato Rettore del Pontificio Istituto
Biblico dal 1969 al 1978 e Rettore della Pontificia Università Gregoriana dal 1978 al 1979.
Nel dicembre del '79 Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo di Milano divenendo vescovo nel
gennaio del 1980; divenuto cardinale nel 1983 si è ritirato nel luglio 2002 (da allora arcivescovo
emerito di Milano) trascorrendo fino al 2007 gran parte del tempo a Gerusalemme dedicandosi
agli studi biblici.
Nel 2008 è rientrato definitivamente in Italia stabilendosi presso l'Aloisianum di Gallarate.
Nel 2005, quale cardinale, ha partecipato al conclave che ha eletto pontefice il cardinale Joseph
Ratzinger (papa Benedetto XVI) a cui contese, anche se per poco, insieme al cardinale
Bergoglio, l'elezione al soglio di Pietro.
La candidatura di Martini era stata sostenuta da coloro che speravano nell'elezione di un Papa
più aperto alla modernità.
Nel volume il Cardinale Martini s'interroga sui presunti "limiti" della scienza e sui nuovi orizzonti
della ricerca, come l'esistenza di eventuali altri universi e la possibilità della presenza forme di
vita extraterrestri, avvalendosi del supporto di eminenti figure del mondo accademico quali: il
cosmologo Francesco Bertola e l'astrofisico padre George Coyne, l'astrobiologo Julian ChelaFlores ed altri.
Proprio nel '99 Martini, a Milano, ebbe un interessante confronto, riportato nel suo volume, con lo
scienziato venezuelano Julian Chela-Flores in merito alla possibilità di forme di vita extraterrestre
e del rapporto tra scienza e fede.
Chela-Flores è un biofisico e astrobiologo che opera da tempo in Italia, presso l'"Intemational
Centre for Theoretical Physics" (ICTP) dell'Unesco, a Trieste.
L'astrobiologo, che nel secondo capitolo intitolato "Le Origini della Vita - Gli alberi della Vita"
affronta tra l'altro le possibili implicazioni scientifiche, filosofiche, religiose di un'eventuale
scoperta di vita su Marte, sostiene che il darwinismo, a suo avviso, non sarebbe incompatibile
con l'esistenza di Dio e si accorderebbe probabilmente anche con realtà biologiche "aliene", per
quanto differenti da quelle terrestri.
«Quanto la scienza ci insegna - scrive Chela-Flores - sull'origine della vita ha un'indubbia
risonanza filosofica e ne possiamo trarre un insegnamento etico. Per ragioni di onestà
intellettuale mi pare opportuno esporre in primo luogo le ragioni che mi inducono a negare che
sussista un conflitto tra impegno religioso e ricerca scientifica. Ciò premesso vorrei trattare, in
secondo luogo, il problema dell'origine, dell'evoluzione e della distribuzione della vita
nell'Universo, insistendo su quella che a mio avviso è la questione principale: la relazione vitaUniverso. Ma, poiché non abbiamo ancora una risposta sull'origine della vita in termini di teoria
dell'evoluzione, cercherò in terzo luogo di delineare una possibile via alternativa: la mia tesi sarà
che l'esplorazione del Sistema solare, alla ricerca di altre forme di vita, sia prima o poi in grado
di fornire un considerevole aiuto per risolvere il "mistero dell'origine" tramite il confronto fra
differenti forme di vita. [...] Non va dimenticato che, nel 1996, durante una sessione
dell'Accademia Pontificia, Giovanni Paolo Secondo ha dichiarato che "la teoria dell'evoluzione è
più che una ipotesi". Possiamo interpretare questo riconoscimento come un incoraggiamento al
processo di convergenza della scienza con la filosofia e la teologia. Ma, al di là dell'importanza
della teoria darwiniana, non si può tacere del fallimento, almeno sino a oggi, della ricerca
mirante a esplorare il meccanismo chimico che sarebbe alla base dell'origine della vita.
Un'alternativa praticabile per dissiparne il mistero può essere quella di cercare vita fuori dalla
Terra, poiché ciò ci permetterebbe di confrontare forme di vita indipendenti, giungendo così a
una comprensione più ampia e più profonda dell'origine della vita. Tale ricerca dovrebbe
estendersi anche oltre i confini del Sistema solare. È mia personale convinzione che ciò possa
portare a risultati positivi nei prossimi decenni. Oggi sappiamo che su alcuni pianeti orbitanti
attorno a stelle della nostra Galassia, abbastanza vicine a noi, sussiste la possibilità di trovare
nuovi organismi. Ma anche senza spostarci così lontano, l'esplorazione del nostro Sistema
solare, grazie al lavoro di molti ricercatori, potrebbe offrirci una visione più chiara di come sono
andate le cose all'origine, e quindi, dell'evoluzione della vita sulla Terra. [...] Inoltre, ritengo che la
ricerca della vita fuori dalla Terra ci ponga di fronte a una nuova domanda fondamentale: qual è
la nostra collocazione nella "foresta della vita"? Tale domanda ci porta direttamente al cuore
dell'astrobiologia, poiché potremmo essere ben presto in grado di identificare "altri" alberi della
vita, localizzati in corpi celesti diversi dal nostro. In altre parole, infatti, in futuro potremmo avere
esperienza di evoluzioni parallele, in ambienti differenti da quello terrestre. Con le potenzialità
tecniche di cui disponiamo, saremmo comunque in grado di continuare il fecondo dialogo fra
teoria ed esperimento iniziato con Galileo Galilei (1564-1642). Restiamo all'immagine della
foresta: la ricerca della vita nel sistema solare ci permetterà di scoprire se alcuni alberi siano
abbastanza vicini tra loro. Il sistema gioviano sembra per ora il luogo più probabile dove cercare
un "secondo albero della vita". Con il suo "occhiale" (1610) Galileo scoprì quattro "lune" di Giove,
i "pianeti medicei". Tra questi, il satellite più vicino a Giove è lo, le cui dimensioni sono di poco
maggiori di quelle della nostra Luna. Mentre sulla Luna non si ha alcuna attività vulcanica, lo è
invece il corpo di tutto il sistema solare in cui tale attività è più intensa. Il secondo satellite
galileiano è Europa, di dimensioni minori della Luna e con la caratteristica principale d'essere
ricoperto da una crosta di ghiaccio. Proprio Europa è oggi il candidato principale, fra i corpi
celesti diversi dalla Terra, per ospitare forme di vita; il primo, dunque, che potrebbe rivelare un
"secondo albero della vita". [...] Tuttavia, anche se la ricerca di un altro "albero della vita" fallisse
sia su Europa sia su ogni altro corpo del Sistema solare, altri alberi della vita potrebbero
comunque esistere abbastanza vicini al nostro "villaggio cosmico", accanto a quelle stelle
prossime al Sole attorno alle quali oggi sappiamo che orbitano sistemi planetari. Forse, solo così
si potrà far luce sul meccanismo dell'origine della vita. In ogni caso, mi sembra importante
riflettere sulle implicazioni che la scoperta di vita extraterrestre avrebbe sulla nostra cultura, e in
particolare sulla scienza, sulla filosofia e sulla teologia. Basti solo ricordare quale impatto ebbe
sulla società e sulla cultura del Vecchio Continente la scoperta dell'America, in particolare
l'incontro con i nativi americani.»
Un aspetto quest'ultimo ribadito dallo scienziato anche nel corso del dialogo avuto con il
Cardinale Martini presente nel volume e che di seguito riporto in un paio di passaggi salienti:
"Quali sono - domanda Martini - le conoscenze consolidate e quali, invece, i problemi aperti
relativamente all'origine della vita sulla Terra, e gli indizi a favore dell'origine extraterrestre della
vita?"
«Ciò che conosciamo abbastanza bene - afferma Chela-Flores - è come la chimica organica
abbia fatto i primi passi verso la vita, là dove si parla di "evoluzione chimica". Ciò che resta
ancora insoluto è il passaggio dall'evoluzione chimica a quella biologica. Per quanto riguarda gli indizi di vita extraterrestre possiamo solo dire che per ora si basano esclusivamente
sull'universalità delle leggi della natura. L'oggetto principale di quella nuova disciplina indicata
come "astrobiologia" o anche "esobiologia" è proprio lo studio dell'origine, evoluzione e
distribuzione della vita nell'Universo. Le risposte, che si dovrebbero ottenere nei prossimi
decenni, potranno aprire nuove prospettive anche sulla comparsa e sull'evoluzione della vita sulla
Terra" [...].»
"Lei ha anche ventilato la possibilità che in qualche parte dell'Universo si scopra la presenza di
un secondo albero, o addirittura di una foresta di alberi della vita. Quali conseguenze ne
verrebbero per la consapevolezza che l'uomo ha di sé e per la coscienza del credente, se
emergesse una foresta di alberi della vita con cui doversi confrontare?"
«È noto come sia in atto una missione per cercare vita sotto il ghiaccio di Europa e le grandi
agenzie a livello mondiale sponsorizzino il programma di ricerca della vita fuori della Terra.
Credo che prima o poi verrà il momento del confronto a cui Lei allude. E a questo punto, come
ha già sottolineato George Coyne, l'onere sarà del teologo. Da parte mia spero che un'eventuale
scoperta di forme di vita in un qualche senso intelligenti, se mai vi sarà, possa svolgersi da
entrambe le parti in un quadro di ben minore aggressività di quello che ha visto i coloni europei
impadronirsi delle risorse del Nuovo mondo.»
"Ma come un'evenienza del genere, secondo Lei, potrebbe influire sul delicato equilibrio tra
spregiudicatezza scientifica e apertura alla fede?"
«È già stato ricordato come l'eventuale scoperta di altre specie di animali e di altre stirpi di
"uomini" (cioè di "esseri intelligenti") in mondi lontani possa venir invocata contro l'idea di una
provvidenza divina (era così in Lucrezio, "De Rerum Natura", II, v.v. 1067-1076 e 1090-1104,
vedi del resto questo volume, p.16). Se "tutto" si replica, seppur in "luoghi" e "tempi" diversi, che
senso può avere l'argomento del Progetto o Disegno di Dio? Eppure, io non sono disposto a
trarre questa conclusione Vorrei ricordare che Lucrezio, nei passi sopra richiamati, dalla pluralità
dei mondi e dalla considerazione di una eventuale "foresta della vita" perviene alla celebrazione
di una "natura libera", anzi "priva di padroni superbi" ("dominis privata superbis", "De Rerum
Natura", II, v. 1091) - ma il Dio in cui io personalmente credo, il Dio "cristiano" è tutto tranne che"
un padrone superbo"! Come dice bene John Polkinghorne, il fisico britannico che si è fatto
pastore anglicano, l'Universo in cui viviamo è un universo "cui Dio ha concesso di essere sé
stesso" ("Quark, caos e Cristianesimo", trad. it. Claudiana, Torino 1997, p. 99): dunque, in esso
la vita (e l'intelligenza) può "comparire" secondo le modalità che sono "ammesse" dalla struttura
di tale universo (cioè dalle sue "leggi"). Certo, la scoperta di una "foresta" della vita o
l'individuazione di qualche "intelligenza" cosmica, ben lontano dalla nostra "piccola" Terra,
darebbe ai teologi non pochi problemi su cui misurare la "loro" intelligenza! [...].»
IL TERZO MILLENNIO, LA CHIESA E GLI EXTRATERRESTRI
In seguito alle solenni celebrazioni legate al Grande Giubileo del 2000 (iniziato con l'apertura
della porta santa della basilica di San Pietro qualche istante prima della Messa di Mezzanotte il
24 dicem-
(In attesa "Errata Corrige" della rivista…)
giornalista scientifico Franco Foresta Martin e pubblicate il 13 dal Corriere della Sera in un
servizio intitolato: "L'astrofisico del Vaticano: 'Gli extraterrestri esistono e sono nostri fratelli'".
Padre Funes, già allora membro del VATT (Vatican Advanced Technology Telescope) di stanza
a Tucson in Arizona, dichiarò che:
«In una tipica galassia, un ammasso di cento miliardi di stelle, ci potrebbero essere moltitudini di
pianeti gemelli della Terra, con esseri viventi come noi. Se, come io credo, essi esistono,
possono essere considerati fratelli della creazione. lo penso che negli altri pianeti del sistema
solare esistono solo forme molto primitive, come batteri o virus. Le civiltà evolute sono lontane,
per ora invisibili e irraggiungibili, come gli angeli, anche essi fratelli della creazione.»
Giocampo
Se rivelazione vera o meno lo sapremo solo quando saremo di là, al momento stimola solo la nostra curiosità. Ma a chi vuol credere deve bastare la Fede, come unica certezza.
Innocenza
Si, chiedetelo agli esorcisti chi sono questi esseri nello spazio.....