La ragione per cui le finanze vaticane non funzionano è Francesco
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– Nelle carte che Benedetto diede a Papa Francesco ( al passaggio consegne ), c’erano indicazioni sui problemi delle istituzioni vaticane che operavano in area finanziaria. Le ha lette?
– Tolse al Segretario di Stato Parolin la delega sulle attività finanziarie, praticamente spaccando in due la segreteria di Stato, e nominò il card. Pell. Sant’uomo certamente, che però di finanza non aveva alcuna esperienza, e lo dimostrò ben presto.
– Nominò (e confermò) mons. Ricca quale Prelato dello Ior. Il Prelato dello Ior ha il compito di gestire, quale trait-d ‘union, le relazioni tra vertici dell’Istituto e la Commissione Cardinalizia di sorveglianza. (NON è un ruolo onorifico).
– Nominò personalmente alcune persone al vertice di Cosea (Chaouqui– Balda).
– Cambiò personalmente, e d’imperio, senza seguire nessuna procedura statutaria e senza avere informazioni necessarie su fatti e persone, il vertice dello Ior (nominando il DG Mammì e il Vice DG Mattietti).
– Non ascoltò il famoso capo del controllo Milone , il revisore dei conti, quando cercò di spiegargli cosa aveva compreso o scoperto (questo non mi è stato chiarito).
– Non ha mai voluto indagare, nonostante i suggerimenti ricevuti, sul ruolo svolto dall’Organo di Vigilanza (Aif) creato con la legge Antiriciclaggio nel 2010.
– Chiese personalmente ad un prestigioso ed esperto Consigliere Ior (Carlo Salvatori, ex Presidente Unicredito) di dimettersi perché “ostacolava” il lavoro della direzione facendo domande in Consiglio…
– Ha appena messo in condizione l’ex Ambasciatrice Usa presso la Santa Sede, Ann Glendon, di dimettersi quale Consigliere Ior (e non lo ha fatto per ragioni di salute…).
Foto: © Mazur, catholicnews.org.uk, CC BY-NC-SA, #newsSynrvgehmu