lacroce
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CDXCIV. La donna adultera e l'ipocrisia dei suoi accusatori. Vari insegnamenti.

Valtorta

Vedo l'interno del recinto del Tempio, ossia uno dei tanti cortili contornati da porticati. E vedo anche Gesù, il quale, molto ammantellato nel suo manto che lo fascia sopra la veste, non bianca ma rosso cupo (sembra una stoffa di lana pesante), parla a della folla che lo circonda.
Direi che è una giornata invernale, perché vedo che tutti sono molto ammantellati, e che faccia piuttosto freddo, perché invece di star fermi tutti camminano alla svelta come per scaldarsi. Vi è del vento che smuove i mantelli e solleva la polvere dei cortili.
Il gruppo che si stringe intorno a Gesù, l'unico che stia fermo mentre tutti gli altri, intorno a questo o a quel maestro, vanno avanti e indietro, si fende per lasciar passare un drappello di scribi e farisei gesticolanti e più che mai velenosi. Sprizzano veleno dallo sguardo, dal colore del volto, dalla bocca. Che vipere! Più che condurre, trascinano una donna sui trent'anni, scapigliata, disordinata nelle vesti come chi è stata malmenata, e piangente. La buttano ai piedi di Gesù come fosse un mucchio di cenci o una spoglia morta. E lei resta là, rannicchiata su se stessa, col volto appoggiato alle due braccia, nascosto da esse che le fanno cuscino fra il volto e il suolo.
«Maestro, costei è stata colta in flagrante adulterio. Suo marito l'amava, nulla le faceva mancare. Ella era regina nella sua casa. E lei lo ha tradito perché è una peccatrice, una viziosa, un'ingrata, una profanatrice. Adultera è, e come tale va lapidata. Mosé l'ha detto. Nella sua legge lo comanda che queste tali siano lapidate come bestie immonde. E immonde sono. Perché tradiscono la fede e l'uomo che le ama e le cura, perché come terra mai sazia sempre sono affamate di lussuria. Peggio delle meretrici sono, perché senza morso di bisogno danno se stesse per dare cibo alla loro impudicizia. Corrotte sono. Contaminatrici sono. A morte devono esser condannate. Mosè l'ha detto. E Tu, Maestro, che ne dici?».
2 Gesù, che aveva interrotto di parlare all'arrivo tumultuoso dei farisei e che aveva guardato la muta astiosa con sguardo penetrante e poi aveva chinato lo sguardo sulla donna avvilita, gettata ai suoi piedi, tace. Si è curvato, restando seduto, e con un dito scrive sulle pietre del portico, che la polvere sollevata dal vento copre di terriccio. Quelli parlano e Lui scrive.
«Maestro? Parliamo a Te. Ascoltaci. Rispondici. Non hai capito? Questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Nella sua casa. Nel letto dell'uomo suo. Ella lo ha sporcato con la sua libidine».
Gesù scrive.
«Ma è stolto quest'uomo! Non vedete che non capisce nulla e traccia dei segni sulla polvere come un povero folle?».
«Maestro, per il tuo buon nome, parla. La tua sapienza risponda al nostro interrogare. Ti ripetiamo: questa donna non mancava di nulla. Aveva vesti, cibo, amore. E ha tradito».
Gesù scrive.
«Ha mentito all'uomo che aveva fiducia in lei. Con bocca mendace l'ha salutato e col sorriso l'ha accompagnato alla porta, e poi ha aperto la porta segreta e ha ammesso il suo amante. E mentre il suo uomo era assente per lavorare per lei, essa, come una bestia immonda, s'è avvoltolata nella sua lussuria».
«Maestro, è una profanatrice della Legge oltre che del talamo. Una ribelle, una sacrilega, una bestemmiatrice».
Gesù scrive. Scrive e cancella lo scritto col piede calzato dal sandalo e scrive più là, girandosi piano su Se stesso per trovare altro spazio. Sembra un bambino che giuochi. Ma quello che scrive non è parola di giuoco. Ha scritto successivamente: «Usuraio», «Falso», «Figlio irriverente», «Fornicatore», «Assassino», «Profanatore della Legge», «Ladro», «Libidinoso», «Usurpatore», «Marito e padre indegno», «Bestemmiatore», «Ribelle a Dio», «Adultero». Scritto e riscritto mentre sempre nuovi accusatori parlano.
«Ma insomma, Maestro! Il tuo giudizio. La donna va giudicata. Non può col suo peso contaminare la terra. Il suo fiato è veleno che turba i cuori».
3 Gesù si alza. Misericordia! Che viso! È un balenare di lampi che si avventano sugli accusatori. Sembra ancor più alto, tanto tiene la testa eretta. Sembra un re sul suo trono, tanto è severo e solenne. Il manto gli è caduto da una spalla e fa un lieve strascico dietro a Lui. Ma Egli non se ne cura. Con volto chiuso e senza la più lontana traccia di sorriso sulla bocca e negli occhi, pianta questi occhi in volto alla folla, che arretra come davanti a due lame ben pontute. Fissa uno per uno. Con una intensità di indagine che fa paura. I fissati cercano di arretrare nella folla e di nascondersi in essa. Il cerchio così si allarga e sgretola come minato da una forza occulta.
Infine parla. «Chi di voi è senza peccato scagli sulla donna la prima pietra». E la voce è un tuono accompagnato da un ancor più vivo lampeggiare di sguardi. Gesù ha conserto le braccia sul petto e sta così, ritto come un giudice, in attesa. Il suo sguardo non dà pace. Fruga, penetra, accusa.
Prima uno, poi due, poi cinque, poi a gruppi, i presenti si allontanano a capo basso. Non solo gli scribi e i farisei, ma anche quelli che erano prima intorno a Gesù ed altri che si erano accostati per sentire il giudizio e la condanna e che, tanto quelli che questi, si erano uniti per insolentire la colpevole e chiedere la lapidazione.
G esù resta solo con Pietro e Giovanni. Non vedo gli altri apostoli.
Gesù si è rimesso a scrivere, mentre la fuga degli accusatori avviene, e ora scrive: «Farisei», «Vipere», «Sepolcri di marciume», «Menzogneri», «Traditori», «Nemici di Dio», «Insultatori del suo Verbo»…
4 Quando tutto il cortile si è svuotato e un gran silenzio si è fatto, non rimanendo che il fruscio del vento e quello di una fontanella in un angolo, Gesù alza il capo e guarda. Ora il volto si è placato. È mesto, ma non più irato. Dà un'occhiata a Pietro, che si è lievemente allontanato appoggiandosi ad una colonna, ed una a Giovanni che, quasi dietro a Gesù, lo guarda col suo sguardo innamorato. Gesù ha un'ombra di sorriso guardando Pietro e un più vivo sorriso guardando Giovanni. Due sorrisi diversi.
Poi guarda la donna, ancora prostrata e piangente ai suoi piedi. L'osserva. Si alza, si riaggiusta il manto come fosse in procinto di mettersi in cammino. Fa un cenno ai due apostoli di avviarsi verso l'uscita.
Quando resta solo, chiama la donna. «Donna, ascoltami. Guardami». Ripete il comando, perché essa non osa alzare il viso. «Donna, siamo soli. Guardami».
La disgraziata alza un viso su cui pianto e polvere fanno una maschera di avvilimento.
«Dove sono, o donna, quelli che ti accusavano?». Gesù parla piano. Con serietà pietosa. Tiene il volto e il corpo lievemente piegati verso terra, verso quella miseria, e gli occhi sono pieni di una espressione indulgente e risanatrice. «Nessuno ti ha condannata?».
La donna, fra un singulto e l'altro, risponde: «Nessuno, Maestro».
«E neppure Io ti condannerò. Va'. E non peccare più. Va' alla tua casa. E sappi farti perdonare. Da Dio e dall'offeso. Non abusare della benignità del Signore. Va'».
E la aiuta a rialzarsi prendendola per una mano. Ma non la benedice e non le dà la pace. La guarda avviarsi, a capo chino e lievemente barcollante sotto la sua vergogna, e poi, quando è scomparsa, si avvia a sua volta coi due discepoli.

5 Dice Gesù:
«Quello che mi feriva era la mancanza di carità e di sincerità negli accusatori. Non che mentissero nell'accusa. La donna era realmente colpevole. Ma erano insinceri facendosi scandalo di cosa da loro commessa le mille volte e che unicamente una maggior astuzia e una maggior fortuna avevano permesso rimanesse occulta. La donna, al suo primo peccato, era stata meno astuta e meno fortunata. Ma nessuno dei suoi accusatori ed accusatrici — perché anche le donne, se non alzavano la loro parola, la accusavano in fondo al cuore — erano scevri di colpa.
Adultero è chi trascende all'atto e chi appetisce all'atto e lo desidera con tutte le sue forze. La lussuria è tanto in chi pecca che in chi desidera peccare. Ricordati, Maria, la prima parola del tuo Maestro, quando ti ho chiamata dall'orlo del precipizio dove eri: "Il male non basta non farlo. Bisogna anche non desiderare di farlo". Chi accarezza pensieri di senso, e suscita con letture e spettacoli cercati appositamente e con abitudini malsane sensazioni di senso, è ugualmente impuro come chi commette la colpa materialmente. Oso dire: è maggiormente colpevole. Perché va col pensiero contro natura, oltre che contro morale. Non parlo poi di chi trascende a veri atti contro natura. L'unica attenuante di costui è in una malattia organica o psichica. Chi non ha tale scusante è di dieci gradi inferiore alla bestia più lurida.
Per condannare con giustizia occorrerebbe essere immuni da colpa. Vi rimando a dettati passati, quando parlo delle condizioni essenziali per esser giudice. A Me non erano ignoti i cuori di quei farisei e di quegli scribi, non quelli di coloro che si erano uniti ad essi nell'inveire contro la colpevole. Peccatori contro Dio e contro il prossimo, erano in loro colpe contro il culto, colpe contro i genitori, colpe contro il prossimo, colpe, soprattutto numerose, contro le mogli loro. Se per un miracolo avessi ordinato al loro sangue di scrivere sulla loro fronte il loro peccato, fra le molte accuse avrebbe imperato quella di "adulteri" di fatto o di desiderio.
6 Io ho detto: "È quello che viene dal cuore che contamina l'uomo". E, tolto il mio cuore, non vi era alcuno fra i giudici che avesse il cuore incontaminato. Senza sincerità e senza carità. Neppure l'esser simili a lei nella fame concupiscente li induceva a carità. Io ero che avevo carità per l'avvilita. Io, l'Unico che ne avrei dovuto aver schifo. Ma ricordatevi però questo: che quanto più uno è buono e più è pietoso verso i colpevoli. Non indulge alla colpa per se stessa. Questo no. Ma compatisce i deboli che alla colpa non hanno saputo resistere.
L'uomo! Oh! più che canna fragile e vilucchio sottile è facile ad esser piegato dalla tentazione e portato ad avvinghiarsi là dove spera trovare un conforto. Perché molte volte la colpa avviene, specie nel sesso più debole, per questa ricerca di conforto. Perciò Io dico che chi manca di affetto per la sua donna, ed anche per la figlia sua propria, è per novanta parti su cento responsabile della colpa della sua donna o della sua creatura e ne risponderà per esse. Tanto l'affetto stolto, che è soltanto stupido schiavismo di un uomo ad una donna o di un genitore ad una figlia, quanto una trascuratezza d'affetti, o peggio una colpa di propria libidine che porta un marito ad altri amori e dei genitori ad altre cure che non siano i figli, sono fomite ad adulterio e prostituzione e, come tali, sono da Me condannati.
Siete esseri dotati di ragione e guidati da una legge divina e da una legge morale. Avvilirsi perciò ad una condotta da selvaggi o da bruti dovrebbe fare orrore alla vostra grande superbia. Ma la superbia, che in questo caso sarebbe anche utile, voi l'avete per ben altre cose.
7 Ho guardato Pietro e Giovanni in diversa maniera, perché al primo, uomo, ho voluto dire: "Pietro, non mancare tu pure di carità e di sincerità", e dirgli pure, come a futuro mio Pontefice: "Ricorda quest'ora e giudica come il tuo Maestro, in avvenire"; mentre al secondo, giovane dall'anima di bambino, ho voluto dire: "Tu puoi giudicare e non giudichi perché hai il mio stesso cuore. Grazie, amato, d'esser tanto mio da essere un secondo Me".
Ho allontanato i due prima di chiamare la donna per non aumentare la sua mortificazione con la presenza di due testimoni. Imparate, o uomini senza pietà. Per quanto uno sia colpevole, va sempre trattato con rispetto e carità. Non gioire del suo annichilimento, non accanircisi contro neppure con sguardi curiosi. Pietà, pietà per chi cade!
Alla colpevole indico la via da seguirsi per redimersi. Tornare alla sua casa, umilmente chiedere perdono e ottenerlo con una vita retta. Non cedere più alla carne. Non abusare della bontà divina e della bontà umana per non scontare più duramente di ora la duplice o molteplice colpa. Dio perdona, e perdona perché è la Bontà. Ma l'uomo, per quanto Io abbia detto:
"Perdona al fratello tuo settanta volte sette", non sa perdonare due volte.
Non le do pace e benedizione perché non era in lei quella completa recisione dal suo peccato che è richiesta per esser perdonati.Nella sua carne, e purtroppo nel suo cuore, non era la nausea per il peccato. Maria di Magdala, sentito il sapore del mio Verbo, aveva avuto disgusto per il peccato ed era venuta a Me con la volontà totale di essere un'altra. In costei era ancora un ondeggiamento fra le voci della carne e dello spirito. Né ella, nel turbamento dell'ora, aveva ancora potuto mettere la scure contro il ceppo della carne e reciderla per andare mutilata del suo peso bramoso al Regno di Dio. Mutilata di ciò che era rovina, ma accresciuta di ciò che è salvezza.
Vuoi sapere se si è poi salvata? Non a tutti fui Salvatore. Per tutti lo volli essere, ma non lo fui perché non tutti ebbero la volontà d'esser salvati. E questo è stato uno dei più penetranti strali della mia agonia del Getsemani.
Va' in pace tu, Maria di Maria, e non voler più peccare neppure nelle inezie. Sotto il manto di Maria non stanno che cose pure. Ricordalo. […]».
Massimo M.I.
Brano tratto dalla preghiera originale a San Michele di Papà Leone XIII (completa la puoi trovare in archivio ) profetica
Questi sì astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell'immacolato Agnello, ed hanno posto empie mani sui suoi più sacri possedimenti. Nel luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia …Altro
Brano tratto dalla preghiera originale a San Michele di Papà Leone XIII (completa la puoi trovare in archivio ) profetica

Questi sì astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell'immacolato Agnello, ed hanno posto empie mani sui suoi più sacri possedimenti. Nel luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia della Verità per la luce del mondo, essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà, con l'iniquo piano per il quale allorché il Pastore viene colpito le pecore siano disperse.
Massimo M.I.
Scusa lacroce, ma non ti passa mai per la mente che Bergoglio non è stato eletto da Dio ma come in passato dai Borgia mentre vi era un altro Papà a due? Non ricordo bene, chiedo scusa
Francesco I
Mi scusi, ma quello che insegna Santa Romana Chiesa è questo:
Il Papa parla di Giuda, del suo suicidio e del diverso comportamento di Pietro
Bergoglio, invece, dice tutto il contrario. Si documenti !
lacroce
Infatti questo è un TUO PENSIERO, che non coincide con ciò che la Chiesa insegna... hai confermato quello che ho appena detto: negli attacchi alla figura del Pontefice c'è un paradosso di base, cioè un attacco alla Verità in difesa della Verità. Un po' come quelli che dicono che la Verità non esiste ma non si accorgono che ciò che dicono è già una verità è cadono nella contraddizione. Fatto …Altro
Infatti questo è un TUO PENSIERO, che non coincide con ciò che la Chiesa insegna... hai confermato quello che ho appena detto: negli attacchi alla figura del Pontefice c'è un paradosso di base, cioè un attacco alla Verità in difesa della Verità. Un po' come quelli che dicono che la Verità non esiste ma non si accorgono che ciò che dicono è già una verità è cadono nella contraddizione. Fatto sta, lo ripeto sempre, che il compito PRINCIPALE del cristiano è la salvezza della propria anima, e questa non si raggiunge con un dottorato in teologia, ma con la carità. Vedi tu se essere contro lo Spirito Santo è caritatevole, perché io non obbedisco al papa per Bergoglio, ma per il suo primato che viene direttamente dall'alto. Poi le dietrologie sulla sua elezione non mi riguardano, nessuno c'ha fatto ancora una verità di fede
Francesco I
Quello di Bergoglio non è "magistero della chiesa" ma solo il balbettio di un confusionario. Confronti le stupidaggini che dice :
Bestemmie di Bergoglio! .........Domine, miserere nobis !
Con il corretto insegnamento di Sua Santità Benedetto XVI che se da un lato riguarda lo stesso argomento, dall'altro dice esattamente l'opposto del "lìder maximo"
Il Papa parla di Giuda, del suo suicidio e del …Altro
Quello di Bergoglio non è "magistero della chiesa" ma solo il balbettio di un confusionario. Confronti le stupidaggini che dice :

Bestemmie di Bergoglio! .........Domine, miserere nobis !

Con il corretto insegnamento di Sua Santità Benedetto XVI che se da un lato riguarda lo stesso argomento, dall'altro dice esattamente l'opposto del "lìder maximo"

Il Papa parla di Giuda, del suo suicidio e del diverso comportamento di Pietro

Il compito di un pastore è di parlare chiaro in quanto "in claris non fit interpretatio". invece pare che Bergoglio si diverta a cercare di confonderci le idee ! Si ricordi quanto dice Gesù Mt5, 37 "Sit autem sermo vester: “Est, est”, “Non, non”; quod autem his abundantius est, a Malo est"
lacroce
Quindi voi vi ritenete COMPLETAMENTE perfetti? La predica deve anche diventare pratica, e chi tra noi può dire di essere giusto ogni giorno o almeno un solo secondo della sua vita? Se c'è confusione è perché molti di noi non rispettano il Magistero della Chiesa e contraddicono l'autorità del Papa, nel verso o nell'altro, che dovrebbero rispettare. Invece sono zelanti nell'adempiere le piccole …Altro
Quindi voi vi ritenete COMPLETAMENTE perfetti? La predica deve anche diventare pratica, e chi tra noi può dire di essere giusto ogni giorno o almeno un solo secondo della sua vita? Se c'è confusione è perché molti di noi non rispettano il Magistero della Chiesa e contraddicono l'autorità del Papa, nel verso o nell'altro, che dovrebbero rispettare. Invece sono zelanti nell'adempiere le piccole cose in cui possono mostrarsi devoti e poi tralasciano quelle importanti. Lo ha detto Gesù: Misericordia voglio e non sacrifici. Non gliene importa a nessuno di chi è la colpa, ma a tutti importa chi risolve il risultato negativo della colpa. Ricordatevi che gli scismi e le eresie sono arrivati sempre perché si è contraddetta l'autorità papale, ieri come oggi. Il falso pastore (cosi entro anch'io nella vostra ottica futuristica) ve lo garantisco, non solo deve ancora arrivare, ma molti di quelli che oggi fanno i "paladini della giustizia" non avranno il coraggio nemmeno di respirare. Voglio vedere poi chi è che si immola per la Patria...
CristianoD.O.C
La confusione regna sovrana....anche tra i fedeli.
Meno male che un Grande Uomo/Dio
2000 anni fa disse:
"Che il vostro parlare sia si si,no no
Il piùviene dal maligno "
Mahhh mistero della nuova teologia ....Altro
La confusione regna sovrana....anche tra i fedeli.
Meno male che un Grande Uomo/Dio
2000 anni fa disse:
"Che il vostro parlare sia si si,no no
Il piùviene dal maligno "

Mahhh mistero della nuova teologia ....
Francesco I
D'altra parte come possiamo fidarci di un individuo che vìola il giuramento fatto ? Bergoglio violò il giuramento dei gesuiti che impedisce loro di diventare papi !
Francesco I
La differenza fondamentale tra l'insegnamento evangelico e quello molto distorto di Bergoglio è che alla donna adultera Gesù dice "Va' e non peccare più !" mentre Bergoglio "plaude il vizio e la virtù deride...."
Bergoglio contro il Rosario
Egli, inoltre invita i sodomiti a fare propaganda omosessuale
Libri gender a Venezia: il Pontefice benedice le due editrici lesbiche
E, per di più redarguisce …Altro
La differenza fondamentale tra l'insegnamento evangelico e quello molto distorto di Bergoglio è che alla donna adultera Gesù dice "Va' e non peccare più !" mentre Bergoglio "plaude il vizio e la virtù deride...."

Bergoglio contro il Rosario

Egli, inoltre invita i sodomiti a fare propaganda omosessuale

Libri gender a Venezia: il Pontefice benedice le due editrici lesbiche

E, per di più redarguisce un povero prete che si è rifiutato di dare l'eucaristia ad una coppia sodomita
Vaticano, Papa Francesco riceve un trans e la sua fidanzata

Evidentemente Bergoglio non conosce neppure il catechismo:

Quali sono i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio ?

I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio sono quattro:
1) L'omicidio volontario
2) Rapporti sessuali contro natura
3) Oppressione dei poveri
4) Non pagare la giusta mercede agli operai

Sancte Pie V et Sancte Pie X, orate pro nobis et pro conversione papae Francisci
alfons maria stickler
Non cerchiamo scuse! Un papa non può muoversi ambiguamente, deve essere chiaro. Deve RISPONDERE!!! Deve fare chiarezza. Tutto ciò che Francè e i suoi leccac... di vescovi non fanno.
lacroce
@Massimo M.I., giusto, però la dottrina non si conosce solo con la mente, ma diventa perfetta nel cuore. Quando vedi nel peccatore non solo un complotto spirituale diabolico, ma anche l'immagine di un poveretto, allora, secondo me, si può capire come e perché il Papa si muove in questo modo apparentemente ambiguo. Anch'io infatti, all'inizio della mia conversione, lo contestavo con la stessa …Altro
@Massimo M.I., giusto, però la dottrina non si conosce solo con la mente, ma diventa perfetta nel cuore. Quando vedi nel peccatore non solo un complotto spirituale diabolico, ma anche l'immagine di un poveretto, allora, secondo me, si può capire come e perché il Papa si muove in questo modo apparentemente ambiguo. Anch'io infatti, all'inizio della mia conversione, lo contestavo con la stessa ipocrisia del Fariseo.
Massimo M.I.
Grazie per il brano. Applicando questa lezione al tema Bergoglio credo che la giusta prospettiva sia : odiare il peccato ( le false dottrine ) e amare il peccatore (pregare per lui ) bisogna però tener conto che queste false dottrine tendono a negare il peccato o scusarlo omettendo quella parte che è presente nel brano della Valtorta e nella dottrina della Chiesa : " va e non peccare più. Non so …Altro
Grazie per il brano. Applicando questa lezione al tema Bergoglio credo che la giusta prospettiva sia : odiare il peccato ( le false dottrine ) e amare il peccatore (pregare per lui ) bisogna però tener conto che queste false dottrine tendono a negare il peccato o scusarlo omettendo quella parte che è presente nel brano della Valtorta e nella dottrina della Chiesa : " va e non peccare più. Non so chi più di me ha avuto modo di costatare la Sua misericordia, ma non vorrei più peccare.
È carità verso il prossimo mettere in luce le macchinazioni del diavolo.