«San Paolo → Nessuno vi inganni in alcun modo» PUBBLICATO IL 5 MAGGIO 2020 LUISAPICCARRETA È giunto il momento di riproporre senza indugi e con decisione un mio lavoro, un articolo davvero Altro
«San Paolo → Nessuno vi inganni in alcun modo»

PUBBLICATO IL 5 MAGGIO 2020 LUISAPICCARRETA

È giunto il momento di riproporre senza indugi e con decisione un mio lavoro, un articolo davvero imbarazzante (è un eufemismo), di cui sento in modo pregnante la paternità, ripreso dal mio vecchio blog e pubblicato su gloria tv.

Sebbene abbia scatenato un’accesa polemica provocando un forte scandalo, tuttavia però nessun fatto citato o raffigurato è stato sinora smentito, anzi. Giacché gli eventi ecclesiali degli ultimi tempi, inseriti nella loro cornice della battaglia escatologica ne confermano a pieno titolo tutta la loro veridicità. Era il 25 settembre 2017.

Lo rileggiamo insieme col senno del poi, integrandolo con la seguente riflessione odierna messa di fronte alla lettura del Vangelo di Giovanni che prende spunto da alcuni versetti direi illuminanti, estratti dalla liturgia della parola di domenica scorsa, la quale pone le linee guida al fine di identificare il Buon Pastore da quello cattivo, ovvero discernere la differenza tra Lui e un ladro, un “mercenario”:

«In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore.

Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore». (Gv 10,1-2.10-15)

Sono passati sette anni dall’ultimo tormentato Conclave del 2013 che si svolse nella Cappella Sistina, quando venne convocato a seguito della «rinuncia» di Sua Santità Benedetto XVI, avvenuta il 28 febbraio dello stesso anno.

Ecco il punto. Questi primi due versetti dell’evangelista Giovanni marcati in rosso alludono chiarissimamente all’elezione più discussa della storia della Chiesa, al Conclave del 12 / 13 marzo 2013. Poiché per la grave irregolarità e invalidità si sospetta essere stato pilotato: intento cospirativo.

Uno dei membri elettori e regista del Gruppo di San Gallo che portò Jorge Maria/o Bergoglio a salire sul Soglio Pontificio dopo cinque scrutini (vedi: mafia di San Gallo; il giallo del doppio nome di papa Francesco*), fu il card. Achille Silvestrini: una figura chiave. Amico di Sergio Matteralla, di Romano Prodi, del cardinale Parolin e morto nel giorno di un falso ed infausto trionfo italiano, quando il suo “pupillo” Giuseppe Conte inaugurava il Conte bis, ossia: il 66mo governo della Repubblica Italiana. Era il 29 agosto 2019.

«Chi combina le combinazioni?» (Padre Pio)

Luciano Mirigliano

« I bambini sono innocenti e amano la giustizia,
mentre la maggior parte degli adulti è malvagia e preferisce la misericordia
. »
Gilbert Keith Chesterton
.
Viviamo un momento di lotta, da cui nessuno deve disertare, poiché ciascuno ha comunque almeno una delle tre armi: la preghiera, la parola, la penna. E restare in pace: “I miti possederanno la terra”. (Card. Carlo Caffarra)

«LE 7 ERESIE DI FRANCESCO»

Correctio filialis de haeresibus propagatis

« Ci riferiamo alle proposizioni che Vostra Santità, mediante parole, atti e omissioni – come già descritto – ha in effetti sostenuto e propagato, causando grande e imminente pericolo per le anime.

Pertanto, in quest’ora critica, ci rivolgiamo alla cathedra veritatis, la Chiesa Romana, che per legge divina ha preminenza su tutte le Chiese e della quale siamo e intendiamo rimanere sempre figli leali. Rispettosamente insistiamo affinché Vostra Santità pubblicamente rigetti queste proposizioni, compiendo così il mandato di Nostro Signore Gesù Cristo dato a Pietro e attraverso di lui a tutti i suoi successori fino alla fine del mondo: «Ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli
».

«La lettera […] afferma che il Papa, con la sua esortazione apostolica Amoris laetitia e con altre parole, atti e omissioni, ha sostenuto efficacemente 7 posizioni eretiche sul matrimonio, sulla vita morale e sull’accoglienza dei sacramenti. […]

La legge ecclesiale richiede che le persone competenti non rimangano in silenzio quando i pastori della Chiesa stanno ingannando il gregge. […] La lettera mostra come Luther, il fondatore del protestantesimo, aveva idee sul matrimonio, il divorzio, il perdono e la legge divina che corrispondono a quelle che il papa ha promosso per parola, azione e omissione.»

IL SANGUE VERSATO
PER L’INDISSOLUBILITÀ DEL MATRIMONIO

– SAN GIOVANNI FISHER E SAN TOMMASO MORO –


«Giovanni Fisher e Tommaso Moro furono giustiziati e, cogliendo la palma d’un glorioso martirio, volarono dalla prigione terrena ai gaudi dell’eterna beatitudine. Con san Giovanni Battista, essi sono i martiri dell’indissolubilità del matrimonio come non mancò di affermare Pio XI in occasione della loro canonizzazione: essi morirono perché non desistettero di “illustrare, provare e difendere coraggiosamente la santità del casto connubio”. »

«La sentenza venne eseguita alle 10 del 22 giugno 1535 nella Torre di Londra: la sua testa rimase esposta all’ingresso del ponte di Londra fino al 6 luglio, quando venne gettata nel Tamigi e sostituita da quella di Tommaso Moro, che nella sua autodifesa, dopo la condanna a morte, disse che la vera causa della sua accusa di tradimento era stato il rifiuto di accettare l’annullamento del matrimonio di Enrico con Caterina. »

«Prima di morire, mentre nella torre di Londra Fisher meditava sull’incredibile cambiamento di scena avvenuto in Inghilterra negli ultimi 10 anni. “Guai a noi – scrisse nel suo libro sulla necessità della preghiera – che siamo nati in questi tempi maledetti, tempi – e lo dico piangendo – in cui chiunque abbia il minimo zelo per la gloria di Dio [… ] sarà mosso al pianto vedendo che tutto va alla rovescia, il bell’ordine delle virtù è capovolto, la luce splendente della vita è estinta, e della Chiesa non è rimasto nulla se non palese iniquità e falsa santità. La luce del buon esempio è spenta in coloro che dovrebbero brillare come lucerne in tutto il mondo […]. Purtroppo da loro non viene alcuna luce, ma solo tenebre oscure e inganno pestilenziale per cui innumerevoli anime si perdono”. Queste parole erano indirizzate anzitutto ai vescovi che, mancando gravemente al loro dovere di pascere il gregge di Cristo, invece di opporsi, con l’esempio e la predicazione, alla tirannia di Enrico, avevano tristemente cooperato all’apostasia con il loro silenzio colpevole. »

«San Tommaso Moro, nella stessa prigione e nel medesimo tempo, scriveva il suo “De tristitia Christi”, la sua opera sull’infinito amore e l’inesausta misericordia di Dio. Anche lui, riflettendo sull’apostasia dei vescovi inglesi, scriveva: “Se un vescovo è sopraffatto da uno stupido sonno che gli impedisce di compiere il suo dovere di pastore delle anime – come il capitano pauroso di una nave che, atterrito dalla tempesta, si nasconde e abbandona l’imbarcazione alle onde – se un vescovo agisce in questo modo, io non esito a paragonare la sua tristezza a quella che conduce all’inferno. Anzi, la considero assai peggiore poiché tale tristezza in questioni religiose sembra derivare da una mente che dispera dell’aiuto di Dio”. »

«Lo scisma anglicano è fondato su un divorzio. Se l’indissolubilità del matrimonio venisse negata, occorrerebbe per logica revocare la scomunica di Enrico VIII e a tutta la chiesa anglicana da lui fondata. Ma rimarrebbe il sangue dei martiri di quell’indissolubilità a testimoniare che il matrimonio è di diritto divino e nessuno, neppure “la Chiesa ha su di esso alcun potere” .. »

«L’indissolubilità del matrimonio è nell’ora attuale al centro di un acceso dibattito. Memori di ciò che avvenne nel XVI secolo in Inghilterra, non ci stupiremo di trovare nella Chiesa vescovi pavidi e pronti alla resa. Confidiamo che la divina Provvidenza susciti miracolosamente anime generose, pronte a difendere i diritti di Dio, vescovi e laici emuli di san Giovanni Fisher e Tommaso Moro. Ma soprattutto speriamo che, nello scenario decadente che è sotto i nostri occhi, non ci tocchi la cattiva sorte di trovare nelle gerarchie ecclesiastiche qualche novello Erode o Enrico VIII: quod Deus avertat!» (di Cristiana de Magistris).

I FALSI DOTTORI

«Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall’ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza.» (1 Timoteo 4, 1-2)

«O Dio, chi è simile a te? Non tacere e non trattenerti, o Dio: poiché, ecco, i tuoi nemici hanno suonato l’allarme e quanti ti odiano hanno alzato il capo. Sul tuo popolo hanno tenuto consiglio con ostilità e hanno pensato contro i tuoi santi. […] Poiché hanno pensato in modo unanime, insieme hanno stretto alleanza contro di te […] tutti i loro capi, che hanno detto: «Prendiamo in possesso il Santuario di Dio» (dal Sal 82).

«La sola Croce è quella che fa conoscere se veramente si ama il Signore.
Però la Croce portata con pazienza e rassegnazione,
perché dove c’è pazienza e rassegnazione nelle croci c’è Vita divina
».
(Gesù a Luisa Piccarreta)

QUANDO SI CHIEDE OBBEDIENZA
PER TRADIRE LA VERITÀ


Il riportare tutto in materia di fede all’ubbidienza può essere un modo come un altro di dire che si disprezza la verità. E ciò significa mancare all’ubbidienza più profonda che è quella dello Spirito”. (Henri-Marie Cardinal De Lubac)

SAN PAOLO
APOSTOLO DELLE GENTI


«Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene.

Solo allora sarà rivelato l’empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all’apparire della sua venuta, l’iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l’amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d’inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all’iniquità.
» (2 Tes 2, 3-12 )

* P.S. L’articolo segnalato non è più disponibile. Per quale motivo? La neo censura forse ha cancellato ogni traccia? Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Così il giallo del “doppio nome” di papa Francesco si infittisce. Cresce il sospetto sulla sua vera identità cambiata a ridosso dell’elezione. Jorge Mario pare si chiamasse addirittura «José Maria Bergoglio». Sia all’estero che in Italia gli indizi sono forti. La domanda tuttavia nasce spontanea: come mai un cardinale di Santa Romana Chiesa “eletto” papa si fa sostituire i nomi di «José Maria» in Jorge Mario? Che bisogno c’era? “Giuseppe Maria” sono considerati nomi sacri e importantissimi, rappresentano i custodi della Sacra Famiglia. Ai posteri l’ardua sentenza.

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Pietro da Cafarnao
Volevo scrivere qualcosa su l'articolo di umiliazione a Costanza Miriano ma il giornalista che riporta la notizia ha disabilitato i commenti perciò scrivo qui. L'articolo è questo:
Abbiamo notato anche che Costanza Miriano di solito ha modi molto scontrosi, di rimprovero, travolgenti che non aiutano ad aprire il dialogo
Tanto di onore e di inchino alla giornalista da parte mia. Io non conosco …Altro
Volevo scrivere qualcosa su l'articolo di umiliazione a Costanza Miriano ma il giornalista che riporta la notizia ha disabilitato i commenti perciò scrivo qui. L'articolo è questo:
Abbiamo notato anche che Costanza Miriano di solito ha modi molto scontrosi, di rimprovero, travolgenti che non aiutano ad aprire il dialogo

Tanto di onore e di inchino alla giornalista da parte mia. Io non conosco l'enciclica in questione, ma vanto un titolo accademico in Scienze Religiose e ho maturato competenze di ordine etico ed educativo, e non vado oltre. Facendo riferimento a S.Paolo e ai quattro evangelisti, il marito deve aver a cuore la propria moglie, come fosse per se stesso. Guardando la cosa sotto un profilo morale l'uomo deve tenere in grande considerazione tutte le esigenze della famiglia, della donna, che è la sua massima consigliera. All'uomo però spetta il compito finale di riassumere le decisioni importanti all'interno del patto coniugale, alla luce del Vangelo e degli insegnamenti della Chiesa cattolica. Detto questo imparate a metter in pratica, anche ciò che afferma S Paolo, in merito a quelle donne che vogliono essere coloro che dirigono la società e vogliono far del proprio corpo quello che vogliono, ma che anche di questo devono rendere conto sia al proprio marito che a Dio. Se la famiglia, quella fondata da Dio e non dalle donne è allo sfascio molto merito ce l'hanno le leggi dell'aborto e del divorzio. Ecco cosa scrive S. Paolo sotto ispirazione divina, poiché nella scala gerarchica del Magistero della Chiesa é la Parola di Dio che prevale, e S. Paolo è parte integrante del Vangelo e viene prima delle parole illuminanti dei teologi.
In due passi S.Paolo scrive questo e trova conferma anche nell'Antico Testamento, a testimonianza, che Dio non cambia, perché le sue leggi e la sua morale non cambiano e S.Paolo afferma ben due volte la cosa, a dimostrazione, che non si è sbagliato. È l'uomo bastardo com'è a cambiare, in base al suo pensiero orgoglioso.

"Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo" (1Timoteo 2, 12).

"Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. 35 Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea" (1Corinzi 14, 34-35).