Tempi di Maria
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"Pandemonio" e "martirio bianco" Testimonianza commovente di una sorella!

Cari fratelli e sorelle, speravo in cuor mio che qualcuno mi inviasse una testimonianza di questo tipo che parla a tantissime anime che condividono il medesimo Calvario e le stesse sensazioni spirituali della sorella che scrive. Con il di lei permesso, condivido questa testimonianza con la certezza che aiuterà tanto non poche sorelle (e forse anche qualche fratello) nel loro travagliato cammino cristiano di santità!

* * *

Caro Fra Pietro, ho ascoltato la Sua riflessione e mi sono consolata un po’. Da tempo sento questa “pesantezza” nell’aria e mi son sempre chiesta se sono solo io più “ricettiva” o se davvero il mondo è diventato oggetto di un immenso rito satanico giornaliero.

Mi sento schiacciata, mi manca il respiro. E mi sento anche tremendamente sola. Ormai non me ne faccio più un problema, anzi, sento di aver bisogno di silenzio e di solitudine come dell’aria per respirare. Ho lentamente smesso di fare tutto, non ho più interesse per niente. Io vedo le cose e le trovo senza senso, vuote, inutili.

Trovo ristoro nel silenzio e alla presenza del Signore. Attualmente mi trovo anche piuttosto arida, con molta fatica nella preghiera ma mi sforzo, consapevole che se dovessi smettere sarei perduta.

In pausa pranzo scappo nella chiesa del paese in cui lavoro: è sempre aperta, desolata, immersa in un divino silenzio.

Io mangio di corsa e poi vado lì, mi siedo sulle panche, parlo col Signore, mi ritempro. A volte sto in silenzio, a volte dico il Rosario oppure apro la mia piccola Tabor e leggo qualcosa. È il mio piccolo angolo di Paradiso. Sono i 20 minuti più belli di tutta la giornata. Siamo soli, io e il Signore.

Nel prato davanti alla chiesa questa primavera trovavo sempre le margherite e io ne raccoglievo ogni giorno un paio e una volta in chiesa salivo fino al tabernacolo per adagiarle davanti alla porticina. Poca roba, ma mi rendeva tanto felice!

Non ho solo parlato. Ho anche pianto con Gesù. E pianto tanto. Vivo un martirio - se così posso chiamarlo - nel mio matrimonio. Un marito che non ha la Fede e che da me si è allontanato da quando sono tornata a Cristo. A detta sua, non avremmo più niente in comune.

Viviamo da quasi 4 anni come fratello e sorella, per me è una grossa umiliazione, la mia sola “colpa” sarebbe quella di voler mettere Dio al primo posto e devo educare i miei bambini alla Fede quasi di nascosto, perché altrimenti io “gli faccio il lavaggio del cervello”.

Ho un bambino di 6 anni che sa già leggere e che dal nulla, ogni sera, ha iniziato a prendere la Bibbia per sfogliarla… e mio marito per paura di non so cosa, ha iniziato a riporla nel ripiano più alto dello scaffale, al solo scopo di non fargliela prendere.

Sono dettagli questi. Io piangevo davanti al Signore per la conversione di mio marito, per l’unità del nostro matrimonio… e poi un giorno, disperata perché il Figlio “non ci sente”, ho implorato la Madre.

L’intuizione non ha tardato a farsi attendere.


Ho iniziato a riflettere ed è stato come essere illuminata sul fatto che non stavo pregando per la salvezza dell’anima di mio marito, ma per il mio egoismo di tornare ad essere una coppia, per la mia felicità… e allora lo Spirito Santo mi ha illuminata con Giacomo 4,3.

La preghiera è sgorgata da sola dal cuore. Ho sacrificato me stessa e il mio matrimonio, purché si salvi. Non importa se non mi amerà più: purché si salvi.

Sono stata temeraria? Non lo so, io ho sentito che dovevo farlo. Dio mi ha chiesto di salvare l’anima di mio marito e io ho dato in cambio la mia felicità, il mio stesso matrimonio, a costo di avere accanto un uomo che non mi ama più, pur di sapere che un domani si salverà.

Riflettendo sulla mia vita di Fede ho notato di come all’inizio ero spaventata all’idea di cedere anche solo un pezzettino di me al Signore per un bene più grande. E ora mi ritrovo a dargli me stessa, non importano le condizioni, purché chi amo possa salvarsi.

Del resto, il non essere amata mi rende simile a Gesù: quante volte Lui dona se stesso per la salvezza di un essere umano e quello nemmeno lo ama?

Ma chi ama non può fare altrimenti: si deve donare. Deve vincere la paura di perdere se stesso. Ognuno ha il suo piccolo calvario, Dio sa cosa una persona può ho sopportare.

A me ha chiesto di portare il martirio di un matrimonio fragile come un cristallo, dove sento immensa nostalgia anche solo di una carezza da parte di mio marito. Ma ho sacrificato tutto, purché lui torni al Signore.

Ho anche notato che da quando prego per lui, ha iniziato a star male, a sprofondare in un malessere e in un senso di vuoto che non sa spiegarsi. Per me è segno che Dio è all’opera…

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p. s. Garantisco la rettitudine dell'insegnamento dottrinale offerto nelle catechesi dei padri impegnati in queste esposizioni. Le catechesi di Padre Donato (il sacerdote che cura il Credo, i 10 Comandamenti, i Sacramenti e i Precetti della Chiesa) sono vivamente consigliate

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Raccolta di perle di sapienza e ricca soprattutto di aforismi tratti dagli insegnamenti immortali dei Santi. Questa raccolta risponde allo scopo di offrire un "vademecum di vera razionalità e spiritualità", fatto di schegge di luce che toccano un po' tutti i temi più importanti.

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Nino Cutuli
Permettimi un commento alla tua esperienza sofferta e senz'altro gradita a Dio. Sono un marito felice e con mia moglie ci siamo formati per anni sul Sacramento del Matrimonio, è per questo che ti scrivo. Tu scrivi che hai sacrificato tutto compreso il tuo matrimonio, ti capisco ma mi permetto di dirti che non devi sentire di aver sacrificato il tuo matrimonio. Pregando per tuo marito, assecondando …Altro
Permettimi un commento alla tua esperienza sofferta e senz'altro gradita a Dio. Sono un marito felice e con mia moglie ci siamo formati per anni sul Sacramento del Matrimonio, è per questo che ti scrivo. Tu scrivi che hai sacrificato tutto compreso il tuo matrimonio, ti capisco ma mi permetto di dirti che non devi sentire di aver sacrificato il tuo matrimonio. Pregando per tuo marito, assecondando silenziosamente le sue scelte che vedi essere sbagliate e continuando a fare ciò che fai non stai sacrificando il tuo matrimonio, tu LO STAI VIVENDO IN PIENEZZA come pochi altri sanno fare. Perchè il senso del Sacramento del Matrimonio è quello di santificarsi nella vita a due (i due saranno una sola carne dice la Sacra Scrittura) ed aiutare il partner a diventare santo. Il Matrimonio specifica il mezzo con il quale si è chiamati alla santità nel Battesimo. Non ci si sposa per essere felici, ci si sposa per rendere felici lui/lei... la felicità vera è quella che nessuno potrà toglierci: la Santità. Continua sempre così, VIVI IL TUO SACRAMENTO DEL MATRIMONIO.
Francesca Amato condivide questo
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