Certi cristiani, allorché una persona è spirata, esclamano quasi con sollievo: “ Ha finito di patire!”. Ebbene proprio in quel momento, in quel luogo, si sta compiendo il giudizio. E chi sa che non …Altro
Certi cristiani, allorché una persona è spirata, esclamano quasi con sollievo: “ Ha finito di patire!”.

Ebbene proprio in quel momento, in quel luogo, si sta compiendo il giudizio. E chi sa che non cominci quell’anima a soffrire?! E che ne sappiamo noi dei giudizi divini? Che se non avrà meritato l’inferno, come siete sicuri che non abbia meritato il Purgatorio? Innanzi a quel cadavere, in quel momento in cui si decide l’eternità, inchiniamoci medita bondi e pregando.

Nella storia del Padre Stanislao Kostka, domenicano, si legge il fatto seguente, che riferiamo perché ci sembra adatto ad ispirarci un giusto terrore dei patimenti del Purgatorio.

«Un giorno, mentre questo santo religioso pregava pei defunti, vide un’anima, tutta divorata dalle fiamme, alla quale, avendo egli domandato se quel fuoco fosse più penetrante di quello della terra: Ahimè! rispose gridando la misera, tutto il fuoco della terra, paragonato a quello del Purgatorio, è come un soffio d’aria freschissima:
– E come mai ciò è possibile? soggiunse il religioso; bramerei pur farne la prova, a condizio ne che giovasse a farmi scontare una parte delle pene che dovrò un giorno soffrire nel Purgatorio.
– Nessun mortale, replicò allora quell’anima, potrebbe sopportarne la minima parte, senza morirne all’istante; tuttavia, se tu vuoi convincertene, stendi la mano.

Su di essa il defunto fece cadere una goccia del suo sudore, o almeno di un liquido, che aveva l’apparenza di sudore, ed ecco all’improvviso il religioso emettere grida acutissime e cadere in terra tramortito, tanto era grande lo spasimo che provava.

Accorsero i suoi confratelli, i quali, prodigategli tutte le cure, ottennero che ritornasse in sé. Allora egli, pieno di terrore, raccontò lo spaventoso avvenimento, di cui era stato testimone e vittima, e conchiuse il suo discorso con queste parole: Ah! fratelli miei, se ognuno di noi conoscesse il rigore dei divini castighi, non peccherebbe giammai; facciamo penitenza in questa vita per non farla nell’altra, perché terribili sono quelle pene; combattiamo i nostri difetti e correggiamoli, (specialmente guardiamoci dai piccoli falli); il Giudice eterno tiene stretto conto di tutto.

La Maestà divina è tanto santa che non può soffrire nei suoi eletti la minima macchia.

Dopo di che si pose in letto, dove visse, per lo spazio di un anno, in mezzo ad incredibili sofferenze, prodottegli dal l’ardore della piaga che gli si era formata sulla mano.

Prima di spirare esortò nuovamente i suoi confratelli a ricordarsi dei rigori della divina giustizia, dopo di che morì nel bacio del Signore».
Lo storico soggiunge che questo esempio terribile rianimò il fervore in tutti i monasteri e che i religiosi si eccitavano a vicenda nel servizio di Dio, onde essere salvi da sì atroci supplizi.

Meditazioni sul Purgatorio

5° Giorno: LE PENE DEL PURGATORIO I


Quando le anime in Purgatorio ritornano dai morti
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo
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