12 Aprile. SAN GIUSEPPE MOSCATI. Giuseppe Moscati, prima che iniziasse l'autopsia, davanti al cadavere che gli portavano si faceva il Segno della Croce; solo dopo egli tagliava, apriva ed esaminava in …Altro
12 Aprile.
SAN GIUSEPPE MOSCATI.

Giuseppe Moscati, prima che iniziasse l'autopsia, davanti al cadavere che gli portavano si faceva il Segno della Croce; solo dopo egli tagliava, apriva ed esaminava in Nome della Scienza, rendendo onore a quel corpo che Dio aveva creato, amato e fatto vivere.
Un gesto consueto quello di Giuseppe Moscati, un Medico Italiano, nostro contemporaneo, il laico proclamato Santo, il 25 Ottobre 1987, da Papa Giovanni Paolo II.
Nato nel 1880, settimo dei nove figli di un Magistrato, Giuseppe segue i trasferimenti del padre da Benevento ad Ancona e poi a Napoli, dove nel 1903 consegue a pieni voti la Laurea in Medicina.
Lavora dapprima agli Ospedali Riuniti, poi a quello di Santa Maria del Popolo, detto degli "Incurabili", nel quale diventerà Primario per esami nel 1911.
Vive tra Scienziati illustri, Maestri di Medicina, quasi tutti positivisti e materialisti, nonché rigidamente avversi alle tendenze verso la Fede; questi luminari, però, riconoscono in Moscati l'uomo votato alla vera Scienza.
Si succedono così per lui incarichi di responsabilità, come la cura degli infermi, la Direzione della ricerca, l’Insegnamento.
Un ricco Curriculum Medico, accanto al quale non ve ne è un altro speciale e distinto, in definitiva un vero Curriculum da Santo.
Lui, così, è insieme Medico e Santo, ogni giorno; per lui vivere significa lavorare, pregare, studiare.
A un giovane medico scrive: «Non lascerete di coltivare e rivedere ogni giorno le vostre conoscenze.
Il Progresso sta in una continua critica di tutto ciò che apprendiamo».
Di pari passo con quella Scientifica, in lui è di primaria importanza anche la propria formazione culturale cristiana.
Per lui, quindi, la ricerca quotidiana e la Santa Comunione sono due momenti dello stesso impegno.
Per deridere la sua Fede, qualcuno lo attira in qualche equivoco tranello, ma lui si "difende" entrando in una Chiesa a pregare, per tornare poi tranquillo al microscopio, alla corsia, agli studenti.
Moscati sarà considerato un precursore della “moderna biochimica”.
Intanto, già sui trent'anni, le sue diagnosi fulminee ed esatte lo rendono famosissimo, molto stimato anche dal sommo clinico Antonio Cardarelli.
In tale contesto, egli innanzi a sé ha tutte le prospettive per divenire uno dei maggiori "baroni".
Ma Giuseppe Moscati sente che le sue capacità e conoscenze sono soltanto un veicolo che proviene da Dio, per essere destinate a chi soffre.
Per le visite in casa, l'onorario è regolato da un cestino con una scritta: “Chi può metta qualcosa; chi ha bisogno prenda”.
Quando il malato è lontano e povero, è lui stesso che gli porta anche denaro.
Così il Dottor Giuseppe Moscati, durante le cure e dopo, come si preoccupa della guarigione del corpo, altrettanto cerca di curarne l’anima, portando il suo aiuto spirituale, per raddrizzarne le esistenze, per orientare i confusi.
Sempre Medico e sempre Apostolo, con un intensissimo ritmo, consuma presto la sua esistenza, per cui, a soli 47 anni, il 12 Aprile 1927, giorno della sua morte, era stato ancora giorno di visita.
Tre anni dopo, le sue spoglie sono state tumulate nella “Chiesa del Gesù Nuovo”, in Napoli.
Lisi Sterndorfer
Ora pro nobis