Papa Francesco, Antonio Socci: le sue manovre per far passare Ratzinger per fesso
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L' articolo riferisce la versione di Bergoglio (che già era stata fornita agli altri giornali) sugli ultimi eventi. La corte "argentina" fa sapere che mons. Gaenswein è stato sollevato dall'incarico di Prefetto della Casa pontificia perché non ha evitato - come segretario di Benedetto XVI - che il papa emerito venisse «presentato furbescamente» come co-autore del libro con il card. Sarah in difesa del celibato ecclesiastico.
Leggi anche: Papa Francesco, cosa c'è dietro la cacciata di padre Georg Così i bergogliani vogliono far passare tre idee:
1) che Benedetto XVI si faccia usare come se non fosse in grado di badare a se stesso e per questo dovrebbe essere isolato e silenziato;
2) che il card. Sarah sia uno che strumentalizza il papa emerito per sue operazioni personali;
3) che mons. Gaenswein non avrebbe vigilato per impedirlo. In realtà le cose stanno in modo opposto.
Benedetto XVI è perfettamente lucido e consapevole, come tutti sanno (è ancora la migliore mente della Chiesa cattolica), e intendeva intervenire in difesa del celibato ecclesiastico messo in discussione dal Sinodo amazzonico. A metà gennaio - quando Le Figaro fece l' anticipazione del libro col card. Sarah - Bergoglio fece una sfuriata con mons. Gaenswein ordinandogli di far "saltare" l' operazione editoriale. Mons. Gaenswein provò a mettere in discussione la grafica con la doppia firma della copertina cosicché la grancassa bergogliana poté diffondere la notizia che Benedetto XVI ritirava la firma e si dissociava dall' operazione. Ma non era vero. Infatti il card. Sarah rese note le lettere intercorse fra i due autori e Benedetto XVI lo ricevette confermando il suo scritto e la sua approvazione. Di fatto, al di là della grafica delle firme, è chiaro a tutti che il libro è stato scritto di comune accordo e che Benedetto XVI non si è fatto imbavagliare. Il libro ha fatto capire al popolo cristiano che non è stato abbandonato da Benedetto XVI e che la sua paternità continua a vegliare sul cammino della Chiesa. Il suo pronunciamento ha con sé l' enorme forza di tutta la tradizione cattolica. La sua voce - con tutta evidenza - è la voce della Chiesa di tutti i tempi. Per questo il libro ha avuto un effetto dirompente. E risibile appare ora la polemica della corte bergogliana: «È stata evocata» scrive Franco «una contraddizione dottrinale tra i "due Papi", che ha irritato un Francesco accusato di essere per l' abolizione del celibato: sebbene i suoi consiglieri assicurino che non è così, come si capirà dalle sue conclusioni sul Sinodo sull' Amazzonia». Ci vuole poco a capire quanto è assurda questa versione. Se infatti Benedetto XVI e il card. Sarah hanno scritto cose identiche a quelle che professa Bergoglio, perché mai costui si è infuriato fino a "defenestrare" mons. Gaenswein per quel libro? In realtà Bergoglio voleva dare un colpo di piccone al celibato attraverso l' ordinazione dei "viri probati" e per questo aveva fatto richiedere questa innovazione nel documento conclusivo del Sinodo. Ma - dopo il pronunciamento così autorevole di Benedetto XVI - probabilmente non avrà il coraggio di farlo (stando a quanto dicono i suoi "consiglieri" a Massimo Franco e a quanto ha anticipato Avvenire). Per questo - avendo un carattere iroso e vendicativo - Bergoglio l' ha fatta pagare a mons. Gaenswein. Anche se il colpo al celibato che Bergoglio non darà direttamente nell'Esortazione post-sinodale delle prossime ore, potrebbe poi darlo per interposta persona attraverso il "rivoluzionario" Sinodo dei vescovi tedeschi. Il disappunto di Bergoglio deriva dalla constatazione che tutti continuano a sentire la voce di Benedetto XVI come l' autorevole voce del papa, mentre la sua è divisiva e viene percepita come quella di un politicante fazioso che non si comporta da papa. Infatti Franco annota anche il fastidio di Bergoglio e della sua corte per la pubblicazione - nell' aprile 2019 - degli Appunti di Benedetto sulla pedofilia, «con l' eco enorme che hanno ottenuto». Scrive Franco: «Si sono rivelati una fonte di imbarazzo per la cerchia papale. È stato notato con disappunto quanto l' analisi del pontefice emerito pesasse ancora e come fosse utilizzata strumentalmente dagli avversari di Bergoglio».
In realtà proprio Bergoglio e la sua cerchia in questi anni (come hanno dimostrato certi incidenti clamorosi) hanno tentato di strumentalizzare Benedetto XVI per legittimare gli strappi bergogliani. Ma papa Ratzinger non si è mai fatto usare da nessuno. Con la sua mitezza e la sua sapienza continua a esercitare il suo ministero. In una memorabile conferenza all' Università Gregoriana, proprio mons. Gaenswein spiegò: «Prima e dopo le sue dimissioni Benedetto ha inteso e intende il suo compito come partecipazione a un tale "ministero petrino". Egli ha lasciato il Soglio pontificio e tuttavia, con il passo dell' 11 febbraio 2013, non ha affatto abbandonato questo ministero egli non ha abbandonato l' ufficio di Pietro - cosa che gli sarebbe stata del tutto impossibile a seguito della sua accettazione irrevocabile dell' ufficio nell' aprile 2005». Il più stretto collaboratore di Benedetto XVI dunque ci spiega che per Joseph Ratzinger «l' accettazione dell' ufficio» di Pietro è «irrevocabile» e abbandonarlo è «del tutto impossibile». Chi ha orecchie, intenda.
Antonio Socci
liberoquotidiano.it
Ecco un esempio della "lucidità" di Bergoglio;