Oremus pro
1215
Il gesuita Pierre Teilhard de Chardin, eguagliato a “un San Tommaso d’Aquino” del ventesimo secolo, francese di primissima estrazione, intellettuale, asceta, eroe della prima guerra mondiale, studente brillante, insegnante scrupoloso a introdurre innovazioni, mistico più nel senso di “solitario”, scopritore dell’Uomo di Pechino (Sinanthropos), pioniere dell’archeologia nel Sin Kiang, nel deserto …Altro
Il gesuita Pierre Teilhard de Chardin, eguagliato a “un San Tommaso d’Aquino” del ventesimo secolo, francese di primissima estrazione, intellettuale, asceta, eroe della prima guerra mondiale, studente brillante, insegnante scrupoloso a introdurre innovazioni, mistico più nel senso di “solitario”, scopritore dell’Uomo di Pechino (Sinanthropos), pioniere dell’archeologia nel Sin Kiang, nel deserto del Gobi, in Birmania, sull’isola di Giava, nel Kashmir, nel Sudafrica…. Pierre Teilhard de Chardin , si mise così, di buzzo buono, a cercare un sistema innovativo che consentisse, dal punto di vista intellettuale cristiano, di accettare le teorie evoluzioniste di Darwin, pur conservando la fede.

Ciò che preoccupava l’Autorità di Roma per la difesa della fede era il tentativo di Teilhard di rendere razionali, materiali, i “misteri” della fede cattolica, pretendere di spiegare scientificamente il Divino e di rendere le verità della Rivelazione spiegabili in ogni punto con l’ausilio delle “provette” scientifiche e dei resti fossili. Insomma, una umanizzazione della fede. Roma non aveva torto di preoccuparsi delle teorie di Chardin, peraltro teorie appunto che non provenivano neppure dai Vangeli.

Egli creò per i francesi e i belgi, stanchi dell’ortodossia (cfr 2Tim.4,3-5), parole nuove da proclamare con fierezza e di cui far mostra. Teilhard fu responsabile di quell’apostasia fiammante che già bruciava lentamente i cervelli degli olandesi e tedeschi, assetati di innovazioni. Sempre la dottrina di Teilhard fu responsabile nell’aver alimentato il latente emozionalismo dei teologi anglicani, che oramai si stavano liberando delle rimanenze tradizionali (ricordiamo l’apertura alle donne-prete e poi vescovesse, ed oggi alle unioni omosessuali).

...

Padre David e padre Yves furono tra questi che, influenzati ed abbagliati, inebriati dalle idee innovatrici di Teilhard, arrivarono a toccare il fondo di questo “bicchiere della staffa”.

...

Durante un esame, padre David (che aveva già fatto esperienza in campo esorcistico) faceva da moderatore quando si accese una accanita disputa tra Yves e uno degli esaminatori, sui sette sacramenti. Ciò che colpì l’attenzione di padre David fu l’atteggiamento insolito (per una persona normale) di Yves, il suo repentino cambiamento di umore con una vistosa patina d’odio, l’accanimento che lasciava trasparire dalle parole che pronunciava con odio e sfida verso l’altro sacerdote esaminatore, e per le espressioni facciali che le accompagnavano, infine il disagio provato dall’esaminatore, l’imbarazzo, quel sudare e provare perfino un certo timore.

In parole brevi: Yves aveva insistito che tutti i sacramenti non erano altro che “espressioni” del postulato (4) per cui l’uomo per la sua natura sarebbe tutt’uno con il mondo che lo circonda. Ma una affermazione del genere è eretica! I sacramenti, infatti, sono il mezzo supremo di unione con Dio e le parole usate da Yves, invece, implicano che Gesù, dopo la sua morte, era “ritornato alla natura” e che perciò i sacramenti erano il nostro modo per essere “tutt’uno” con Gesù, e non nel “presunto regno del Paradiso” ma… in terra, in cielo, in mare, nell’universo, in tutto.

Padre David si sentì responsabile per l’accaduto perché ebbe come l’impressione che le sue lezioni sulla creazione e sull’origine dell’uomo (da lui filtrate attraverso le teorie di Teilhard), c’entrassero per qualche verso con la reazione di Yves, pensando che questi poteva aver interpretato malamente la dottrina di Teilhard.

...

Il fenomeno della possessione dovuto allo Spirito del Male progredisce seguendo la struttura della vita quotidiana, non è affatto facile individuarlo, delle volte ci vogliono persino anni prima che riesca ad uscire allo scoperto, e spesse volte deve essere provocato. Nel caso di padre Yves la possessione si sviluppò servendosi della struttura sacerdotale della sua vita, la quale non era semplicemente imbevuta delle idee di Teilhard, ma dottrine portate alle estreme conseguenze da Yves quali, per esempio, il sacramento del matrimonio riletto in chiave naturalistica, infine arrivò a toccare tutte le sue attività sacerdotali.

E’ qui importante ricordare che il sacramento dell’Ordine sacro coinvolge la persona integralmente. Il sacramento non gli conferisce solo una nuova capacità o una preziosa autorità. Si tratta piuttosto di una nuova dimensione dello spirito che influisce necessariamente su tutto ciò che il neosacerdote fa fisicamente e mentalmente. Qualsiasi deformazione di questa dimensione, dovuta all’introduzione di un qualunque elemento ostile o contrario, o assolutamente estraneo, comporta inevitabilmente fenomeni di disturbo e… di guai. E dove la dimensione del sacerdozio non può essere annullata né sostituita, può essere invece avvilita, trascurata, depredata, offesa, falsata, adulterata.

...

Pur continuando a celebrare i sacramenti padre Yves, in un latino seminascosto, modificava tutte le formule, ma alla fine dovette cedere e rassegnarsi ad uscire allo scoperto, quando non riuscì più a fingere il suo stato durante la Consacrazione. Fatti strani accadevano sempre più frequenti durante le sue messe, ma non erano eventi mistici, edificanti, o di santità… i diaconi e ministranti che lo aiutavano, provavano a volte anche “terrore”, ansia, confusione. Una volta Yves se la fece anche addosso… il parroco assistente, rendendosi conti della faccenda seria, fece uscire tutti i fedeli dalla chiesa chiudendo le porte, interrompendo la messa. Padre Yves cercò di impadronirsi della situazione ma venne scaraventato, da una mano invisibile, fuori del presbiterio. Qui ebbe inizio il suo percorso con padre David per essere esorcizzato.

...

Avviandosi, così, ai preparativi dell’esorcismo a padre Yves, padre David dovette arrendersi al fatto, fin troppo evidente, che sia per la dottrina, sia per la spiritualità, i due avevano una base in comune: Pierre Teilhard de Chardin. “Se padre Yves è in errore – confidò David al proprio vescovo, cercando consiglio – allora lo sono anch’io. E ora, che cosa devo fare?” Gli rispose il vescovo: “Io suppongo che se tutta questa paleontologia e gli insegnamenti di de Chardin dovessero portarla a un punto in cui fosse costretto a scegliere tra la fede o de Chardin, lei sceglierebbe la fede, padre David”. Un flash, la dedica nel libro riportava la stessa conclusione: “Lei resterà fedele”.

...

Il primo tentativo di esorcizzare Yves fallì perché il Male sputò in faccia a padre David il suo stesso problema, dal quale non riusciva ad uscirne fuori. Fu a quel punto che Yves (Jonathan durante l’esorcismo) gli gridò in faccia: “Tu sei esattamente come me, David! Padre David! Tu hai accettato il Signore della luce (Satana) come ho fatto io, vecchio fesso!” – strillò Jonathan tra una risata e l’altra.

Poi tolse la mano da quella di padre David, si alzò in piedi e con aria di trionfo e di disprezzo, gli gridò: “Medico, cura te stesso!”. Disprezzo e risate, il Male aveva vinto il primo round: “E tu stavi tentando di esorcizzare me? – e giù risate e disprezzo – Fuori di qui. Torna nelle tenebre, idiota. F-U-O-R-I !!” furono le ultime parole cariche di odio, disprezzo e trionfo

....


Padre David barcollava. La madre di padre Yves intenta a pregare con il rosario, gli dice con parole piene di dolore: “Ha ragione mio figlio. Lo schiavo del demonio. Ha ragione, padre David. Lei ha bisogno di purificarsi. Che Dio l’assista”.

Ci vollero quattro settimane in un forzato “ritiro spirituale” attraverso il quale, giorno e notte, padre David esercitò su se stesso tutto ciò fosse stato possibile per liberarsi da ogni dubbio, da ogni errore, rigettare completamente le teorie di Teilhard e riprendere pieno possesso della vera fede, senza più alcun compromesso, senza novità!

...

Padre David aveva vinto. Aveva scelto la Verità pura e semplice. Era davvero una giornata radiosa e padre David recitava l’Ave Maria nel greco di San Paolo, San Luca, San Giovanni: “Kaire Miriam, kekaritomene” e, commuovendosi fino alle lacrime, ripeteva a lungo quella parola dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine: ” kekaritomene, kekaritomene, kekaritomene… Piena di grazia….”. Aveva vinto, aveva accolto la Grazia. Ora poteva portare a compimento l’esorcismo.

Padre David ritornò a casa di padre Yves che, nel frattempo, era rimasto tranquillo con la madre che disse: “Jonathan era stato bene tranne il momento in cui lei fu liberato… si sentì proprio male!” L’esorcismo riprese e padre Yves fu finalmente liberato dal demonio che lo teneva in possesso.

Mentre padre David dava gli ultimi colpi, tutti udirono la preghiera di una madre, rivolta alla Madre per eccellenza: “Tu eri Sua Madre! Tu l’hai visto morire. Tu l’hai visto redivivo. Tu capisci. Avresti potuto morire di dolore in un caso o nell’altro. Aiutami ora…”, poi intonò la Salve Regina in gregoriano. Tutti si commossero.

L’esorcista era in ginocchio davanti a padre Yves, ora c’era il momento della confessione. Tutti uscirono dalla stanza, ora il volto di padre Yves era sereno e raggiante, il volto di chi era ritornato a credere, a sperare. Una pace invidiabile.

...
cooperatores-veritatis.org

Due sacerdoti, una possessione diabolica e la “dottrina” di Teilhard de Chardin

Nel famoso libro “In mano a Satana” (1), padre Malachi Martin (2) racconta di un esorcismo molto singolare che ha avuto …
N.S.dellaGuardia
"Pur conservando ka fede...": pura chimera, puro inganno diabolico.
Chi si mette a giocare, per usare un'espressione cara a bergoglio, a fare il creativo con la fede, soprattutto se per mantenere insieme ciò che non potrà mai stare nella stesa stanza, la fede l'ha già persa.
E fu il suo tragico caso, e di tutti quanti ancora lo leggono, perdendosi.
Troppa intelligenza spesso vuol dire troppa …Altro
"Pur conservando ka fede...": pura chimera, puro inganno diabolico.
Chi si mette a giocare, per usare un'espressione cara a bergoglio, a fare il creativo con la fede, soprattutto se per mantenere insieme ciò che non potrà mai stare nella stesa stanza, la fede l'ha già persa.
E fu il suo tragico caso, e di tutti quanti ancora lo leggono, perdendosi.
Troppa intelligenza spesso vuol dire troppa superbia.