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Telebene, la televisione spirituale cristiana. La Chiesa Madre di tutte le Chiese: La Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme È giustamente considerata la “Madre di tutte le Chiese”, perché, secondo …Altro
Telebene, la televisione spirituale cristiana. La Chiesa Madre di tutte le Chiese: La Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme

È giustamente considerata la “Madre di tutte le Chiese”, perché, secondo una consolidata tradizione, custodisce, tra le sue mura, i luoghi della passione, morte e risurrezione di Gesù.
La forma attuale è dovuta alla ricostruzione dell’imperatore Costantino Monomaco[1] e, successivamente, all’opera dei crociati[2].
Sulla facciata, opera dei crociati, ci sono due grandi portali d’entrata, di cui uno fu murato già dal tempo di Saladino.
Appena entrati nella Basilica, appare subito, in primo piano, la pietra dell’unzione. È in marmo di calcare rosa e ricorda il luogo dove il corpo di Gesù morto venne trattato rispettosamente con aromi e unguenti e poi avvolto nel sudario prima di essere deposto nel sepolcro[3].
IL CALVARIO, si eleva a destra entrando, a circa 5 metri dal piano della Basilica. Vi si accede da due scale, una dall’interno e l’altra dall’esterno. Si compone di due cappelle. La prima, a destra, è la cappella dei latini, mentre quella a sinistra è dei Greci, e poggia sulla roccia nuda del Golgota. La stessa roccia che si può toccare in una lunetta sotto l’altare. Ed è proprio qui, secondo la tradizione, che fu innalzata la croce di Gesù. Qui egli morì crocifisso.
Secondo un insigne archeologo di Terra Santa, il Francescano Bellarmino Bagatti, Gli scavi e sondaggi praticati dentro il recinto han mostrato che il luogo detto Golgota o Calvario non è altro che un dado roccioso isolato deliberatamente almeno da tre parti. Tale uso di «isolare» non è nuovo, e lo troviamo, per esempio, alle tombe del Cedron, alle cosiddette tombe di Assalonne e della famiglia Beni Hasir. Fu pure praticato ai tempi di Costantino e, successivamente, dai cristiani, per isolare le tombe di Gesù e di Maria.
Gli studi recenti sulla Chiesa Madre di Gerusalemme hanno rivelato che fino al 135 la Chiesa era guidata da un vescovo di stirpe ebrea, e che la comunità aderiva fortemente a Cristo, ma senza lasciare l’osservanza della Legge e delle tradizioni ebraiche. Ora, tali cristiani non solo avevano trasmesso oralmente la tradizione del luogo della morte di Gesù, ma l’avevano tramandata anche per scritto, con libri detti «adamitici»[4].
Al tempo di Gesù il Calvario era una piccola altura che da lontano poteva dare l’idea di una grossa testa umana. Di qui il suo nome allusivo di «cranio»[5], in latino «calvario», traduzione del termine topografico aramaico «gulgoltā’», addolcito dalla traslitterazione evangelica in «Golgothā». Era probabilmente uno dei luoghi stabiliti per le esecuzioni capitali. Lì vicino – come l’archeologia ha dimostrato – si stendeva una zona cimiteriale”[6].

L’edicola del Sepolcro di Gesù è posta proprio al centro della Anastasis, la rotonda coperta dalla grande cupola della Basilica. Il termine greco Anastasis significa «risurrezione» e fa riferimento proprio alla risurrezione di Cristo.
L’edicola è il frutto della trasformazione avvenuta nel corso dei secoli di un’antica sepoltura ebraica, considerata la tomba di Gesù. È costituita da un vestibolo chiamato cappella dell’angelo a ricordo del messaggero celeste assiso sulla pietra ribaltata, davanti al sepolcro, il giorno della risurrezione di Gesù. Un frammento di questa pietra sarebbe incastrato nel piedistallo di marmo che si trova al centro della cappella; e poi dalla camera mortuaria vera e propria a cui si accede, tramite un’angusta porta alta m. 1,33. La piccola camera nella quale è presente, secondo la tradizione cristiana, il sepolcro di Cristo, è del tipo ad arcosolio. È , certamente, il luogo più suggestivo di tutta la Basilica, e si respira un clima di intensa suggestione.
Sotto il rivestimento marmoreo c’è la roccia primitiva che era servita da letto funebre al corpo di Gesù.
Sulla tomba sono sospese molte lampade argentee, appartenenti alle quattro confessioni cristiane. Sulla lastra tombale appare una scritta in greco, densa di significato: CRISTOS ANESTE: Cristo è Risorto.

[1] 1048.
[2] Cfr. Luigi Di Giannicola, La Terra Santa, Opera Romana Pellegrinaggi, 1993, pag. 99.
[3] Gv 19,39-40.
[4] Cfr. Bellarmino Bagatti, L’archeologia del Calvario, Storia di Gesù, Ed. Rizzoli, 1984, volume 5, 1766.
[5] Cfr. Mc 15,22.
[6] Cfr. Mauro Làconi, La crocifissione, in Storia di Gesù, Ed. Rizzoli, vol 5, 1984, 1767.